#DONMASSIMILIANO25. A Santa Maria della Porta celebrazione giubilare con l’arcivescovo

#DONMASSIMILIANO25. A Santa Maria della Porta celebrazione giubilare con l’arcivescovo

articolo ripreso da portalecce

Ha scelto la parrocchia nel cui territorio è ubicata la sua abitazione leccese don Massimiliano Mazzotta – non avendo una comunità da guidare a Lecce – per ringraziare il Signore per i suoi primi 25 anni di sacerdozio con l’arcivescovo e con i suoi confratelli.

 

 

 

A pochi giorni dalla ripartenza per la Moldavia dove vive da due anni come sacerdote Fidei donum accanto a don Cesare, nella diocesi di Chisinau, don Massimiliano, circondato dall’affetto dei suoi familiari e degli amici, ha voluto celebrare nella sua Chiesa il giubileo sacerdotale essendo stato ordinato presbitero dall’arcivescovo Ruppi il 29 giugno 1996.

Cinque lustri spesi per la nostra diocesi prima come educatore del seminario diocesano, poi come responsabile della pastorale giovanile a livello diocesano e regionale, poi ancora come economo diocesano e come parroco della comunità della Madonna di Buon Consiglio di Villa Convento: ma sempre con lo zaino pronto. E ora missionario in Moldavia.

“Dico grazie al Signore – ha detto don Massimiliano al termine della liturgia giubilare presieduta da mons. Seccia – per tutto ciò che in questi anni ho sperimentato, per le tante persone che mi hanno manifestato la stima e la riconoscenza a partire dei vescovi Ruppi e D’Ambrosio fino all’attuale pastore, per giungere ai confratelli presbiteri e agli amici laici”.

Tra poche ore, ormai guarito, sarà di nuovo a Chisinau da dove era dovuto tornare alcuni mesi fa perché ammalatosi gravemente di Covid e dopo aver dovuto far fronte ad altre complicazioni di salute.

“L’esperienza missionaria sia in terra albanese come anche in terra moldava – ha concluso – al servizio dei bambini e dei poveri mi fa sperimentare giorno dopo giorno l’amore di Dio per la mia persona. Il dono della vita sacerdotale, come i Santi Pietro e Paolo ci aiutano a comprendere, trae forza dall’annuncio e dalla gioia della testimonianza quotidiana, indipendentemente dai luoghi dove ognuno di noi opera ed è chiamato a rendere vivo e attuale il vangelo”.

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