un sacerdote zelante, fattosi povero e amico dei poveri
articolo ripreso da portalecce
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- di + Michele Seccia
- Categoria: l’arcivescovo
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Si è spento all’improvviso, ma nel giorno a lui più caro, don Oronzo De Simone. Con lui, se ne va un altro pezzo della Lecce antica.
Se ne va nel giorno del suo santo patrono e ci lascia “orfani” nel bel mezzo della festa cittadina. Se ne va in silenzio, senza far rumore. Eppure, proprio stamattina aveva voluto farsi accompagnare per visitare i santi patroni in duomo.
Io l’ho conosciuto più da vicino solo negli ultimi anni della sua vita sacerdotale, ma mi è rimasto, fin dagli inizi, ben impresso il suo volto, i suoi modi gentili ed educati, la sua ubbidienza e la sua fedeltà al vescovo e il suo fervore spirituale.
Oggi desidero ricordarlo nel confessionale della cattedrale, dove passava tante ore ad amministrare il perdono di Dio. Era sempre puntuale e svolgeva con amore il ministero della riconciliazione. Tutti sapevano che in Cattedrale non mancava mai il confessore, perché c’era don Oronzo.
Era un sacerdote colto, insigne canonico del Capitolo metropolitano, memoria storica vivente del cammino della Chiesa diocesana. Dopo una lunga vita, ora lo immagino accanto a suo fratello, don Raffaele, che egli ha accudito fino alla fine della sua vita e di cui ha custodito sempre la memoria.
Era un sacerdote umile, zelante, attento alle necessità dei poveri, apprezzato e stimato da tutti. Volentieri lo affido al Signore, nella certezza che don Oronzo continui a seguire i passi di questa Chiesa locale, che ha tanto servito e amato.