Pubblicate le omelie ‘rubate’ a don Tonino parroco. Presentato a Lecce ‘Sulla tua Parola’

Pubblicate le omelie ‘rubate’ a don Tonino parroco. Presentato a Lecce ‘Sulla tua Parola’

articolo ripreso da portalecce

“Sulla tua Parola. Omelie inedite di don Tonino Bello” a cura di mons. Vito Angiuli e di Giancarlo Piccinni è il titolo del libro presentato ieri sera nel salone dell’episcopio in Piazza Duomo a Lecce.

 

Rivivere il pensiero di don Tonino attraverso nove omelie registrate da Pina Scarcella. Correva l’anno 1982, dal 1° gennaio al 2 novembre, “per nulla attratta né incuriosita dalla fama che aveva preceduto il suo arrivo nella parrocchia della Natività. Non provavo interesse per un uomo di Chiesa”, scrive Pina. Eppure le voci di un parroco fuori dell’ordinario, quelle voci corali ed insistenti la portano in quella parrocchia traboccante di gente.  Momenti unici fissati in dei nastri, custoditi per lungo tempo sino al dono alla ‘Fondazione don Tonino Bello’ di Alessano.

Questa l’origine del libro edito da San Paolo, accompagnato dal racconto di Mons. Angiuli, del dott. Giancarlo Piccinni, di don Sandro D’Elia, moderatore dell’evento, dell’arcivescovo Michele Seccia, che hanno conosciuto, frequentato e sostenuto don Tonino Bello, in un periodo in cui dai più era considerato un personaggio ‘scomodo’, come sottolineato da don Sandro.

Non un ritorno al passato, dal vescovo al parroco, ma un recupero e un mettere in evidenza i temi importanti che da sempre hanno guidato il ministero di don Tonino: pace, accoglienza, ospitalità, convivialità, la credibilità dei cristiani. La sua voce sensibilizza ancora le coscienze, grida ‘aprite gli occhi’ sulle finestre del mondo, sul bisogno di trascendenza dinanzi al diffondersi di una concezione immanentistica della vita. Un linguaggio diretto, chiaro, schietto con citazioni colte, come il riferimento al filosofo Emanuele Severino, ad Albert Camus, a Concetto Marchesi, latinista e accademico italiano, in un dialogo educativo e formativo delle coscienze. Un linguaggio anticonformista e rivoluzionario forse allora, ma ancora provocatore ed attuale oggi.

Un incontro che ha coinvolto i presenti nella narrazione del pensiero e della sua umanità, sempre accanto a tutti, alla portata di tutti e per tutti semplicemente don Tonino.

La nostalgia per chi lo ha conosciuto e la malinconia per chi non ha potuto farlo si mescolano in un sentimento sincero di riviverlo come una guida ancora presente, incisiva per la fedeltà al vangelo e alla sua missione.

Così come dalle sue parole nell’ultima omelia del 2 novembre 1982, in occasione della commemorazione dei defunti: alla morte “bisognerebbe darle il volto della primavera, il mantello degli autunni floridi delle nostre campagne; bisognerebbe darle la tenerezza della madre, sì perché poi, se crediamo, così è: è la morte che ci partorisce alla vita”. Don Tonino Bello, la voce di un credente credibile, nella gioia così come nella sofferenza della malattia. Sulla sua parola, che ci conduce non in luoghi comodi e sicuri, ma in acque profonde e ‘rischiose’ per affrontare davvero – precisa il card. Matteo Zuppi nella prefazione – “il mistero della vita e capire cosa significa fidarsi di Dio”.

 

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