IL PASTORALE, DONO DELLA CHIESA DI LECCE

Il dono del pastorale al nuovo arcivescovo, segno augurale a chi giunge, assume – anche e soprattutto – un valore altamente teologico: il nuovo popolo, la nuova comunità, il nuovo gregge si affida alla nuova guida, al nuovo pastore. Scriveva Sant’Ambrogio: il pastorale deve essere: in alto, ricurvo per radunare gli smarriti; nel mezzo, diritto per condurre i deboli; al fondo, appuntito per spronare i pigri.

Il dono della Chiesa di Lecce al vescovo Michele, progettato e realizzato dai maestri orafi e docenti di arte dei metalli e dell’oreficeria del Liceo artistico “Ciardo-Pellegrino” di Lecce, Antonio Perrone da San Cesario di Lecce e Flavio Antonio Tricarico da Gallipoli, è composto da un bastone di legno d’ulivo tornito e da lastre e filo d’argento lavorate a mano, tirate a freddo, imbutite, sbalzate e cesellate. 

La parte superiore del bastone è avvitata al nodo centrale: una sfera in argento tirata a freddo e finemente martellata. Su di essa è applicato lo stemma episcopale di Mons. Seccia disegnato e inciso a mano con i bulini. Il riccio (l’estremità ricurva in alto) saldato alla sfera, incastona ancora per circa un terzo della sua curva, il bastone d’ulivo tutto termina in argento imbutito e martellato. Dalla struttura in basso del riccio germogliano i ramoscelli, le foglie e le olive, sbalzati e cesellati, che lo abbracciano in modo speculare per l’intera curva. 

La scelta del legno d’ulivo e dei germogli argentei oltre a richiamare alcune pagine della Bibbia – una per tutte il tronco di Jesse – è un omaggio alla storia, alla cultura e alla tradizione della nostra terra. E alla pianta d’ulivo, in particolare, ferita dai malanni dell’epidemia dei nostri giorni. 

Il dono della Chiesa di Lecce al nuovo pastore racchiude e conserva tutto questo. Simbolo di un fervido e fecondo augurio di buon cammino al nuovo pastore. E alla sua nuova famiglia.