“Sinodo diocesano dei giovani: Ora!”

“Sinodo diocesano dei giovani: Ora!”


In occasione della quarta Assemblea diocesana
che si svolge oggi pomeriggio nel Cine-Teatro dei Salesiani

l’arcivescovo metropolita di Lecce, Domenico Umberto D’Ambrosio
pronuncia il seguente intervento.

 

 

Lecce, 25 settembre 2013

1.            Sembrerà strano ma l’avverbio temporale  ORA può essere la motivazione e l’input per il Sinodo diocesano che andiamo ad avviare con questa nostra Assemblea diocesana. Non è una citazione biblica, come normalmente tra noi succede. Come già abbiamo ascoltato viene da uno dei cosiddetti ‘idoli’ di voi giovani, un tale Lorenzo Cherubini da voi conosciuto come Jovanotti che, volendo fare una confessione, piace anche a me.

Gli strani casi della vita. Nel 2006-2007 durante la visita pastorale, missione popolare e peregrinatio Mariae nella diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, c’era un’altra canzone del Signor Lorenzo Cherubini che mi accompagnava soprattutto negli incontri  con i giovani:  Mi fido di te.

Nella  canzone Ora,  c’è un ritornello che possiamo prendere in prestito come provocazione/stimolo per iniziare questa avventura del cammino sinodale con audacia, speranza e coraggio“non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò”.

La scommessa su di voi, cari giovani, la nostra Chiesa, il sottoscritto e tutti noi non la vogliamo perdere, vogliamo giocarla perché guarda a voi non come solitamente fa il mio mondo, quello degli adulti – ma in realtà io non sono d’accordo – : i giovani, ahimè sono un problema!  Io invece guardo a voi e tento di convincermene sempre più  nei tanti incontri, che soprattutto in questi due anni di visita pastorale ho con voi: siete una risorsa, una ricchezza che forse abbiamo accantonato per la difficoltà a cercarvi, ascoltarvi, capirvi, entrare nel vostro mondo che è poi  quello che noi adulti abbiamo in qualche modo propiziato.

Il numero di anni molto più consistente del vostro, ci rende talvolta eccessivamente presuntuosi per cui pretendiamo non solo la prima parola ma anche l’ultima, cosicché svaniscono nel tritacarne delle molte parole, le vostre che poi ci risultano incomprensibili e vuote.

Questa nostra difficoltà a comunicare con voi e tante altre ragioni che ora non è il caso di andare a scomodare, rendono molto spesso  faticoso e non appetibile e comprensibile  per voi, l’annuncio di Gesù Cristo e della sua proposta di vita.

In questi miei primi quattro anni passati tra voi mi sono reso conto, cari miei giovani, che siete una straordinaria ricchezza ma sottovalutata, sprecata, una risorsa di speranza accantonata ai margini delle nostre realtà ecclesiali che pertanto  mostrano le rughe di una vecchiaia precoce e antistorica.

Forse anche agli occhi di tanti di voi la Chiesa sembra ormai piena di rughe  perché vecchia e superata. Eppure la Chiesa, ne è una quotidiana conferma il ministero di Papa Francesco, resta pur sempre la Casa dove lo Spirito suscita novità di vita, di amore e sa offrirci sorprese. La Chiesa è veramente la casa di tutti, dove ogni uomo può scoprire di essere amato e riconosciuto per quello che è.

Questa Chiesa siamo noi, siete voi, e con l’aiuto dello Spirito del Risorto, possiamo rinnovarne il volto eliminando le rughe e rendendola amica di ogni uomo.

Se non vi accoglieremo e non occuperete responsabilità e posti che vi appartengono, non passeranno due decenni e aumenterà vertiginosamente il numero delle nostre Chiese, delle nostre realtà ecclesiali sbarrate non solo per mancanza di preti, ce ne saranno ancora, ma per l’assenza del popolo che cerca e invoca il suo Signore.

2.            Perché e cosa è un  Sinodo dei giovani?

A noi pastori e ai laici adulti la parola “sinodo” richiama e ricorda un evento  importante che ha segnato alcuni anni della vita della nostra Chiesa. Un evento complesso e faticoso ma che ha suscitato speranze e messa all’angolo una certa aria di sfiducia, monotonia e stanchezza nella vita della nostra Chiesa. E’ una parola interessante, direi suggestiva, letteralmente significa camminare insieme, non un evento straordinario, chiuso nel tempo,  ma un farsi nel cammino, un percorso sostenuto e sorretto dallo Spirito Santo.

I protagonisti del Sinodo siete voi giovani, è vostro, non solo rivolto a voi. Siete voi i protagonisti, voi lo orienterete nel suo farsi. Non è una preconfezione che mettiamo nelle vostre mani perché la realizziate. E’ un percorso condiviso.

Troveremo un’immagine biblica per il Sinodo. Io ho pensato a due tra le più belle pagine evangeliche. Una parla di un cammino non in solitario, ma un cammino insieme: il cap. 24,13-35 del Vangelo di Luca. I due discepoli di Emmaus che camminano insieme dopo quello che per loro era stato un fallimento, una delusione cocente e si accorgono che non sono soli: c’è uno sconosciuto che si accompagna e si intromette, senza chiedere il permesso nel loro piagnucoloso discorso.

E’ bello scoprire che nella vostra vita non siete, non siamo mai soli, c’è sempre qualcuno che rimane accanto, legge per noi, rende intelligibile la fatica e la speranza della vita.

L’altra pagina è quella del giovane ricco, è Matteo (19, 16-22; Mc. 10,17-22; Lc18,18-23)  che lo qualifica tale. Va a cercare Gesù per sapere cosa fare per avere la vita in pienezza. E’ forte lo sguardo di Gesù: è uno sguardo d’amore che quasi gli entra dentro. Il risultato è la paura, il non coraggio, di accettare il rischio della libertà dai beni e dalle ricchezze. Se ne va triste!

Voi giovani avete il carisma della novità, del coraggio. Siete chiamati a portare nelle nostre comunità la forza della speranza capace di guidare la nostra Chiesa verso un futuro più sereno che si affida alla forza sconvolgente del vangelo.

Domenica scorsa Papa Francesco ai giovani della Sardegna a Cagliari parlando dell’esperienza del fallimento che  lascia vuoti,  scoraggia, ha detto: “Una cosa da non fare è quella di lasciarsi vincere dal pessimismo e dalla sfiducia….Voi giovani non potete e non dovete essere senza speranza…un giovane senza speranza non è giovane, è invecchiato troppo presto…Un giovane senza gioia e senza speranza è preoccupante: non è un giovane…Quando un giovane sente la sfiducia della vita, quando un giovane perde la speranza, dove va a trovare un po’ di tranquillità, un po’ di pace?….Voi sapete questi mercanti di morte, quelli che vendono morte ti offrono una strada per quando voi siete tristi, senza speranza, senza fiducia, senza coraggio! Per favore, non vendere la tua gioventù a questi che vendono morte! Voi mi capite di che cosa sto parlando! Tutti voi lo capite: non vendere!”.

3.            I tempi e il farsi del Sinodo

Nei mesi scorsi dei gruppi di lavoro in varie e differenti situazioni hanno cercato di individuare qualche motivo di fondo in merito al progetto di un Sinodo dei giovani, un sogno  che da tempo mi portavo dentro e vi ho annunziato  nella lettera pastorale Attraversare la porta,  scrivendo: “Mi auguro e rinnovo il mio impegno perché col prossimo anno mettiamo mano in modo organico, propositivo e cronologico all’annunziata mia proposta di un Sinodo dei giovani  dove finalmente le loro voci, le loro attese, le loro istanze e la loro incerta o assente fede possano trovare lo spazio opportuno per l’ascolto, , il confronto, l’approfondimento , le proposte”.

Ora, dopo questo grande momento ecclesiale che è l’assemblea diocesana che  nel dialogo e nell’ascolto reciproco ci offrirà contributi di idee e di proposte finalizzate al cammino sinodale, un comitato preparatorio raccoglierà quanto è già emerso nei gruppi di lavoro che hanno preceduto questo odierno nostro convenire e la ricchezza di questa assemblea, per proporre al pianeta giovani della nostra Chiesa gli stimoli, le idee e raccoglierne istanze, attese, domande, dubbi. 

Apposite commissioni elaboreranno, dopo la fase di ascolto e di raccolta delle istanze varie, dei documenti che saranno discussi nelle assemblee sinodali che elaboreranno, discuteranno, voteranno e approveranno.

E’ evidente che il Sinodo dei giovani non è e non riguarda solo gli ambiti della pastorale giovanile diocesana. E’ un’ esperienza promossa e vissuta dall’intera Chiesa locale, madre e maestra.

Un accompagnamento importante verrà chiesto a quanti nelle varie realtà ecclesiali sono impegnati nella pastorale e nel mondo giovanile. I tempi non ci perseguiteranno. Penso che nell’arco di due anni, ma con grande libertà senza lasciarci ossessionare da scadenze ferree, potremo giungere alla conclusione del Sinodo.

4.            A voi giovani

Cari giovani miei amici, vi manifesto alcuni miei desiderata.

Aiutate noi adulti a camminare con  vigile attenzione a voi, ‘sentinelle del mattino’, così vi ha definiti il Beato Giovanni Paolo II alla GMG del Giubileo 2000, sentinelle che ci aiutano a intravvedere e gustare la luce del giorno che sta sorgendo.

In questo sinodo la parola è data a voi: indicateci le priorità che dobbiamo privilegiare, le paure che dobbiamo eliminare, le speranze che dobbiamo nutrire. Parafraso alcune parole di un mio amico vescovo: “Prendete la parola in questo sinodo, prendetevi gli spazi necessari per riflettere. Non abbiate paura di dire la vostra su quello che vi suggerirà il cuore,  lo Spirito e il cammino sinodale. Che il Sinodo diventi una grande assemblea itinerante in cui giovani e comunità dialogano insieme per scoprire la volontà di Dio nei segni dei tempi. Alzate lo sguardo e guardate, se potete, l’orizzonte del vostro domani che s’intrecciacon quello della nostra Chiesa e partecipate al suo cammino faticoso ma esaltante.

Non vi tirate indietro: accogliete con intelligente fantasia e gioiosa disponibilità l’invito del vescovo per mettere a disposizione e a servizio della nostra Chiesa le fresche risorse della vostra giovinezza, perché con voi protagonisti la nostra Chiesa possa rinnovarsi ogni giorno alla scuola del Vangelo e sappia concorrere a cambiare il mondo con la testimonianza di un amore ricco di speranza e di fiducia.

Affidiamo il nostro Sinodo alla potente intercessione della Vergine di Nazaret, custode fedele della Parola e alla protezione della piccola grande Santa Teresa di Gesù Bambino e del Beato Pier Giorgio Frassati.

Si parte con decisione, con fiducia, confidando nell’aiuto di Colui che ci ha convocati e alla cui scuola vogliamo rimanere per apprendere la vita e viverla al meglio , giovani e adulti. 

Quando si parte?

ORA

+ Domenico D’Ambrosio

 

 

 

 

 

 

 

 

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