i colori della speranza. Altro frutto del progetto Policoro

i colori della speranza. Altro frutto del progetto Policoro

articolo ripreso da portalecce

È uno dei frutti del progetto Policoro, “L’Acquerello” la cartolibreria inaugurata nella serata di ieri a San Cesario di Lecce alla presenza dell’arcivescovo mons. Michele Seccia.

 

 

Ed è così che salgono a 15 le attività (ditte individuali, società, cooperative…) avviate grazie al Progetto Policoro e al Microcredito Sant’Oronzo della diocesi leccese in diversi comuni del territorio.

L’inaugurazione della nuova cartolibreria ha visto presenti l’altra sera oltre che il titolare, la sua famiglia e l’arcivescovo. Poi il direttore della Caritas diocesana, mons. Nicola Macculi con Luca Potì animatore del progetto. L’esperienza della pandemia ha lasciato tracce indelebili nel tessuto economico-sociale e nella psicologia collettiva. Affrontarne le sfide è una necessità incombente che purtroppo alimenta spesso contrasti nei luoghi di potere che, invece, dovrebbero trovare accordi condivisi e avviare reti di supporto per il bene della collettività ed una vera pace sociale. La nuova attività diventa così un segno di speranza e di nuova rinascita.

Ed è proprio mons. Seccia che, invitando i giovani e disoccupati che desiderano aprire un nuovo esercizio commerciale e ad osare e mettersi in gioco nella vita, si è detto particolarmente felice dei risultati dati dal microcredito che ha finora visto, tant’è che questa è già la quindicesima attività che benedice dal suo arrivo.

La somma messa a disposizione dal Microcredito Sant’Oronzo è di 10mila euro per le imprese autonome, di cui Eugenio Gabellone ne è stato beneficiario, e di 15mila euro per le cooperative o altre società. Sono escluse dal finanziamento le società di capitali, le attività commerciali che trattino vendita o somministrazione di alcolici e/o superalcolici, sale da gioco, centri scommessa e qualsiasi attività che includa l’utilizzo di slot-machine e simili.

Perché possa avere accesso al credito è necessario che il richiedente abbia un garante morale (di solito il parroco) che possa garantire l’onestà e le buone intenzioni del giovane; nello specifico, don Giorgio Pastore, parroco della comunità di Santa Maria Ausiliatrice di Monteroni, è stato il garante di Eugenio.

Con questo strumento la diocesi si pone come garante non solo a livello patrimoniale, ma anche delle qualità morali ed etiche dei giovani individuati.

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