rinnovata la fedeltà della Chiesa di Lecce a Pietro
articolo ripreso da portalecce
È terminata venerdì scorso la Visita ad limina Apostolorum che ha visto impegnati in Vaticano tutti i vescovi delle diocesi di Puglia.
Momento culmine di questo pellegrinaggio alle origini della fede è stato l’incontro con Papa Francesco giovedì mattina. L’incontro si è svolto in un clima di grande cordialità e profondo ascolto e il Santo Padre ha manifestato sincero interesse per i racconti e le riflessioni di tutti i vescovi presenti dialogando sui molti temi legati alla vita della Puglia: immigrazione e accoglienza, prossimità e dialogo, ecologia integrale e custodia della casa comune, educazione, conversione missionaria e formazione, sinodalità e ministero dei vescovi e dei sacerdoti (LEGGI).
Il Pontefice ha esortato i vescovi a vivere sempre le “quattro vicinanze del vescovo”: a Dio nella preghiera, agli altri vescovi nella comunione collegiale, ai sacerdoti attraverso l’esercizio della paternità spirituale, al popolo di Dio facendogli dono dell’ascolto.
È tornato a Lecce anche l’arcivescovo Michele Seccia che ha trascorso l’intera settimana a Roma con il suo segretario don Andrea Gelardo e da subito ha ripreso a pieno ritmo le sue attività con la Visita Pastorale nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie in Squinzano. A lui abbiamo rivolto alcune domande dandogli l’occasione di raccontare ai lettori di Portalecce l’esperienza della Visita ad limina (LEGGI) e, in particolare, l’incontro con Papa Francesco.
Eccellenza, è stata la prima volta – da arcivescovo di Lecce – che si è recato presso la Santa Sede per la visita alle tombe degli Apostoli e per presentare il cammino della Chiesa di Lecce al Santo Padre e ai vari Dicasteri della Curia Romana. Che esperienza è stata?
Sicuramente un’esperienza edificante ma anche faticosa. Edificante perché noi vescovi abbiamo respirato a pieni polmoni l’universalità della Chiesa ma abbiamo vissuto anche la bellezza della comunione tra di noi pastori delle Chiese di Puglia. Preghiera comune, ascolto reciproco, dialogo e confronto fraterno sono stati gli ingredienti del nostro stare insieme nel pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli. Edificante, perché l’incontro con Papa Francesco ci ha fatto sentire ancor di più la vicinanza e l’attenzione di quest’uomo di Dio per tutte le Chiese particolari e le preoccupazioni per tutto ciò che accade nel mondo. Ma è stata anche un’esperienza faticosa: l’arcivescovo di Lecce (sorride, ndr) ha una certa età e, vivere cinque giorni di fila a tamburo battente, con ritmi così sostenuti, non è stato facile. Ma ce l’abbiamo fatta: il passaggio da ben quindici Dicasteri e gli incontri con i rispettivi prefetti ci hanno offerto l’occasione per discutere approfonditamente di tutti gli ambiti della vita pastorale delle nostre diocesi.
Il momento più forte, l’udienza con Papa Francesco…
A dire il vero, tutti i momenti sono stati molto ricchi spiritualmente. La mattina presto, celebrare nelle basiliche romane con i confratelli vescovi non è stato solo un momento di forte comunione episcopale ma è stato ogni giorno iniziare le giornate affidando il nostro lavoro ma anche le nostre comunità diocesane al Signore. Mi piace ricordare qui due momenti liturgici che hanno lasciato in me un solco profondo. La concelebrazione che ho presieduto personalmente nella basilica di Santa Maria Maggiore mercoledì scorso ai piedi della Salus Populi Romani: ho affidato i sacerdoti di Lecce e tutte le comunità parrocchiali che sto visitando una per una, da più di un anno, a Maria, Madre della Chiesa. E poi, giovedì mattina, la messa con tutti i vescovi e i segretari sulla tomba di San Pietro: grande emozione sicuramente, ma è stato un momento davvero intenso nel quale, nel mio cuore, ho rinnovato la mia fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Dopo la messa ci siamo recati per incontrare il Santo Padre nel Palazzo Apostolico…
Come si è svolto l’incontro?
Il Santo Padre si è messo in ascolto con grande semplicità invitandoci ad essere pastori misericordiosi sempre con cuore e braccia aperti. Ha voluto conoscere le difficoltà che vivono le nostre comunità pugliesi e ci ha incoraggiati a non trascurare il valore della religiosità popolare – ancora molto radicata nella nostra regione – liberandola da quelle forme folkloristiche e di incentivarla come espressioni che alimentino la fede delle nostre popolazioni. Ha voluto poi conoscere la situazione delle vocazioni al sacerdozio in Puglia insistendo molto sulla qualità della formazione nei seminari. Infine, ci ha incoraggiati ad assumere, anche nel governo, uno stile sinodale che incoraggi la comunione con il presbiterio e con il popolo di Dio. Alla fine, si è fermato qualche istante con ciascuno di noi vescovi assicurando la preghiera e chiedendo di pregare per il suo ministero al servizio della Chiesa universale.
Eccellenza, da dove ripartire dopo aver ricaricato le batterie del suo ministero episcopale?
Ripartiamo da dove eravamo rimasti: dal Cammino Sinodale nella nostra Chiesa locale e dalla Visita pastorale che ho ripreso subito appena tornato da Roma. Quest’anno poi, la nostra Chiesa, celebrerà a settembre il trentennale della visita di San Giovanni Paolo II a Lecce. Sarà per noi ulteriore motivo per ringraziare il Signore per quell’evento tanto voluto dalla lungimiranza dell’amato arcivescovo Ruppi – per me fratello, modello e maestro – che consentì alla nostra gente di vivere due giornate di straordinaria grazia. Sarà per noi una nuova e provvidenziale occasione per confermare la nostra fedeltà alla cattedra di Pietro.