Veglia missionaria a Merine. Un nodo dopo l’altro per essere ‘tessitori di fraternità’

Veglia missionaria a Merine. Un nodo dopo l’altro per essere ‘tessitori di fraternità’

articolo ripreso da portalecce

Durante la Veglia missionaria diocesana presieduta ieri sera dall’arcivescovo Michele Seccia nella chiesa parrocchiale San Giovanni Paolo II di Merine, la presenza di una gomena ai piedi dell’altare, annodata più volte, ha voluto sottolineare la volontà di noi tutti di accorciare le distanze.

 

 

In un periodo storico che ci impone il distanziamento sociale, il messaggio inviato durante la celebrazione esorta alla vicinanza fraterna, per abbattere le paure, creando nuovi percorsi missionari.

Con l’aiuto dell’apostolo Paolo, le cui riflessioni hanno guidato la celebrazione, abbiamo riscoperto che l’unico modo per sopravvivere alla tempesta che affligge il mondo è racchiuso nel semplice gesto dello “spezzare il pane”, segno di fraternità, fonte di coraggio, compimento di salvezza.

Le preziose testimonianze missionarie di Suor Celeste, Clarissa del Monastero di Lecce, e di Fra Adolfo, frate francescano missionario in Congo Brazzaville, ci hanno fatto meditare sull’importanza di vivere in un clima fraterno, soprattutto nei periodi difficili. San Francesco ai suoi missionari comunicava l’importanza del rapporto fraterno indicando tre semplici regole: “non litigate fra voi, non fate dispute con gli altri e mettetevi a servizio di tutti”. Questa è la via alla fraternità universale che ci permette davvero di essere “Fratelli tutti”.

Infine l’arcivescovo ha invitato l’assemblea missionaria a scoprire il lato positivo dei nodi realizzati alla gomena durante la veglia, non costringenti, ma liberanti. Nodi che ci avvicinano, che ci danno forza e nuovo slancio missionario, che ci indicano il cammino per essere sempre e ovunque tessitori di fraternità.

 

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