la vita di un giovane donata a Cristo e alla Chiesa

la vita di un giovane donata a Cristo e alla Chiesa

articolo ripreso da portalecce

Nei primi vespri della solennità dell’Epifania del Signore, la Chiesa di Lecce ha sperimentato una gioia grande; il Signore, mediante il ministero dell’arcivescovo Michele Seccia, ha donato a questa comunità ecclesiale locale un nuovo sacerdote nella persona del diacono Alessio Seconi.

 

 

 

La celebrazione, trasmessa in diretta da Portalecce e Telerama (CLICCA QUI https://fb.watch/2QD18gsymb/) ha visto – nonostante le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria – la partecipazione di una nutrita rappresentanza del presbiterio diocesano, luogo in cui il novello presbitero è chiamato a vivere la bellezza del ministero e la dimensione della fraternità, oltre che del vescovo emerito di Rrëshen, mons. Cristoforo Palmieri.

Presenti all’evento i familiari di don Alessio giunti a Lecce per l’occasione e don Paolo Di Domenico, parroco di Montorio al Vomano (Te), dove il novello presbitero ha vissuto il primo periodo del suo diaconato.

Toccanti e affettuose le parole che il presule leccese ha rivolto nella sua omelia a don Seconi, la cui ordinazione è segno dell’amore di Dio e raggio di speranza per tutta la Chiesa in un tempo difficile quale è quello della pandemia.

Ha affermato: “Caro Alessio, è giunto il momento di accrescere la tua fede, perché oggi tocchi con mano quanto il Signore superi la concezione del tempo e si mantenga fedele alle sue promesse; hai camminato, come i Magi, potevi cedere allo sconforto, hai perseverato e ora gusti quanto Cristo Gesù non ti ha mai fatto mancare il suo aiuto”.

Il presbitero, nello svolgimento del proprio ministero deve sentirsi animato dal desiderio di essere non esecutore di semplici incarichi, quanto epifania, rivelatore di una presenza (quella del Signore) che serve, annuncia, nutre, accompagna e dona misericordia.

In maniera incisiva, il presule salentino ha asserito: “la bellezza del tuo sacerdozio dipenderà dalla capacità di vivere la celebrazione eucaristica in modo orante; ogni volta che dall’ambone dirai “Parola del Signore “, dovrai sentire prima rivolta a te quella Parola che spezzi e proclami al popolo”.

Il tutto non può, però, prescindere dalla capacità di saper/dover coltivare una vita di preghiera che abbia nel colloquio intimo con il Signore, lo spazio necessario per chiedere, per ascoltare, per accogliere quanto la grazia di Dio dona di vedere con gli occhi dello Spirito, così come ha ben sottolineato il vescovo: “invoca lo Spirito e cerca di scorgere la luce, la strada e la meta di ogni tuo atto che non potrà  se non essere sempre Gesù,  colui che ti ha chiamato, formato e consacrato suo servo”.

Dopo l’omelia ha avuto luogo la toccante e suggestiva liturgia di ordinazione, dove don Alessio ha manifestato dinanzi al vescovo e alla Chiesa la propria volontà di essere cooperatore dell’ordine episcopale, di essere fedele dispensatore dei sacramenti e di voler essere intimamente unito a Cristo, sommo ed eterno sacerdote con la conseguente prostrazione al canto delle litanie dei santi.

In un clima di orante silenzio, quindi, l’arcivescovo Seccia ha imposto le mani sull’ordinando seguito dai presbiteri concelebranti e nella grande preghiera consacratoria ha chiesto al Signore di effondere la sua grazia sull’eletto perché potesse “essere insignito della dignità del presbiterato” (cfr. Rito di ordinazione dei presbiteri).

La vestizione degli abiti sacerdotale, l’unzione delle mani, la consegna del calice e della patena e l’abbraccio di pace con il pastore hanno sancito il totale inserimento di don Alessio nella famiglia sacerdotale leccese, habitat idoneo nel quale ora sarà chiamato a vivere la bellezza del ministero sacerdotale.

Al termine della celebrazione, commosso don Alessio ha avuto parole di affetto e stima verso coloro che lo hanno accompagnato in questo lungo cammino di preparazione al dono del sacerdozio: “da oggi inizia la mia avventura di presbitero di questa Santa Chiesa di Lecce, grato a Cristo Gesù a cui offro tutto di me, senza pretese, al mio padre vescovo, ai miei confratelli, alla mia famiglia e a tutti voi che avete pregato con e per me”.

Una lieta serata, in cui insieme all’oro, all’incenso e alla mirra, la Chiesa di Lecce ha offerto il cuore di un giovane entusiasta che si dona al servizio del Vangelo.

Photogallery di Arturo Caprioli

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