Don Ugo De Blasi, “Amate Dio, un invito dal Cielo”

Don Ugo De Blasi, “Amate Dio, un invito dal Cielo”

L’Eucaristia presieduta da Mons. Filograna nella Basilica del Rosario nel XXXII Anniversario della morte.

Giovedì 6 febbraio 2014, in una Basi­lica del Rosario gremita come nelle grandi occasioni, si è fatto memoria del Servo di Dio Mons. Ugo De Blasi, nel 32° anniversario del suo transito da questo mondo. L’Arcivescovo Mons. Domenico D’Ambrosio, introducendo la Celebrazione Eucaristica, ha rin­graziato il Signore per il dono di questo Sacer­dote, modello e stimolo per tutti noi perché non ci attardiamo nelle nostre pigrizie spirituali, ma, per intercessione del nostro fratello don Ugo, il Signore ci conceda di volare alto e di vincere le naturali ritrosie, per rendere possibile che il sogno di Dio di essere “santi e immacolati al suo cospetto” si realizzi per tutti noi.

L’Arcivescovo, a sorpresa, con un atto di gene­rosità, ha voluto che a presiedere la Celebrazione fosse Mons. Fernando Filograna Vescovo di Nardò Gallipoli, che ha vissuto alcuni anni ac­canto a don Ugo ed è stato formato nella sua spi­ritualità, oltre ad essere stato uno dei promotori della Causa di Canonizzazione, di cui attualmen­te è Vice Postulatore. Mons. Filograna, commos­so, ha ringraziato l’Arcivescovo per l’inatteso dono di presiedere l’Eucaristia e di prendere la parola. Con emozione ha ricordato quando, giovane Sacerdote, su invito di don Ugo, cele­brava in questa Basilica avendolo accanto come ministrante.

Quell’esperienza è rimasta incisa nel suo animo per la delicatezza con cui, a tempo opportuno, don Ugo correggeva le imperfezioni notate durante la celebrazione. Con altrettanta emozione Mons. Filograna ha espresso la sua gratitudine per l’opportunità di celebrare in que­sta ricorrenza con l’Arcivescovo D’Ambrosio e con tanti confratelli, alla presenza degli amici della Postulazione, di quanti hanno condiviso sin dall’inizio le esperienze di preghiera, ma anche alla presenza dei Sacerdoti e laici che hanno voluto bene a don Ugo e che ora sono presso il Signore. A costoro egli ha affidato la prossima Assemblea elettiva di Azione Cattolica, che in don Ugo ha avuto un santo Sacerdote. Mons. Filograna ha confidato di aver portato con sé il calice donato a don Ugo dal Vescovo Mons. Mi­nerva, al termine del suo trentennale servizio in questa Diocesi e la cotta ricamata dalla sorella di don Ugo, che, per un misterioso disegno di Dio, sono finiti nelle sue mani, donati da un nipote di don Ugo.

Dopo aver fatto riferimento allevite luminose dei Santi Paolo Miki e Compagni, ri­cordati nella liturgia del giorno, la riflessione ha tratto spunto da alcune affermazioni di don Ugo che, per precisione ed incisività, richiamano il modo di esprimersi di Papa Francesco. Nel 1965 don Ugo scrive: “Dio ci ama… Questo vogliono dire la creazione, l’incarnazione, la redenzione, l’Eucaristia! Questo significano tutte le grazie attuali che ogni giorno riceviamo sotto varie forme, inviti rivolti alle nostre anime da un Dio che con ardore infinito le desidera, per unirle a Sé eternamente”.

Dal cielo, ha detto Mons. Filo­grana, questa sera ci arrivano queste parole come balsamo, medicina per indurre il nostro cuore ad amare di più Dio. E balsamo, unguento profuma­to sono le parole del Vangelo che manifestano la tenerezza di Gesù nei confronti dei malati. Una delle qualità di don Ugo, sottolineata nel proces­so dai testimoni, era la tenerezza, la compassione concreta verso i sofferenti che scaturiva dallo sperimentare continuamente la misericordia del Signore. Così scrive don Ugo: “Misericordia: per averla c’è bisogno di un cuore e di una miseria. Il Cuore di Dio e la miseria dell’uomo…Se non ci fosse la mia povertà, Dio non avrebbe modo di manifestare la sua ricchezza”. Il Vescovo ha concluso con l’appello che proviene dal silenzio che si avverte, stando vicino alla tomba di don Ugo. In uno scritto egli afferma:”Saliamo sulle pendici del Calvario, leviamoci in alto, al di sopra delle meschinità quotidiane, su, su, verso l’alto! Excelsior! …Perché nella valle s’impanta­na la vita, si guazza miseramente nel fango”.

In una pagina poetica don Ugo, guardando ammirato un volo di un passerotto, rivolge un invito a tutti noi: “Colpo d’ali….dei giorni felici, quando ci s’innalza verso Dio, portati da una mano amica. Colpo d’ali, quando infuria la tempesta dentro e fuori e le passioni si scatenano ribelli ad ogni freno di preghiera e di Sacrificio: è bello, è bene, è necessario accettare battaglia per debellare l’avversario e ricacciarlo, sconfit­to, nella sua tana….Colpo d’ali, della speranza ostinata nel valore e nella bontà della vita, che un giorno uscì dalle mani di Dio per adempiere un mandato e che in quelle mani l’ultimo giorno ritornerà ricca di meriti, come albero ubertoso al tempo della maturazione dei frutti… Ecco come si muore prima della morte…. Come si vive la vera vita…. Come si fugge dall’amore che non è Amore, per raggiungere a volo Colui che è l’Amore. Colpo d’ali!…. Colpo d’ali”. E la santità di don Ugo: sia anche la nostra. 

Comitato Causa di Canonizzazione – Mons. Ugo De Blasi

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