restituire dignità con i linguaggi delle arti

restituire dignità con i linguaggi delle arti

articolo ripreso da portalecce

Quando versatilità artistica, visione mistica e talento si incrociano si realizza una sequela di eventi virtuosi ed edificanti, spesso imprevedibili.

 

 

È quello che attiva quotidianamente il regista Alessandro Valenti, presidente dell’Accademia della Carità in Lecce, ospite ieri al terzo e ultimo incontro sinodale de “I Martedì di Quaresima” della Chiesa di Lecce, trasmesso in diretta da Portalecce Tv (GUARDA),

Conosciuto per la sua arte nel cinema e nella letteratura e destinatario di innumerevoli prestigiosi premi e riconoscimenti, Alessandro Valenti si muove in un settore che definire sociale è riduttivo. La sua fede, scoperta e costruita partendo da un terreno di pura laicità, diventa il motore e il senso della sua vita personale e artistica. Affrontare il dolore con l’arte e sentirsi responsabile dell’altro in difficoltà, in cui riconosci Cristo, è conseguenza di un superamento di ogni confine fisico e materiale per una esperienza di relazione talmente profonda con l’altro da trasformare la propria interiorità.

Qui prende forma la realtà del ‘paradiso’, inteso come tensione totale verso la relazione con Dio fondamento di ogni relazione umana.

Quando l’uomo riesce a trascendere sé stesso per amare l’altro, si distacca dal materiale per fondersi con il soprannaturale: è questa l’esperienza di paradiso che innerva l’anima e la conduce ad una intima revisione nella fede.

Ecco che la vita del regista trova la sua dimensione cristiana nella gratuità di gesti e opere che attraversano sì la cultura ma che hanno come obiettivo quello di restituire dignità a chi l’ha persa, a chi non l’ha mai avuta, a chi non la conosce: dai bambini immigrati e soli, ai giovani in cerca di senso, portandoli a ‘sognare in grande’, educandoli alla capacità stessa di sognare.

La sua narrazione corale e visionaria, che ha coinvolto nell’incontro i diversi autori di queste opere della Accademia della Carità e della Casa della Carità, ci ha fatto comprendere come ci siano tanti linguaggi per comunicare la fede che rivoluzionano interiormente, nella sfida di raccontare oggi nuove forme di santità.

Educare al valore della povertà è una mistica ordinaria a cui tutti abbiamo accesso e che apre al mistero della relazione anche a chi la fede non ce l’ha.

La dimensione spirituale si traduce così in una mistica dell’incontro che si concretizza in relazioni costruttive di rispetto e amore.

 

Photogallery di Arturo Caprioli

 

 

 

Condividi questo post