la visita di mons. De Simone
articolo ripreso da portalecce
Come annunciato nei giorni scorsi (LEGGI), ieri sera, in forma strettamente privata, il Gruppo leccese dei portatori di statue ha collocato la statua argentea di Sant’Oronzo e le statue lignee colo argento dei Santi Giusto e Fortunato sul tosello realizzato nella cattedrale di Lecce dalla ditta “Allestimenti sacri Piergiovanni” da Molfetta.
Tra i primi a recarsi in visita in cattedrale per pregare ai piedi dei tre simulacri, oltre all’arcivescovo Michele Seccia, mons. Oronzo De Simone che, nonostante la veneranda età di 93 anni continua a vivere con fede e passione la devozione per il santo di cui porta il nome.
La statua argentea di Sant’Oronzo disegnata dal Maccagnani – come già ricordato in un precedente articolo pubblicato da Portalecce a firma di Luigi Fedele (LEGGI) -, che si espone in cattedrale in occasione delle festività dei santi patroni e che viene portata in processione insieme con i simulacri di Giusto e Fortunato, “fu realizzata a Napoli nel 1864, dallo scultore Francesco Citarella (1790 ca.-1871) e dall’argentiere Vincenzo Caruso (notizie dal 1826 al 1885). L’opera fu commissionata dal municipio di Lecce, in rappresentanza del popolo leccese, che aveva fatto voto di erigere in onore del santo patrono una monumentale statua in argento, per aver risparmiato la città dall’epidemia di colera del 1835-37”.
“In quell’occasione, l’amministrazione comunale, essendo sindaco Quintino Guidotti, fece propria la volontà della cittadinanza, emanando una deliberazione il 19 agosto 1837. (G. Paladini, “L’Ordine”, 23 maggio 1942). Nel 1854 una nuova ondata di colera, da cui la città venne nuovamente liberata, indusse il municipio di Lecce a emettere una deliberazione, con la quale assegnare i fondi mancanti per la realizzazione dell’opera. (cfr. A. Foscarini, Guida Storico Artistica di Lecce, 1929; G. Paladini, “L’Ordine”, 23 maggio 1942)”.
“Finalmente, il 15 giugno 1860 si stipulò il contratto tra il municipio e i signori Citarella e Caruso, entrambi domiciliati in Napoli. Lo scultore Francesco Citarella si impegnava a preparare il modello in gesso, necessario per la fusione, cosiddetta ‘a cera persa’. L’argentiere Vincenzo Caruso avrebbe eseguito, sotto la costante supervisione di Citarella, le varie fasi della fusione, dell’assemblaggio e delle finiture. L’intera operazione comportò un impegno economico non inferiore a ducati 4.736,49. Il corrispettivo oggi di euro 236.000 circa”.
“In data 18 marzo 1863, così riferiva il cav. Citarella all’amministrazione comunale di Lecce: ‘L’Argentiere signor Caruso à già messo a buono stato la detta statua, avendo fusa la testa del Santo, le mani, ed il putto intero che verrà situato alla parte sinistra del Santo, e portato quasi a compimento le dette parti col continuo mio lavoro ed assistenza, ed abbozzate varie piance [pièces] che dovranno comporre il corpo del Santo’. (“Il Cittadino Leccese”, 9 maggio 1863)”
“Il 9 agosto 1864 la statua era finalmente completata. Il 20 agosto giunse a Lecce e fu benedetta nella chiesa di Santa Maria dell’Idria. Da qui portata processionalmente per le vie della città con la partecipazione dell’intera popolazione, tra l’esultanza generale. (G. Paladini, “L’Ordine”, 30 maggio 1942)”.
L’ultimo restauro della statua argentea risale allo scorso anno ad opera – su incarico della Soprintendenza di Lecce – di Mariana Cerfeda e Giuseppe Tritto (LEGGI).
Le statue intronizzate ieri resteranno esposte per tutta l’Undena (che avrà inizio martedì 15 agosto), nei giorni della festa e anche dopo per consentire ai devoti di poterle ammirare nelle settimane successive.
Photogallery di Arturo Caprioli.