Giovane sacerdote: sempre la gioia nel cuore come nel suo motto episcopale

Giovane sacerdote: sempre la gioia nel cuore come nel suo motto episcopale

articolo ripreso da portalecce

Avvicinandosi il giorno del 70° compleanno (il 6 giugno) dell’arcivescovo Michele Seccia che la Chiesa di Lecce festeggerà in tre diversi momenti (GUARDA SOTTO), Portalecce ha pensato di raccogliere frammenti della sua vita attraverso i racconti e i ricordi di chi lo ha conosciuto da vicino. Brevi istantanee che ripercorrono la vita di un ragazzo, di un sacerdote, di un vescovo che ancora oggi continua a scrivere pagine di vita evangelica.

 

 

 

Ho accolto molto volentieri l’invito a scrivere una testimonianza su mons. Michele Seccia in occasione del suo settantesimo genetliaco perché mi legano a lui sentimenti di affetto e gratitudine.

Sono affezionato a lui sin dalla mia infanzia per l’amicizia che ha sempre legato le nostre famiglie. Don Michele mi conosce dalla mia nascita e ha assistito da accolito al mio battesimo. Nelle nostre frequentazioni ho apprezzato la sua giovialità e la naturalezza nelle relazioni, qualità che ho potuto apprezzare anche nel suo impegno pastorale. Mi piace pensare che abbia incluso la sua giovialità anche nel motto episcopale.

Sono grato a lui per essere stato presente nei momenti salienti del mio percorso vocazionale. Con entusiasmo svelò alla mia comunità parrocchiale il mio ingresso in seminario: ricorreva il suo decimo anniversario di ordinazione presbiterale e il nostro parroco (proveniamo dalla stessa parrocchia di origine) lo invitò a presiedere una celebrazione; io servivo messa e gli ero affianco e al termine, augurando alla nostra comunità di donare altre vocazioni, pur non svelando nomi, in modo comunque esplicito mi indicò e fu allora che comunicai anche a casa le mie intenzioni circa l’ingresso nel seminario minore.

Importante per me è stata la sua franchezza. In momenti di difficoltà nel mio percorso di seminario non ha fatto mancare il suo sostegno ma anche il confronto molto schietto; tenergli testa significò dimostrare soprattutto a me stesso la chiarezza delle idee e le mie reali intenzioni. Per questo, dopo due anni, fu motivo di particolare gioia ricevere dalle sue mani il ministero dell’accolitato.

Negli anni di seminario ho potuto apprezzare particolarmente il suo impegno come vicario generale della nostra diocesi, un impegno segnato dalla sua determinazione. Ricordo particolarmente l’evento della riapertura della cattedrale di Barletta. Nei giorni precedenti chiese a noi seminaristi di collaborare alla pulizia e al riordino degli ambienti, ma quando iniziammo sembrava ancora cantiere aperto; alla mia domanda su quanto credesse veramente che si potesse riaprire, la risposta fu un lapidario “dobbiamo” e lui era lì con noi seguendo tutte le attività.

 

compleanno secciadef

 

Dopo anni, accolto per un periodo nella sua diocesi di Teramo, l’ho rivisto affrontare con la determinazione di sempre problemi seri per una struttura socio-sanitaria della diocesi gestendo in prima persona e in modo opportunamente combattivo i rapporti con le istituzioni, difendendo fermamente i diritti degli ospiti di quell’opera e dei lavoratori.

Alla determinazione si associa la sua laboriosità che lo rende instancabile e sempre disponibile; lo ricordo così da vicario generale e l’ho rivisto così anche nel ministero episcopale.

Nei mesi condivisi a Teramo mi ha ben impressionato il suo rapporto con i sacerdoti e soprattutto l’attenzione per i sacerdoti anziani. Ho anche gioito nel constatare l’affetto dei fedeli per lui.

Al carissimo don Michele, i più affettuosi auguri e ad maiora semper!

 

Condividi questo post