Putignano, Montinaro, Carlino e Bergamo
articolo ripreso da portalecce
Durante la Messa del Crisma di ieri sera, l’arcivescovo Michele Seccia ha reso note le nomine dei nuovi canonici che andranno ad arricchire il capitolo della chiesa cattedrale: si tratta di mons. Adolfo Putignano, mons. Antonio Montinaro e mons. Mauro Carlino (già canonico onorario) in qualità di canonici effettivi e di don Tony Bergamo come canonico “durante munere” in quanto rettore del seminario arcivescovile.
L’annuncio pubblico l’arcivescovo l’ha dato prima di rinnovare insieme con il clero presente le promesse sacerdotali e nel rivolgere auguri speciali ai presbiteri che nel 2021 compiono anniversari di sacerdozio, per così dire, “rotondi”: a don Massimiliano Mazzotta e a don Elio Quarta per il 25°; al card. Marcello Semeraro, all’arcivescovo Luigi Pezzuto e all’eremita don Giovanni Pezzuto per il 50°; a mons. Salvatore Carriero e a don Arcangelo Giordano per il 60° e a mons. Vito Antonio Caricato per il 70°.
Tornando ai nuovi canonici, occorre ricordare che il capitolo, o collegio dei canonici di una cattedrale, di una concattedrale o di una collegiata, a norma del canone 503 del codice di diritto canonico, è un gruppo di presbiteri incaricato di assicurare la celebrazione del culto con continuità e solennità.
In una diocesi il capitolo della cattedrale è il “senato del vescovo”, e vi fanno parte sacerdoti che si sono distinti per particolari meriti nel loro ministero.
I membri di un capitolo si riuniscono secondo quanto stabilito dagli statuti specifici per recitare o cantare la liturgia delle ore e per celebrare la messa capitolare.
Durante le funzioni nella chiesa capitolare, il canonico ha diritto di indossare l’abito corale proprio del capitolo di cui è parte, con i rispettivi colori della talare e della mozzetta, con il cordone e croce pettorale se previsti.
Al capitolo, come vero collegio, competono i diritti delle persone morali collegiali. Il diritto canonico assegna al capitolo il diritto e il dovere di darsi degli statuti che devono regolamentare il regime interno, le riunioni capitolari, l’amministrazione dei beni comuni.
I canonici, fin dal giorno del loro insediamento, hanno diritto a insegne e a privilegi propri. Le insegne sono stabilite dal documento di istituzione del capitolo o da privilegi speciali: i canonici le possono usare nella propria chiesa, in tutta la diocesi in cui si trova il capitolo, e anche al di fuori di essa se così previsto dal privilegio papale. Essi hanno diritto a un seggio nel coro, e “hanno voce in capitolo” nelle loro riunioni (che vengono chiamate anch’esse “capitoli”).
Ai sacerdoti chiamati a questo servizio l’augurio di Seccia e della comunità diocesana tutta perché possano far risplendere nella missione loro affidata la generosità di un ministero a beneficio del popolo e per la gloria di Dio. (f.a.)