Le rotte adriatiche della santità tra la Puglia e la Dalmazia. Convegno oronziano a Turi
articolo ripreso da portalecce
e scritto da Andrea Pino
L’appuntamento è di quelli da non perdere. Sabato 24 agosto, alle 19.30, nella splendida cornice del palazzo marchesale di Turi, si terrà l’importante convegno “Le rotte adriatiche della santità. Il culto di Sant’Oronzo vescovo tra la Puglia e la Dalmazia”.
L’evento, cui Portalecce sarà comunque presente per offrirne poi un preciso resoconto ai lettori, si preannuncia affascinante sotto molteplici aspetti. Com’è noto, la cittadina di Turi, nella diocesi di Conversano-Monopoli, ha vissuto lo scorso anno la stupenda esperienza del giubileo in occasione del 1950esimo anniversario del martirio di Sant’Oronzo, datato dalla tradizione locale all’anno 68 d.C. (LEGGI ARTICOLO) A catalizzare la devozione dei fedeli e l’interesse degli studiosi fu però la preziosa cassettina-reliquiario, risalente all’XI sec., ritrovata nella città croata di Nona dallo storico Stefano de Carolis e portata poi a Turi nei giorni della festa patronale. Tale cassettina conterrebbe un’insigne reliquia attribuita al martire leccese ma soprattutto presenta la più antica iconografia di Sant’Oronzo ad oggi conosciuta (LEGGI ARTICOLO).
Certo, la lipsanologia, cioè lo studio delle reliquie, è materia delicata quanto scivolosa. Tuttavia, questa scoperta ha schiuso un nuovo, intrigante, scenario nell’ambito della questione oronziana. Di fatto, l’immagine del reliquiario di Nona, che propone un Oronzo con i tipici paramenti episcopali bizantini, è qualcosa di assolutamente inedito e testimonia ad ogni modo un culto molto più antico di quanto non si pensasse sino ad ora. In questo caso inoltre sarebbe scongiurato il pericolo di una confusione agiografica tra il nostro patrono ed altri santi quasi omonimi. È vero infatti che la storia cristiana ricorda un Sant’Aronzio martire a Potenza ed un Sant’Oronzo di Embrun, entrambi vissuti nel IV sec. Ma, a quel che è dato sapere, a nessuno di tali personaggi è mai stata attribuita la dignità vescovile. L’iconografia di Nona dunque farebbe riferimento proprio al protovescovo salentino (LEGGI ARTICOLO) .
Il convegno di Turi sarà comunque la circostanza propizia per fare luce sui diversi interrogativi sollevati dal ritrovamento del reliquiario in Dalmazia e per approfondire le nuove certezze acquisite. In tale ottica, risulteranno fondamentali gli interventi del prof. Nikola Jakšić dell’Università di Zara, del prof. Miljenko Domijan, preside del consiglio nazionale croato per i beni culturali, e della prof.ssa Emanuela Elba, storica dell’arte e delle miniature dell’Università di Cassino. La conferenza avrà anche il merito di mettere in contatto, per la prima volta dopo più di un decennio, studiosi della questione oronziana provenienti da alcuni tra i principali centri in cui è radicata la devozione per il grande martire appulo. Nello specifico, Ostuni sarà rappresentata dal prof. Dino Ciccarese (LEGGI ARTICOLO) mentre per Lecce presenzieranno il noto storiografo Mario Cazzato e don Michele Giannone dell’Istituto Metropolitano di Scienze Religiose. Nel corso della serata sarà anche presentato il bellissimo volume Proteggerò questa città. Atti del Giubileo Oronziano, pubblicato a cura dell’arciprete turese don Giovanni Amodio e con l’appassionata collaborazione del dott. Egidio Buccino.