Caritas diocesana in campo contro il ‘generale inverno’. Macculi: pronti per accogliere
articolo ripreso da portalecce
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Ecco il “generale inverno” e torna a risuonare l’allarme per i senzatetto della città. Anche il Salento è entrato nel periodo più rigido dell’anno.
E la Chiesa leccese, dal canto suo, risponde con i mezzi che mette in campo non da oggi. E cioè mantenendo ben aperte le porte dei luoghi di accoglienza, a cominciare dalla Casa della carità. “E se ciò non dovesse bastare, solo in quel caso, valuteremo se aprire anche alcune chiese della città per ospitare i senzatetto durante la notte”. A metterlo in chiaro è don Nicola Macculi, direttore della Caritas diocesana.
Nelle scorse ore, col precipitare delle temperature, sono giunti appelli alla Curia: “Teniamo aperte le chiese del centro storico di Lecce anche di notte per dare la possibilità ai senzatetto di ripararsi dal freddo durante la notte”, è l’invito rivolto sui social anche dal presidente dell’associazione “Pronto soccorso dei poveri”, Tommaso Prima. Nell’ultimo weekend i volontari del “Pronto soccorso dei poveri” e dell’associazione “Salento Rinasce” hanno distribuito ai clochard viveri, teli antigelo e prodotti igienizzanti.
Intanto, la Caritas diocesana è pronta a fare fronte comune e a rispondere come ha sempre fatto. “L’arrivo del freddo – dice il direttore Macculi – genera ulteriori difficoltà per i poveri e le persone in difficoltà, a cominciare dai senzatetto. Noi siamo qui, in prima linea, come ogni giorno dell’anno. E faremo la nostra parte. Come ognuno farà la sua, dal mondo laico e istituzionale a quello alle associazioni. Al momento, come Caritas, abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto e nelle prossime ore troveremo una sistemazione a questa persona. Per il resto, almeno per ora, non sono state segnalate particolari urgenze. Affronteremo l’emergenza freddo – sottolinea don Nicola – mettendo a disposizione le nostre dimore, a cominciare dalla Casa della carità, nel pieno e rigoroso rispetto delle misure anti-Covid e in sinergia con l’Asl. E solo nel caso in cui le nostre strutture di accoglienza non dovessero bastare, si potrebbe procedere con l’ipotesi dell’apertura notturna delle chiese. Ma al momento non c’è necessità” . (M.C.)