Francesco di Sales il comunicatore della prossimità. Ma chi è il patrono dei giornalisti?

Francesco di Sales il comunicatore della prossimità. Ma chi è il patrono dei giornalisti?

articolo ripreso da portalecce

Oggi si celebra la memoria liturgica di San Francesco di Sales. Proclamato da Pio XI nel 1923 patrono degli scrittori cattolici, i suoi insegnamenti e la sua opera missionaria ed evangelizzatrice rappresentano un’eredità ancora attuale.

 

 

 

Per San Francesco di Sales, infatti, la comunicazione rimane sempre un atto umano, fatto da uomini per gli uomini, e pertanto continuamente protesa a raggiungere quell’anelito di comunione e di prossimità. Si è reso così costantemente aperto al dialogo con oppositori politici e religiosi di ogni genere, coniugando saggiamente al vigore delle discussioni la moderazione e la carità

Sarebbe giusto riscoprire oggi la sua personalità, il suo tenace impegno missionario orientato ad evangelizzare le terre dello Chablais, pervase dalla dottrina calvinista, la sua profusa dedizione con la quale ha esercitato il ministero di pastore della diocesi di Ginevra e ha attuato i decreti conciliari della Controriforma tridentina, la sua alacrità con cui ha speso grandi energie per la fondazione dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria (Visitandine). A tutto ciò andrebbero aggiunti i numerosi riconoscimenti che nel corso dei secoli i Papi hanno indirizzato verso i suoi insegnamenti e i suoi esempi, in particolare la proclamazione a patrono degli scrittori cattolici.

Questo riconoscimento rappresenta un’occasione propizia per rileggere l’eredità e l’attualità di Francesco di Sales come comunicatore. Infatti, il suo patrocinio, benché indiscusso, non è stato sufficientemente approfondito in modo da porre in luce quei criteri teologici e quei metodi pastorali che guidarono il suo stile comunicativo e la sua opera missionaria ed evangelizzatrice. Criteri ancora validi e fruttuosi per la comunicazione nella Chiesa e della Chiesa chiamata ad annunciare il Vangelo dinanzi a sfide comunicative e pastorali inedite e proprie della società dell’informazione, accentuate dalla pandemia ancora in atto.

Anzitutto occorre riconoscere che l’esemplarità del santo vescovo di Ginevra, a cui richiamava Pio XI, supera la distanza cronologica che ci separa dall’epoca in cui è vissuto, evitando di relegarlo ad un modello comunicativo superato rispetto ai paradigmi contemporanei.

Di lui occorre ricordare ancora quanto sia necessario un buon possesso della dottrina cattolica per poter difendere la verità da errori e volute omissioni, e l’eleganza nello stile per dilettare il lettore o l’uditore. Un secondo aspetto, a tutt’oggi non ancora pienamente esplorato, riguarda i criteri da lui perseguiti in ciascuna delle dimensioni comunicative: quella verbale, quella non verbale e quella scritta. Sinteticamente si potrebbe affermare che lo stile della comunicazione salesiana fosse guidato principalmente da un duplice criterio, non di tipo pragmatico o retorico, ma teologico. Studiando il suo stile comunicativo emerge come siano l’amore per Dio e la carità per l’uomo i suoi principi ispiratori supremi. È ad essi infatti che si ispira nel redigere il suo regolamento personale da osservare nelle conversazioni, sono essi la fonte che lo orienta nella redazione dei suoi testi; sono ancora questi che lo ispirano nella scelta di un linguaggio semplice e conciso, avulso da ricercatezze e inutili prolissità; sono essi la sorgente che lo guida nel vestire e nel relazionarsi con gli altri.

Tra gli ulteriori elementi di attualità si potrebbe menzionare la teologia salesiana della comunicazione, ovvero il frutto della sua riflessione teologica circa la comunicazione divina e umana, derivante dalla saggezza spirituale e dall’esperienza umana che egli aveva acquisito.

A colui che vuole mettersi alla scuola dello stile comunicativo, dolce e amorevole, di San Francesco di Sales non resta che riscoprire i suoi insegnamenti, emulare i suoi esempi e coltivare continuamente l’amore di Dio e l’amore del prossimo.

 

LA FESTA DEI GIORNALISTI LECCESI

Anche i giornalisti leccesi faranno memoria gli insegnamenti del loro protettore nell’annuale festa che quest’anno si svolgerà a Santa Croce domenica prossima 28 gennaio a partire dalle 18. Rifletteranno sul messaggio di Papa Francesco per la Giornata delle comunicazioni e che, proprio oggi, la Santa Sede renderà pubblico ma del quale si conosce già il tema, “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. A guidare la riflessione sarà Renato Butera, docente di Teorie e tecniche dell’informazione giornalistica presso la Pontificia Università Salesiana in Roma. Le conclusioni sono state affidate a Fabrizio Benvenuto, presidente del chapter italiano di Iamcp (Associazione internazionale partner Microsoft).

Alle 19, in basilica, la messa presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia.

 

 

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