Chiamati…alla Croce del Risorto

Chiamati…alla Croce del Risorto

Shalom/L’augurio pasquale dell’Arcivescovo

I giorni della settimana santa che stiamo  vivendo ci pongono davanti un segno, la croce,  che ci appartiene e che spesso è tra le nostre mani. Di sicuro non può sfuggire ai nostri occhi. In tanti provano a farlo sparire, alla ricerca di sentenze che paludate corti di giustizia emettono, ignorando storia, cultura e tradizioni che sono il tessuto vitale delle nostre comunità.

Per noi questo segno non è un amulet o, un feticci o o uno strano portafortuna. Meno che mai è un ornamento anche se come tale viene sfoggiato nelle più varie forme e posture. Amo ripetere spesso che la croce non è un ornamento, ma un evento.Narra la storia di un amore che è di alta e nobil e fattura. E’ l’amore di un Dio che si fa uomo e non disdegna di dare a questo amore il tutto , la sua vita. Lui stesso lo aveva profeticamente detto: “non c’è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici”.

E’ un evento perché cambia e trasforma la nostra umana debolezza e fragilità, i nostri limiti, le nostre povertà, la miseria dei nostri peccati  in qualcosa di radicalmente nuovo. Dalla Croce condanna e fallimento viene a noi una vita nuova, quella dei figli di Dio.

Come allora non amare, non cercare, non fissare lo sguardo su questa Croce che ha inchiodato al suo legno Cristo Gesù, il Figlio di Dio benedetto? Ma poiché Dio lo ho risuscitato,  è questo è il fondamento della nostra fede, nell’incrocio di sguardi,  non troviamo più il corpo esanime e sconfitto di Gesù Nazareno, re dei Giudei, ma il vincitore della morte, il Cristo vivo, il Cristo Risorto.

Dalla Croce del Risorto giunga a tutti voi il mio augurio pasquale.

+ Domenico d’Ambrosio
arcivescovo

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