il sinodo tra molteplicità e unità

il sinodo tra molteplicità e unità

articolo ripreso da portalecce

Diversità e inclusione rappresentano le coordinate intorno alle quali ruotano le relazioni interpersonali nella società contemporanea. Il Cammino sinodale delle Chiese in Italia e nel mondo sta condividendo un metodo di incontro e ascolto che intende mettere al centro ogni persona in quanto essere umano amato da Dio.

 

 

L’altra sera, nella parrocchia Madonna della Fiducia in Giorgilorio, il prof. Riccardo Battocchio, a Legge per guidare la tre-giorni di formazione del clero, ha illustrato ai laici della diocesi il senso dei cantieri sinodali come percorso di crescita individuale e collettiva, così come inteso nell’ultimo documento sul Sinodo della Conferenza episcopale italiana (Cei) di apertura al secondo anno del percorso sinodale di narrazione I cantieri di Betania. Prospettive per il secondo anno del Cammino sinodale, consegnato alle Chiese locali lo scorso 12 luglio.

 “La complessità della realtà si riflette sulla complessità della Chiesa: una Chiesa che è nella relazione dinamica di uno e di tutti, partendo da chi ha maggiore responsabilità di ruolo” per aprirsi ad ogni essere umano, “nella triplice dimensione primaziale, collegiale e sinodale” ha chiarito il nostro relatore.

“L’assemblea visibile e la comunità spirituale…, non si devono considerare come due cose diverse; esse formano piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e divino” (Lumen Gentium 1,8).

In egual modo le cifre della molteplicità e unità caratterizzano il cammino sinodale, che solo apparentemente può sembrare scarsamente messo a fuoco, con il rischio di confusione, problemi di linguaggio e di comunicazione, ma che semplicemente è specchio dei nostri tempi e guarda la realtà senza timore.

Dopo aver esposto i nuclei fondamentali, sui quali è stata articolata dalla Cei la sintesi nazionale del primo anno di narrazione pubblicata il 18 agosto scorso, il Professore ha approfondito l’immagine del cantiere, esponendo le prospettive del Cammino sinodale nei prossimi anni e gli interrogativi di fondo relativi ai cantieri indicati nel documento della Cei.

La sollecitazione successiva del relatore ad organizzarsi in gruppi di lavoro per analizzare e riflettere sui contenuti presentati ha prodotto diverse risposte al quesito su quale quarto cantiere potrebbe essere scelto dalla Chiesa di Lecce, in aggiunta ai tre presentati nel documento, in riferimento alle peculiarità e potenzialità del territorio.

Si è visto come lavorare sul metodo di lavoro con tecnica laboratoriale ed esperienziale, in armonia con la conversazione spirituale di ascolto e condivisione, è già espressione pienamente sinodale nel significato di esperienza e pratica di ascolto.

“Non si tratta di guardare ‘alla’ Chiesa ma ad ‘io nella Chiesa”, ha chiosato l’arcivescovo Michele Seccia. “É solo l’esercizio del ministero di cristiano che può rendere ciascuno partecipe della edificazione della Chiesa”.

*referente sinodale diocesana

 

 

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