benvenuti nella casa della rinascita
articolo ripreso da portalecce
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- di Francesco Capoccia
- Categoria: vita diocesana
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“L’unico contagio che è permesso è quello della carità!”. Così l’arcivescovo Michele Seccia ha salutato i nove ospiti della social housing “Il Cammino” che ormai da diverse settimane abitano la casa che i Padri Vincenziani dell’Idria a Lecce hanno offerto ai più poveri della città.
Nove ospiti sui dieci posti disponibili che finalmente hanno un tetto sotto il quale vivere e avere dignità nella speranza, col tempo, di poter tornare partecipi e attivi nella società con un nuovo ruolo e una nuova condizione.
Lo scorso 12 dicembre (LEGGI QUI) il pastore si era recato in quella che è stata per anni Casa Betania per benedire i locali e l’esperienza che stava per partire, e oggi, a distanza di poco più di due mesi, è tornato per vedere quei luoghi finalmente abitati e “abbracciare” simbolicamente, dato il distanziamento sociale, ma soprattutto spiritualmente i primi abitanti che hanno ringraziato con emozione il vescovo e chi con lui ha reso possibile questa opportunità.
“Questo non è un semplice ospizio per anziani – ha ribadito l’arcivescovo -, ma una casa di vera e viva speranza”. Dando il benvenuto agli ospiti della casa il vescovo ha salutato e ringraziato nuovamente Padre Cristoforo Palmieri, vincenziano e vescovo emerito in Albania, che ha fortemente voluto questa esperienza di “cammino” per i poveri. “Veniamo da esperienze disastrate” ha affermato uno degli ospiti della casa ringraziando il vescovo “ma qui ritroviamo la speranza di poter ripartire verso una nuova luce”.
Presenti all’incontro anche don Nicola Macculi, direttore della Caritas diocesana e Simona Abate, responsabile della Casa della carità, che oltre alla semplice accoglienza stanno iniziando a progettare un vero e proprio percorso di inserimento sociale per questi ospiti bisognosi, in piena comunione con il nome del progetto: “Il Cammino” che riporta speranza e dignità a chi ne ha più bisogno soprattutto in questo periodo difficile che noi tutti stiamo vivendo.