Don Puglisi: il convegno promosso dal card. De Giorgi. Il Papa: i mafiosi sono scomunicati

Don Puglisi: il convegno promosso dal card. De Giorgi. Il Papa: i mafiosi sono scomunicati

articolo ripreso da portalecce

“La Chiesa non si stancherà mai di ribadire con forza che coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!”.

 

 

Lo scrive il Papa, nel messaggio di saluto (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) inviato al rettore dell’Università Lumsa, Francesco Bonini, in occasione del convegno su don Pino Puglisi (LEGGI) svoltosi ieri, nella sede dell’ateneo romano e promosso dalla Fondazione vaticana card. Salvatore De Giorgi insieme con la Lumsa. Nel messaggio, il Papa cita i “tanti sacerdoti, come il Beato Pino Puglisi, che ogni giorno nel nascondimento, senza cercare i riflettori, contrastano la criminalità unicamente con una vita aderente agli insegnamenti evangelici”.

“In tutti risuona ancora forte il monito contro i mafiosi pronunciato trent’anni fa, il 9 maggio 1993, da San Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento – ricorda Francesco -: pochi mesi dopo quel grido profetico e, purtroppo, ancora attuale, il 15 dicembre 1993, la mafia ha ucciso anche don Pino Puglisi, testimone misericordioso dell’amore del Padre nel quartiere Brancaccio a Palermo, dove era parroco”.

“Don Puglisi è stato ucciso nel giorno del suo 56° compleanno perché voleva togliere la sua gente, soprattutto i giovani, dalle grinfie della mafia – l’analisi del Papa -: Tutti ricordano che don Puglisi ha risposto con un sorriso ai suoi assassini, dicendo semplicemente: ‘Me l’aspettavo’. La sua testimonianza, il suo martirio in odium fidei, il suo sangue versato per amore del Vangelo e del popolo a lui affidato sono diventati davvero un seme che in quest’ trent’anni dalla sua morte ha fruttificato e ci ha donato molte opere di bene e di pace”.

“Quella pace che manca a tanti nostri fratelli e sorelle che portiamo nel cuore, come le popolazioni dell’Ucraina, di Israele e di Palestina – conclude Francesco -: Non stanchiamoci di pregare per loro”.

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