Istituto Pastorale Pugliese

Istituto Pastorale Pugliese

ESPRESSIONE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE REGIONALE 

Fondato nel 1966 da Mons. Nicodemo, quale organismo collegiale di propulsione per la regione ed affidato al giovane Sacerdote Cosmo Francesco Ruppi, suo strettissimo collaboratore.

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Tutta la vita della Chiesa ha un senso educativo e la varie­tà dei carismi e mini­steri, che la connota, trova negli Istituti Pastorali Regionali la massima espres­sione. Infatti, l’attuale conte­sto, caratterizzato da sensibili mutamenti socio-culturali, postula una sempre nuova cre­atività pastorale per rispondere con un “volto missionario” al mondo che cambia. L’Istituto Pastorale Pugliese è stato fondato nel 1966 daEnrico Nicodemo, Arcivescovo di Bari e Presidente della Con­ferenza Episcopale Pugliese, quale organismo collegiale di propulsione per la regione, che egli affidò al giovane Sacerdo­te Cosmo Francesco Ruppi, suo strettissimo collaboratore alla Conferenza Episcopale Pugliese. Come citato nell’art. 1 dello Statuto, è istituito presso la Cep e come struttura che nasce dalla comunione delle Chiese di Puglia e si pone al loro diretto servizio. Il suo fine è di alimentare la comunicazione fra le Chiese particolari e tra queste e la società civile; studiare la realtà socio-religiosa regionale, po­nendo attenzione alle esigenze delle comunità e dell’opinione pubblica; favorire itinerari di formazione condivisa tra pre­sbiteri, religiosi e laici, anche in collaborazione con la Facol­tà Teologica Pugliese e il Se­minario Teologico Regionale; promuovere iniziative di dia­logo tra le Chiese di Puglia e le espressioni culturali presenti sul territorio.

La Conferenza Episcopale Pugliese designa ogni cinque anni un Vesco­vo che funge da Presidente dell’Istituto Pastorale Pugliese. Attualmente è Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca. La Direzione è affidata ad un Sacerdote, il cui compito è di coordinare tutte le attività dell’Istituto Pastorale Pugliese e di presiederlo. La sua nomina, ad opera della Cep, è ad quinquennium e suoi collaboratori sono un segreta­rio ed un tesoriere. Il nuovo direttore è Mons. Piero De Santis, parroco della Basili­ca Concattedrale S. Agata in Gallipoli, Vicario Episcopale per l’Evangelizzazione della Diocesi di Nardò-Gallipoli, docente di Teologia Sacramen­taria, membro del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale della sua diocesi. L’Istituto Pastorale Pugliese, inoltre, fruisce di un Consiglio il cui compito è di valutare le proposte dell’Ufficio di Dire­zione per il raggiungimento dei fini statutari, formulandone anche di nuove. Esso si riuni­sce almeno una volta all’anno ed è composto dal Segretario, dal Rappresentante del Cism Regionale, da una Rappresen­tante dell’Usmi Regionale, un Rappresentante del Giis Regionale, dal Delegato Re­gionale dell’Azione Cattolica, dal Segretario della Consulta Regionale delle Aggregazio­ni laicali, dal Preside della Facoltà Teologica Pugliese, dal Rettore del Seminario Teologi­co Regionale, dal Responsabile del coordinamento pastorale di ciascuna Diocesi, dai Compo­nenti dell’Ufficio di Direzione dell’Istituto Pastorale Pugliese.

 Sonia Marulli

IL SITO WEB

Il sito dell’Istituto Pastorale Pugliese ha una grafica essenziale e chiara; è accattivante, aggiornato e ricco di informazioni utili ed esaustive, completo di Statuto, organigramma, membri, commissioni, documenti e pubblicazioni consultabili, notizie sulla Conferenza Episcopale Pugliese, archivio not. Diocesi, eventi regionali e nazionali, descrizione geografica e mappa della sede a Molfetta, modalità di contatti, scheda d’Istituto, agenzie stampa (Sir, Avvenire e Zenith), notizie sul prossimo V Convegno Ecclesiale del 9-13 novembre 2015 a Firenze.

 

Cura e organizza anche un Archivio di risorse multimediali (audio, video, immagini), propala informazioni sul Seminario regionale, i Seminari minori, gli Ist. Sup. di Scienze Religiose, sugli Annuari delle Chiese di Puglia, le Riviste diocesane, le Commissioni Ipp, la Facoltà Teologica. Specifica che l’Istituto Pastorale Pugliese (Ipp) è un organismo di comunione, di studio e di servizio promosso dalla Cep. La Conferenza Episcopale Pugliese (Cep), che il 17 novembre 1966 eresse l’Istituto Pastorale Pugliese, alla luce del decreto Christus Dominus e del motu proprio Ecclesiae Sanctae, ne conferma oggi la validità.

 

A COLLOQUIO CON MONS. PIERO DE SANTIS DIRETTORE DELL’ORGANISMO REGIONALE… 

href=”http://loradelsalento.diocesilecce.org/wp-content/uploads/2015/02/donpiero.jpg”>donpiero“IL NOSTRO ITINERARIO VERSO FIRENZE” 

Mons. De San­tis, cos’è l’Istituto Pa­storale Pu­gliese? Chi l’ha fondato e a quale scopo? Chi ne è il Presidente? Quali compiti ricopre il Direttore? Di quali organismi si avvale l’Isti­tuto? Dove ha sede?

L’Istituto Pastorale Pu­gliese (Ipp) è stato eretto dalla Conferenza Episcopale Pugliese il 17 novembre 1966, alla luce del decreto Christus Dominus e del motu proprio Ecclesiae Sanctae del Papa Paolo VI. Esso è un organi­smo che nasce dalla comu­nione delle Chiese di Puglia, si pone al loro diretto servizio ed ha il compito di alimen­tare la comunicazione fra le Diocesi e fra queste e la so­cietà civile; studiare la realtà socio-religiosa regionale, po­nendo attenzione alle esigenze delle comunità e dell’opinione pubblica; favorire itinerari di formazione condivisa fra pre­sbiteri, religiosi e laici, anche in collaborazione con la Fa­coltà Teologica Pugliese e il Seminario Regionale di Mol­fetta; promuovere iniziative di dialogo tra le Chiese di Puglia e le espressioni culturali pre­senti sul territorio. Presidente dell’Ipp è Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento – S. Ma­ria di Leuca. Egli assicura il collegamento con la Confe­renza Episcopale Pugliese e garantisce l’osservanza degli orientamenti dati dalla stessa Conferenza. Il Direttore, in­vece, avvalendosi anche della collaborazione di esperti, ha il compito di coordinare tutte le attività dell’Ipp, che ha sede a Molfetta presso il Seminario Regionale.

Quali sono le Commissio­ni Pastorali?

Tra i componenti del Con­siglio dell’IPP c’è un rappre­sentante delle 16 Commissioni regionali: Commissione per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi; per la liturgia; per il servizio della carità e della salute; per il clero e la vita conSacrata; per il Semi­nario Regionale Maggiore; per il Laicato; per la famiglia e la vita e per la pastorale giovani­le; per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese; per l’ecumenismo e il dialogo; per l’educazione cat­tolica, la scuola e l’università; per i problemi sociali e il lavo­ro, la giustizia e la pace; per la cultura e le comunicazioni sociali; per le migrazioni; per gli affari giuridici; per il tem­po libero, turismo e sport; per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia del culto. Esse sono state costituite per coordinare le iniziative riguardanti un de­terminato settore pastorale.

Cosa richiede, nello specifico, la formazio­ne permanente dei presbi­teri nelle Chiese di Puglia? Non è urgente un umane­simo in ascolto; concreto; plurale e integrale; d’inte­riorità e trascendenza?

Per grazia di Dio la nostra Regione ha tanti presbiteri che con generosità e semplicità servono le comunità ecclesiali. Credo che ormai in ogni pre­sbitero è radicata la consape­volezza che la significatività e la fecondità del ministero di­pendono dall’esperienza della formazione permanente da vi­vere come processo di continua conversione, coinvolgente la dimensione umana, spirituale, intellettuale e pastorale. Se vis­suta con costanza, motivazione ed impegno la formazione per­metterà al prete si essere un testimone credente e credibile di Gesù, del quale è “ripre­sentazione Sacramentale”. E sarà proprio l’esperienza del­la formazione permanente che abiliterà ulteriormente i pre­sbiteri ad essere a servizio del nuovo umanesimo che fissando lo sguardo su Cristo si rive­la come umanesimo esso è in ascolto delle persone per evi­denziare la bellezza di ciò che c’è in loro ed alimentare la spe­ranza; che è concreto perché si impegna a dar vita a processi, mobilitare risorse, combattere l’indifferenza con l’attenzio­ne all’altro; che è plurale e integrale perché sfaccettato e ricco di sfumature, dove solo dall’insieme dei volti concreti delle persone si riesce a scor­gere il volto bellissimo di Gesù; che alimenta nell’uomo la con­sapevolezza che egli proviene dall’intimo di Dio.

La ricerca dell’umanità nuova che cresce anche nel nostro tempo richiede di affinare l’attitudine del discernimento?

La preparazione al Con­vegno di Firenze credo che sia un’occasione propizia perché le Chiese che sono in Puglia pos­sano ripensare lo stile peculia­re con cui interpretare e vivere l’umanesimo nell’epoca della scienza, della tecnica e della comunicazione. Bisogna ali­mentare la speranza per poter rintracciare strade che condu­cano tutti a convergere in Gesù Cristo, che è il fulcro del “nuo­vo umanesimo”; della sua “na­scita” dentro la storia comune degli uomini noi cristiani siamo consapevoli e convinti testimo­ni. Ciò può verificarsi solo se ci impegniamo ad educarci e vive­re l’attitudine al discernimento, che è il metodo che il Vaticano II ha lasciato come eredità alla Chiesa e che l’Episcopato ita­liano ha riproposto in più occa­sioni e in molti documenti. 

 

Dal Vaticano II, la Chiesa ha imparato a fissare il suo sguardo nel mondo con­temporaneo, su un uomo in relazione che riconosce la propria condizione di fi­gliolanza nella società: uno sguardo critico e fiducioso ad un tempo, sempre cari­co dello stesso amore con cui Dio ama il mondo (Gv 3,16). Non è vero?

La Costituzione Concilia­re Gaudium et Spes presenta la Chiesa come una finestra aperta sul mondo. Vi troviamo infatti, in un modo quanto mai limpido e paradigmatico, quell’atteg­giamento di “interesse”, di at­tenzione, di amore al mondo che ha caratterizzato tutto il Conci­lio e che Paolo VI ha così mi­rabilmente descritto nell’omelia della Sessione conclusiva: “Il Concilio è stato vivamente inte­ressato dallo studio del mondo moderno. Non mai forse come in questa occasione la Chiesa ha sentito il bisogno di conosce­re, di avvicinare, di comprende­re, di penetrare, di servire, di evangelizzare la società cir­costante, e di coglierla, quasi di rincorrerla nel suo rapido e continuo mutamento”. È stata proprio questa la gran­de novità solennemente inau­gurata con il Concilio e, in particolare, con la Gaudium et Spes. Una novità quanto mai significativa se si tengo­no presenti distanze e fratture verificatesi negli ultimi seco­li, fra la Chiesa e la società. Questa inedita “apertura sul mondo” non è altro che un atteggiamento suggerito dal­la missione essenziale della Chiesa ed è profondamente guidato dalla carità, che fa della prossimità ai fratelli il ca­rattere distintivo dei cristiani. Papa Francesco, che ha fatto del Consiglio la sua bussola, continua ad esortare la Chiesa a non essere autoreferenziale, ma a vivere in uscita, entrando in relazione con il mondo vi­vendo cinque atteggiamenti: prendendo l’iniziativa, coin­volgendosi, accompagnando, fruttificando e festeggiando. 

La ricezione del Conci­lio da parte della Chiesa Italiana è avvenuta, in modo particolare, attra­verso l’elaborazione dei Piani Pastorali e la cele­brazione dei Convegni Ecclesiali. Perché questa scelta si è rivelata parti­colarmente felice?

Quello di Firenze sarà il quinto Convegno Ecclesiale Nazionale. Il primo si tenne nel 1976 a Roma sul tema Evangelizzazione e promo­zione umana, quindi fu la volta di Loreto nel 1985 (Ri­conciliazione cristiana e co­munità degli uomini), Paler­mo nel 1995 (Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia) e Verona nel 2006 (Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo). Po­tremmo dire che i cinquanta anni trascorsi dalla conclu­sione del Concilio in poi sono stati scanditi da questi eventi ecclesiali. Ogni Convegno ha incrociato di volta in vol­ta quello degli Orientamenti pastorali del decennio entro il quale lo stesso Convegno si collocava. 

Rimanendo fedeli all’i­dea conciliare della Chiesa “popolo di Dio”, com’è possibile aggan­ciare l’azione pastorale alla vita parrocchiale? L’orientamento pastora­le è la “conversione pa­storale” ovvero la “Chie­sa in uscita”?

Non può che essere que­sto. Dal Concilio in poi il magistero è stato costante nell’incoraggiare la Chiesa ad essere Chiesa in uscita, disponibile ad arrivare alle periferie non solo geografi­che ma anche esistenziali per favorire la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia. 

Cosa sta facendo l’Isti­tuto Pastorale Pugliese per coinvolgere la Re­gione nella preparazione al Convegno Nazionale di Firenze?

Ha elaborato e proposto un itinerario che coinvolge­rà i 132 delegati diocesani, i presbiteri, i diaconi, i re­ligiosi e i laici che vivono ed operano nelle comunità ecclesiali e tutti coloro che possono essere interessati alle tematiche che sono state definite alla luce del tema del Convegno Ecclesiale Nazio­nale (In Gesù Cristo il nuovo umanesimo) e degli Orien­tamenti pastorali della Con­ferenza Episcopale Italiana per il decennio 2010-2020 (Educare alla vita buona del Vangelo). Dopo il primo in­contro, durante il quale è sta­ta presentata la Traccia ce ne saranno altri tre: uno al sud, uno al centro e uno al Nord della Puglia.

 

 

TRE INCONTRI SULLA TRACCIA 

I tre incontri in preparazione al Convegno Nazionale di Fi­renze si comporranno di due interventi: il primo svilupperà il tema proposto, il secondo sarà una testimonianza da parte di persone direttamen­te coinvolte nell’ambito a cui si farà riferimento. Le temati­che saranno le seguenti: 

COLTIVARE E CUSTODIRE IL CREATO

Educare al lavoro e alla salvaguardia del Creato. In questo incontro sarà pro­posta una lettura del mondo del lavoro, in particolare nel sud della Puglia, con il necessario riferimento alla salvaguardia del creato, evidenziando ciò che può diventare una provocazione alla speranza ed un richia­mo ai cieli nuovi e alla terra nuova in cui avrà stabile dimora la giustizia. Relatore sarà don Antonio Panico, Vicario Episcopale per i Pro­blemi sociali e la custodia del creato, Sociologo e docente, mentre la testimonianza sarà offerta dal dott. Giuseppe Gigante, Direttore regionale vicario dell’Inail. 

firenze

EDUCARE A UNA UMANITÁ NUOVA

Dialogo e confronto con le prospettive antropologiche della cultura contemporanea. In questo incontro, promos­so dalla Facoltà Teologica Pugliese in collaborazio­ne con l’Istituto Pastorale Pugliese, si offrirà una riflessione “sull’uomo nuovo” che emerge dalla cultura contemporanea in campo antropologico laico (da parte del prof. Duccio Deme­trio, fondatore e direttore scientifico della Libera Università dell’Autobiografia (Lua – Anghiari [Arezzo]) e già ordinario di Filosofia dell’educazione nella Facoltà di Scienze della formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca) e teologico (con il contributo del prof. Jean Paul Lieggi, Docente di teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese). 

LA FORZA DELLA DEBOLEZZA

Educare nel tempo della fragi­lità e della liquidità. In quest’ul­timo incontro il P. Giovanni Cucci, teologo e psicologo, membro del comitato reda­zionale della Civiltà Cattolica, dopo aver colto le ferite che segnano l’uomo contempo­raneo, rivelando così la sua fragilità, ci aiuterà a prendere consapevolezza del fatto che esse possono diventare ferito­ie che veicolano la forza che viene dalla Croce di Cristo. La dott.ssa Lucia Miglionico condividerà con noi la sua esperienza di Medico presso il reparto di Oncologia Pedia­trica dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” in San Giovanni Rotondo.

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