Verso il Sinodo… Giovani
Giovani, parola ricorrente che suscita domande, chiede risposte, alimenta illusioni, chiama all’impegno. Ma quali risposte in realtà si danno al grido d’aiuto inespresso dei tanti ai quali si è tolta la speranza ed il futuro? I buoni propositi non bastano, bisogna agire e presto, non solo a parole. Il dramma di una generazione che paga il costo degli errori della generazione che li ha preceduti e defraudati, emerge solo quando il disagio si fa cronaca che riempie i giornali e le nostre serate davanti alla Tv, ma poi tutto si perde nel vuoto. Si parla di educazione, ma manca chi educa, si parla di lavoro, ma ne vengono costantemente esclusi, si parla di prevenzione, ma non si va oltre i bei propositi, e ci si limita ad essere gli spettatori del dramma o gli esperti del dibattito.
Certamente le radici del disagio giovanile sono profonde e trovano il loro humus in quel diffuso nichilismo, soggettivismo e relativismo, che hanno finito con il far perdere di vista ai ragazzi l’orizzonte del futuro, favorendo il ripiegamento su se stessi, sul tutto e subito delle cose a scapito dell’impegno nella costruzione di sé, della propria vita. E allora? Da dove partire nel tempo della modernità liquida, dove si è smarrita la bussola e la mappa e ci si rende conto di navigare a vista solo quando si sbatte sugli scogli che il sonno del comodismo ha impedito di vedere per tempo, eppure da sempre erano lì, su quella mappa che chiedeva di essere letta, studiata, consultata?
Urge riprendere mappe e bussole per navigare nel tratto di mare che a ciascuno compete, occorrono interventi educativi “preventivi e curativi” delle varie situazioni di malessere generate per lo più dall’assenza di valori di riferimento e di regole precise e coerenti da parte della famiglia, della scuola, della Chiesa e di tutti coloro che hanno a cuore la salute dei giovani.
La Chiesa locale muove in tal senso, preannunciando, ad apertura dell’anno pastorale, “Il Sinodo dei giovani”. Possa questo impegno essere di stimolo alle altre agenzie educative per intraprendere un processo di alfabetizzazione emozionale e civile che punti a sostituire le tre S dominanti nella cultura corrente: Sesso/piacere, Soldi/avere e Successo/potere, con le tre S della dell’educazione integrale della persona: Salute del corpo, Sapienza della mente, Sanità del cuore.
Anna Rita Capozza Chiari