Chiamati a…pregare

Chiamati a…pregare

Shalom/La Riflessione settimanale dell’Arcivescovo

La seconda grande opera quaresimale è la preghiera. Nel giudaismo i luoghi propri della preghiera erano il tempio e la sinagoga. In molti allora e in tanti oggi talvolta amano sbandierare più del necessario questo momento di incontro con Dio. Gesù ci mette in guardia: “Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta…”.

Quanta novità e quanto gusto del mistero possiamo scoprire laddove il silenzio accompagna la nostra preghiera, che talvolta nel mio bisogno di Dio amo pensare come la questione più intima che ho da sbrigare solo con Lui.
Nelle sue parole Gesù vuole sottolineare la solitudine con dio ma di sicuro non vuole darci indicazioni sul luogo più confacente alla preghiera né vuole escludere la preghiera come gesto della comunità che si raduna e invoca il suo Signore.
Ce lo insegna il suo modo di pregare; spesso cerca la solitudine: il luogo deserto, il monte, il Getsemani, ma molto speso sale al tempio a pregare, entra nella sinagoga a pregare con la comunità.

La preghiera è per noi il bisogno di Dio, è la ricerca dello splendore del suo volto, è il desiderio di entrare nel suo mistero che è amore.

In fondo è un’invocazione e una domanda: abitare nella sua casa, contemplare la sua bellezza, ammirare il suo santuario.

Tutto questo può accadere nella solitudine del cuore e nell’intimità di un rapporto a due che non ammette terzi e non tollera interferenze.

+Domenico d’Ambrosio

arcivescovo

Condividi questo post