Domenica 13 dicembre 2015 l’Arcivescovo aprirà solennemente il Giubileo Diocesano

Domenica 13 dicembre 2015 l’Arcivescovo aprirà solennemente il Giubileo Diocesano

La porta della nostra Cattedrale sarà per tutto l’Anno Santo il varco d’accesso al dono della Misericordia.

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La nostra Chiesa diocesana vivrà la solenne apertura dell’Anno Santo nella terza Domeni­ca di Avvento, quando ci si ritroverà tutti per partecipare al Rito di Apertura della Porta Santa della Cattedrale da parte dell’Arcivescovo Domenico. Varcheremo, quindi, insieme la Porta e nella Cattedrale invocheremo dal Signore il dono della sua Grazia e loderemo la sua Misericordia. L’Arcivescovo Domenico nella Lettera per il Giubileo “Contemplare il Mistero della Misericordia”, conse­gnata personalmente a tutti i Sacerdoti il sei novembre scorso, nell’anniversario della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, indirizzandosi ai presbiteri così si esprime: “a voi fratelli presbiteri domando un particolare impegno perché in questo anno di grazia, più che mai la nostra vita e il nostro ministero evidenzino la bellezza della misericordia con cui il Padre ha compassio­ne di tutti i suoi figli”.

 

Per tutti c’è una porta da passare per entrare nel Regno dei cieli: è la porta stretta del Vangelo di Gesù, che è venuto nel mondo per spalancare le porte dei cuori alla misericordia del Pa­dre. 55Come ricorda il Vangelo della porta stretta, per entrare nella misericordia occorre far­si piccoli e alleggerire il baga­glio dei troppi ingombri. Così la Porta della Misericordia, che sarà aperta in Cattedrale il prossimo 13 dicembre, è invito non solo a ricevere l’in­dulgenza della divina miseri­cordia, ma pure a convertirci al Vangelo della misericordia, in modo tale che la porta della misericordia sia anche la porta della carità. Per tutti è l’invito a farsi piccoli e mettersi in cammino per un pellegrinaggio di conversione interiore ed esteriore. Perché l’anima si muova e la vita cambi, la Chiesa ci propone un pelle­grinaggio reale ed effettivo, nel quale metterci in marcia, insieme, verso una meta. La meta è la Chiesa-Madre della Cattedrale, di fronte alla quale convergeranno processional­mente le diverse comunità parrocchiali e le aggregazioni ecclesiali della diocesi, in un programma che inizierà domenica 27 dicembre 2015 con il Giubileo delle Famiglie e si concluderà domenica 13 novembre 2016.

 

Il ricco calendario giubilare diocesano prevede per ciascuna realtà parrocchiale ed ecclesiale un primo momento di “statio” presso una delle chiese situate nei pressi delle porte della Città antica, dove i parteci­panti vivranno un momento di preghiera e riceveranno una breve catechesi e testimonian­za, e poi si muoveranno da pellegrini verso la Cattedrale. Il nostro Arcivescovo chiede ancora ai Sacerdoti la massima disponibilità nell’amministra­zione del Sacramento della Riconciliazione, indicandone giorni e orari per favorire l’ac­costamento da parte dei fedeli. La stessa Cattedrale assicurerà per tutto l’anno giubilare la presenza di Sacerdoti confes­sori. Attraverso il Sacramento della Riconciliazione è data la possibilità di sperimentare in modo personale e straordina­rio il dono della misericordia del Padre che si stende sulle ferite e sulle debolezze della propria vita. Il cammino di conversione che ne scaturi­rà andrà alla ricerca di una delle opere di misericordia corporale e spirituale, così da proseguire il pellegrinaggio interiore della fede sulle vie di un amore più grande e di una speranza più forte.

Piero Quarta

“LA REMISSIONE DINANZI A DIO DELLA PENA TEMPORALE DEI PECCATI” 

logo giubileoACCOSTARSI CON FEDE ALL’INDULGENZA 

Uno degli aspet­ti rilevanti del Giubileo è l’in­dulgenza, ossia “la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, de­bitamente disposto e a deter­minate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativa­mente dispensa e applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi” (CCC, 1471). Questa dottrina, rigettata dalla Riforma che nell’abuso delle indulgenze ebbe un elemento scatenan­te, è spiegata anche da Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo Stra­ordinario della Misericordiadata con lo stile a lui proprio: “Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distrugge­re il peccato degli uomini. Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la media­zione della Chiesa. Dio quindi è sempre di­sponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata. Noi tutti, tutta­via, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr. Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. Men­tre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condizio­na. Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati.

 

Nel Sacramento della Ri­conciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati; eppure, l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comporta­menti e nei nostri pensieri ri­mane. La misericordia di Dio però è più forte anche di que­sto. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che ricadere nel peccato” (Misericordiae Vultus, 22). Il Papa continua poi sottolineando l’aiuto che ci viene dalla comunione dei Santi: “La Chiesa vive la comunione dei Santi. Nell’Eucaristia questa comu­nione, che è dono di Dio, si attua come unione spirituale che lega noi credenti con i Santi e i Beati il cui numero è incalcolabile (cfr. Ap 7,4). La loro santità viene in aiuto alla nostra fragilità, e così la Madre Chiesa è capace con la sua preghiera e la sua vita di venire incontro alla debolezza di alcuni con la santità di altri. Vivere dun­que l’indulgenza nell’Anno Santo significa accostarsi alla misericordia del Padre con la certezza che il suo perdono si estende su tutta la vita del credente. Indulgenza è sperimentare la santità della Chiesa che par­tecipa a tutti i benefici della redenzione di Cristo, perché il perdono sia esteso fino alle estreme conseguenze a cui giunge l’amore di Dio” (ivi 22). Forti di questa consapevolez­za siamo chiamati a vivere intensamente il Giubileo per fare esperienza non solo del perdono dei peccati, ma anche dell’indulgenza mise­ricordiosa di Dio.

Michele Giannone

 

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