In memoria di Mons. Cosmo Francesco Ruppi
Messaggio dell’Arcivescovo Mons. Domenico D’Ambrosio
Lecce 29 maggio 2011
Ai Reverendissimi Sacerdoti
Carissimi,
nell’ora del Vespro di questa VI domenica di Pasqua il nostro Mons. Cosmo F. Ruppi è tornato alla casa del Padre.
Da tempo lottava con forze ma soprattutto con adesione piena alla volontà del Signore, contro il male che ha posto fine
alla sua diuturna, laboriosa, feconda giornata terrena che da sempre, con generosità totale e fedeltà senza riserve,
lo ha visto impegnato al servizio del Regno di Dio e all’annunzio costante della Parola di salvezza.
Pochi giorni fa nell’ultima mia visita presso la Fondazione Giovanni XXIII da lui fondata e scelta come sua dimora al termine del servizio episcopale attivo nella nostra Chiesa, mi ero reso conto dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, della sua debolezza fisica ma, nello stesso tempo, anche della sua voglia di lottare per continuare a dedicarsi al servizio della preghiera , in particolare per la sua cara Lecce e per i suoi Sacerdoti, e all’annunzio del Vangelo sui media che lo hanno avuto impareggiabile protagonista per molti decenni della sua vita. Ho capito che avvertiva come vicina la chiamata del Signore che attendeva con serenità, per la manifestazione di affetto particolare che mi ha riservato nel saluto di congedo, rinnovando il suo amore alla cara Chiesa di Lecce, a voi in particolare.
Non possiamo dimenticare l’operoso ministero episcopale che per venti anni lo ha visto tra noi insonne apostolo, intelligente e sapiente interprete del Vangelo, ministro di carità verso i tanti poveri che hanno trovato in lui il buon samaritano che si è preso cura di loro, a prezzo di sofferenze e incomprensioni che hanno ferito senza fermare o arrestare l’ onda lunga del suo amore.
Ha amato con passione generosa ed entusiasta la nostra Chiesa alla quale ha dedicato ogni sua energia, aiutandola a inserirsi nel solco della novità che parte dal Concilio e che , attraverso il magistero del Beato Giovanni Paolo II, ha aperto nuovi spazi per entrare nel multiforme ‘moderno areopago’.