Lettera alle Famiglie della Chiesa di Lecce

Lettera alle Famiglie della Chiesa di Lecce

“Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta” (Lc 10,42)

 

Carissimi, l’anno pastorale, appena iniziato, sarà ancora all’insegna dell’ascolto, ma con una connotazione precisa che coinvolgerà la pietra miliare della società di ogni tempo: la famiglia.

Sì, miei cari, quest’anno, ci porremo in ascolto della famiglia per genera-re una famiglia nuova, per un rinnovamento ed una rinascita della famiglia attraverso un itinerario che ci condurrà dalla mensa domestica, alla quale se-diamo per nutrirci ed alimentarci quotidianamente, alla mensa eucaristica dove ci saziamo con il Cibo dell’Amore.

Papa Francesco afferma che il tempo della famiglia, lo sappiamo bene, è un tempo complicato e affollato, occupato e preoccupato. È sempre poco, non basta mai, ci sono tante cose da fare.

La mensa domestica ci riporta alla tavola apparecchiata, al banchetto della condivisione quotidiana al quale ci accostiamo con i nostri cari, con coloro che più amiamo; è il luogo ideale per gustare i frutti del lavoro, per rendere grazie al Signore dei doni ricevuti, per esprimere gratitudine a chi ha cucinato e preparato con cura e dedizione al fine di rallegrare palati e cuori.

Nella mensa domestica, si può riscoprire insieme lo spirito della preghiera che ridona spazio a Dio, esce dalla ossessione di una vita alla quale manca sempre il tempo, ritrova la pace delle cose necessarie, e scopre la gioia di un regalo.

Ho voluto indirizzarvi questa mia prima lettera in occasione dell’anniversario della dedicazione della Cattedrale, la nostra Chiesa Madre, la Casa che ci raccoglie, ci rende ‘uno’ e ci fa sperimentare, seduti alla mensa eucaristica, lo spirito della famiglia.

Trovate il tempo per mettervi insieme, nella vostra famiglia, all’ascolto dell’Altro, della Parola che nutre, per meditare e riflettere ripartendo dal di-segno originario di Dio che, nel meraviglioso progetto della Creazione, ha voluto la famiglia… Il Vangelo letto e meditato in casa è come il pane fresco e profumato che nutre il cuore di tutti.

La nostra strada prevede quattro tappe, oasi rigeneranti, ristoro per l’ani-mo, luoghi privilegiati per rinvigorire i passi del cammino:

1. In ascolto dell’Altro perché sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo (Lc 4,4) per alimentarsi nella famiglia alla mensa della Parola.
2. In ascolto degli altri perché vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 13,34) per ricostruire nella famiglia relazioni nuove all’insegna della gratuità.
3. In ascolto della società perché voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo (Mt 5,13-14) per interagire con le agenzie educative favo-rendo una sana crescita dei figli.
4. In ascolto del Creato perché Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona (Gen 1,31) per ristabilire l’ordine e l’armonia della Crea-zione, dovere di ogni famiglia.

E ora fermiamoci a pregare

Dal Vangelo di Luca (10,38-42)

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’im-porta nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.

Meditiamo:

Marta e Maria sono le due sorelle di Lazzaro, l’amico di Gesù che in questa pagina del Vangelo non compare.
Fermiamoci a immaginare la scena: una sorella che si muove indaf-farata e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dai suoi di-scorsi. Dopo un po’ Marta, evidentemente risentita, non resiste più e protesta. Ma la parola di Cristo fa chiarezza: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa ospitalità; ma un richiamo netto all’unica cosa veramente necessaria: ascoltare la sua Parola ed entrare subito in relazione con Lui: Gesù, che è lì presente!
Anche nelle nostre case, se noi lo vogliamo, Egli può diventare l’Ospi-te. Anzi, nell’esperienza quotidiana della preghiera domestica, fatta di ascolto e condivisione, Egli può gradualmente entrare nel cuore della vita di famiglia, fino ad esserne il fulcro, il riferimento certo. Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano. Senza Gesù, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza Gesù anche la tavola domestica perde il suo significato più profondo e si riduce a un rito sterile e abitudinario.
Impariamo ad accogliere Gesù a casa nostra, certi che così avremo scelto la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande.

 

Salmo 128
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie. Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli. Pace su Israele!

Riflettiamo

La preghiera sgorga dalla confidenza con la Parola di Dio.

o Abbiamo in casa il Vangelo?
o Lo apriamo qualche volta per ascoltarlo e riflettere assieme?
o Troviamo in casa un momento di preghiera familiare?
Se alla mattina e alla sera, o quando ci mettiamo a tavola, impariamo a dire assieme una preghiera, con molta semplicità: è Gesù che viene tra noi, come andava nella famiglia di Marta, Maria e Lazzaro. (Papa Francesco)
 
Spinti da queste parole del Santo Padre, accogliete l’invito a fare della preghiera a tavola un appuntamento importante per la vostra vita familiare.
Vi abbraccio uno per uno e benedico la vostra famiglia. Buon cammino, insieme a tavola!
Vostro aff.mo

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