una santità intrisa di umiltà e contemplazione

una santità intrisa di umiltà e contemplazione

articolo ripreso da portalecce

Memoria e santità. Sono state queste le direttrici della celebrazione eucaristica presieduta ieri sera nella chiesa matrice di Squinzano dall’arcivescovo Michele Seccia per ricordare il Servo di Dio Nicola Riezzo nel XXV anniversario della morte avvenuta il 20 agosto 2023.

 

 

Hanno concelebrato con il pastore della Chiesa di Lecce, il parroco don Alessandro Scevola, don Luigi Manca, postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione, don Vincenzo Marinaci, don Alessio Seconi, don Attilio Mesagne e don Andrea Gelardo.

Prendendo spunto dal vangelo del giorno, nell’omelia (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) Seccia ha ripercorso il profilo dell’arcivescovo squinzanese in cammino verso la beatificazione: “ogni giorno la Parola di Dio non manca di sorprenderci: “Chi ascolta voi ascolta me”. Chi è stato, dunque, il Servo di Dio Nicola Riezzo, alla luce di questa garanzia di Gesù? Un discepolo del Signore che ha seguito alla lettera il brano del vangelo che oggi la liturgia ci ha proposto”.

“Non ho avuto la gioia e la grazia di conoscerlo di persona – ha proseguito -. Non credo che i nostri sguardi si siano mai incrociati ma, ho avuto modo di documentarmi, di leggere e ascoltare i pochi testimoni ancora rimasti e che hanno avuto la fortuna di fare un tratto del cammino insieme con lui. Mi restano nel cuore alcune parole che l’indimenticato arcivescovo Ruppi, davanti alle sue spoglie mortali – pronunciò nell’omelia esequiale di quel 22 agosto 1998, due giorni dopo il suo ritorno al Padre, in questa stessa chiesa dove aveva ricevuto i sacramenti, compresa l’ordinazione sacerdotale: ‘Quando mi sono inginocchiato, un’ora dopo il decesso, dinanzi alla salma del nostro venerato e caro mons. Riezzo, disse commosso l’arcivescovo Ruppi che del teologo Riezzo era stato alunno, non ho avvertito nel cuore alcuna sofferenza, ma ho sentito un immenso trasporto, la gioia, cioè, di pensarlo già nel Regno dei cieli, la certezza di vedere in lui un nostro nuovo protettore presso il trono di Dio’”.

“Nicola Riezzo è stato un sacerdote e un vescovo instancabile nel servizio alla Chiesa e alle anime: amabile per le sue virtù – ha aggiunto l’arcivescovo nell’omelia -. In tanti mi hanno riferito che l’incontro con lui lasciava nell’interlocutore una sensazione di serenità; la sua immagine era quieta, sorridente; quando parlava lasciava trasparire una pace di fondo. La preghiera per lui era un dialogo di amicizia con il Signore. ‘Fare la volontà di Dio, sempre!’ era solito ripetere e, sicuramente, le sue frequenti soste dinanzi al Tabernacolo erano piene di questo santo desiderio, lì attingeva tutto il vigore spirituale e pastorale”.

“In tanti – ha rammentato mons. Seccia all’assemblea – lo ricordano ancora passeggiare per le vie di Squinzano assorto nei suoi pensieri, mentre sgranava il rosario e con la massima discrezione, sempre col capo chino: ma il nascondimento e la discrezione riguardavano esclusivamente la sua persona, non certo la sua dignità di ministro di Dio e di pastore della Chiesa. Aveva la signorilità di chi fa del governo e del ministero episcopale un servizio a Dio e alla Chiesa; aveva lo sguardo sempre fisso in Dio, certo di trovare in Lui la radice della sicurezza che allontana dubbi e incertezze, tentennamenti o decisioni affrettate”.

“Ha lasciato a tutti – ha concluso così l’omelia -, specialmente a noi, fratelli sacerdoti, un luminoso esempio di fedeltà e amore alla Chiesa e oggi ancora è testimone concreto del legame che esiste tra la Chiesa e la santità. Ora continui a proteggere la nostra santa Chiesa di Lecce e tutta la comunità di Squinzano che ha amato e servito come sacerdote semplice e innamorato del Signore e della sua gente. E dal cielo egli continui a benedirci. A noi il compito della preghiera al Padre, fonte di ogni santità, affinché presto la Chiesa possa riconoscere l’eroicità delle virtù di mons. Riezzo e dichiararlo Venerabile, aggiungendo il suo nome alla schiera di uomini e donne leccesi che, prima di noi, hanno preso il Vangelo sul serio e lo hanno testimoniato per tutta la vita”.

 

Photogallery di Alessandro Legittimo.

 

 

Condividi questo post