#INSIEMENONOSTANTE. Il Decreto dell’arcivescovo con le disposizioni per la Chiesa di Lecce

#INSIEMENONOSTANTE. Il Decreto dell’arcivescovo con le disposizioni per la Chiesa di Lecce

articolo ripreso da portalecce

A integrazione dei provvedimenti adottati ieri dai vescovi pugliesi, l’arcivescovo Michele Seccia ha emanato oggi un Decreto (IN ALLEGATO IL DOCUMENTO INTEGRALE) valido per tutto il territorio della diocesi di Lecce.

 

 

In sostanza il provvedimento ricalca e conferma quanto disposto dalla Conferenza episcopale pugliese entrando di più nello specifico delle esigenze diocesane.

La gran parte del Decreto riguarda le celebrazioni eucaristiche, l’amministrazione dei sacramenti e il rito delle esequie.

Sono consentite solo le messe senza il popolo. I sacerdoti potranno celebrare esclusivamente da soli. Unica eccezione per le comunità religiose femminili: il cappellano potrà celebrare solo con le suore senza altri fedeli.

A tal proposito ecco per intero il punto c: “i parroci che lo vorranno, possono celebrare una sola Messa quotidiana in diretta streaming per la loro comunità; la Celebrazione Eucaristica non deve avere altra presenza che quella dell’operatore della diretta e di un ministrante. Io stesso celebrerò in streaming sulla pagina Facebook di Portalecce il cui segnale verrà ripetuto anche su un’emittente locale del digitale terrestre (Telerama ndr) alle ore 18.00 di ogni domenica e nel giorno della Solennità di San Giuseppe. Nelle altre giornate allo stesso orario lo faranno i parroci della città (da sabato 14 marzo anche in tv)”.

Circa il sacramento della riconciliazione mons. Seccia dispone di evitare i confessionali e rispettare le distanze consentite. Così anche la comunione agli ammalati è sospesa come forma di protezione delle persone più fragili.

Sono consentiti soltanto L’Unzione degli infermi e il Viatico ai moribondi.

Chiusa la Curia e la Segreteria del vescovo. Urgenze solo dopo previo appuntamento telefonico. Circa i servizi caritativi si confermano le disposizioni della Caritas diocesana diffusi nei giorni scorsi e di cui Portalecce riferisce in altro articolo (LEGGI QUI).

Circa il dubbio su “chiese chiuse o chiese aperte” si rimanda al Dpcm dell’8 marzo scorso dove è scritto: “l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”.

“Ricordo tutti al Signore – conclude l’arcivescovo -, soprattutto gli ammalati e le loro famiglie e invito ciascuno, non potendo partecipare a celebrazioni comunitarie, a dedicare un tempo conveniente alla preghiera personale e familiare”.

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