‘I Martedì di Quaresima’ della Chiesa di Lecce. Don Antonio Loffredo: nella Chiesa da innamorati
articolo ripreso da portalecce
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- di Giuseppina Capozzi
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“Due categorie sono presenti nella Chiesa: gli innamorati e gli abituati” e “il linguaggio che ho scelto di utilizzare” per comunicare la fede “è quello della bellezza” che nutre l’anima.
Don Antonio Loffredo, ospite nella serata di ieri per il percorso sinodale de “I Martedì di Quaresima” della Chiesa di Lecce, giunto al secondo appuntamento e trasmesso in diretta da Portalecce Tv (GUARDA), ha così chiarito la sua prospettiva di visionario sacerdote appassionato di umanità. Assente giustificato l’arcivescovo Michele Seccia perché impegnato a Molfetta nella “due giorni” della Conferenza episcopale pugliese.
L’obiettivo di un sacerdote non deve essere quello di interrogarsi sulla partecipazione alla messa di qualcuno, ma permettere a quel qualcuno di realizzarsi nel bene con l’attrattiva di Cristo.
Cogliere i segni dei tempi diventa una priorità per chi intende far calare nella realtà il messaggio evangelico. E siamo ad una curva, dice don Antonio, che dobbiamo superare per continuare nel cammino di crescita della fede.
Si tratta di dare una possibilità all’essere umano di riconoscere in sé stesso i fondamenti di una sana relazione: lui ci ha provato dando fiducia a giovani che andavano orientati con esempi positivi e costruttivi.
Le esperienze vissute da don Antonio, dal fornire i locali della parrocchia ai ragazzi per allenamenti di boxe con campioni olimpionici delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, al formarli per il recupero del più importante patrimonio artistico del rione Sanità di Napoli come le catacombe, può continuare per esempio con l’utilizzo del legno delle barche spiaggiate di Lampedusa ai fini della realizzazione di strumenti musicali utilizzati in espressioni artistiche di grande livello, e tanto altro ancora.
La verità è che ci sono diversi modi di vivere la pastorale e tutti devono essere finalizzati al recupero e alla valorizzazione della ‘persona’, nell’ottica sempre della speranza cristiana, la virtù teologale più difficile da declinare tra le insidie e le tentazioni che la vita ci presenta.
Appuntamento a martedì prossimo, 5 marzo, con la testimonianza di Alessandro Valenti, regista e presidente dell’Accademia della Carità di Lecce.
Photogallery di Arturo Caprioli