workshop a Lecce con Hennecke
articolo ripreso da portalecce
Perché parlare di ‘Sinodalitá: sfida per nuovi paradigmi e linguaggi ecclesiali’?
Il prof. Christian Hennecke, teologo tedesco che dal 2015 dirige a Hildesheim (Germania) l’Ufficio diocesano per la pastorale, approfondirà questa tematica nel solco del tema scelto dalla diocesi di Lecce per il cammino sinodale in atto: ‘Nuovi linguaggi per comunicare la fede e creare nella Chiesa corresponsabilità e sinodalità’.
La Chiesa di Lecce e l’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano ‘don Tonino Bello’ lo ospiteranno giovedì 9 maggio alle 19.30 nella sala conferenze del Centro maditerraneo di pastorale e cultura “ Giovanni Paolo II” di Lecce (ex nuovo seminario), per un incontro con workshop aperto a tutti.
“Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione” (Evangelii gaudium, 27). Una conversione pastorale ecclesiale appare ormai inevitabile nel nuovo percorso della Chiesa cattolica di questo terzo millennio.
E l’esperienza del prof. Hennecke, partendo dal nord della Germania, aprirà a visioni profetiche in questo cambio d’epoca. La regione della diocesi di Hildesheim, infatti, è stata caratterizzata già nel passato da una convivenza e confronto continui con differenti profili confessionali, generando una forma mentis che ha allargato le comuni prospettive di Chiesa. Poiché “vi è da sempre in atto, nel popolo di Dio, una dinamica di trasformazione e, nonostante le tentazioni, le cadute, le debolezze e le tragedie, Dio avanza sempre con il suo popolo”, oggi, a fronte di questa profonda trasformazione della società e del cristianesimo, siamo in grado di vedere come il vecchio modello di Chiesa, gerarchica e asimmetrica tra clero e laici, non sia più applicabile.
Il cattolicesimo dei tempi passati della christianitas appare oggi come un ‘acquario cattolico’, nel quale i cristiani erano tanti e tutti nominalmente cattolici.
Quindi lo slancio missionario andava in due sole direzioni: formare nella fede bambini e giovani e propagare il cristianesimo tra i pagani fuori dell’Europa.
Era un mondo dove le istituzioni controllavano il comportamento delle persone e, all’occorrenza, anche lo sanzionavano.
Nella nostra contemporaneità, non si tratta, chiarisce Hennecke, di nostalgia o ristrutturazione, né di un processo di decadenza che richiede l’essere ‘moderni’. La sfida consiste nel ripensare, alla radice, cosa sia la Chiesa, senza concentrarsi sulle strutture o sugli organismi del potere, ma “indagando sull’originalità e l’origine della nostra identità. Dovremo solo pregare e fare ciò che è giusto per gli uomini”.
Una vera conversione si realizza con un nuovo sguardo sul mondo, liberi dai condizionamenti del passato per coltivare una sana ‘curiosità’ nel cogliere i segni dello Spirito che soffia, lasciandoci sorprendere dalle nuove realtà che Egli sta creando. Come analizza don Vito Mignozzi: “Lo stile di una Chiesa sinodale deve caratterizzare la pastorale della vita quotidiana, capace di rimettere al centro la Parola di Dio e di curare le soglie di accesso al Vangelo da parte degli uomini e delle donne di oggi”.