#DONMARCELLO50. La sinodalità nell’episcopato del card. Semeraro nella Chiesa di Albano

#DONMARCELLO50. La sinodalità nell’episcopato del card. Semeraro nella Chiesa di Albano

articolo ripreso da portalecce

Senza eccessive argomentazioni, è doveroso riconoscere che la sinodalità è stata il cuore del ministero episcopale del card. Semeraro nella diocesi di Albano. Tra alimentarne il desiderio e acquisirne lo stile, si sono configurati i tratti del volto bello di una Chiesa generativa, che accoglie e si prende cura.

 

 

 

Il nostro pastore ci ha aiutato a comprendere che per mettersi accanto e accompagnare non bastano solide fondamenta teologiche e sapienziali, né la buona volontà né tantomeno il “si è sempre fatto così”. È indispensabile, invece, che si coinvolgano i protagonisti, pastori e fedeli guidati dallo Spirito. È così che nei primi anni del suo ministero si sono instaurate le coordinate giuste per vivere una ecclesiologia di comunione. Infatti, l’ecclesiologo affermato ha dovuto cimentarsi come “artigiano” nell’arte di promuovere percorsi condivisibili in modo da favorire l’auspicato “camminare insieme”.

La prima lettera pastorale – In cerca dei fratelli (2005) – è la conferma di quel soffio dello Spirito che avrebbe seminato una rete di relazioni, divenuta sempre più diffusa in questi anni, anche nei momenti di difficoltà. In questo periodo iniziano dei cambiamenti consistenti, necessari per dare una nuova configurazione all’azione ecclesiale. Tutto questo a partire degli organismi diocesani: la riforma della curia e dei consigli; la risistemazione degli uffici pastorali e la costituzione di equipe diocesane; gli incontri mensili dei direttori; il riordino dei vicariati territoriali.

Da qui, la revisione dei consigli e la loro applicazione nella vita parrocchiale, con il rafforzamento dei legami a livello vicariale e con gli uffici diocesani.

Per dare solidità e rendere più comprensibili scelte e proposte è stato di fondamentale importanza la convocazione annuale del convegno pastorale diocesano, solitamente tenutosi in giugno: un momento di sintesi e di rilancio che negli anni si è dimostrato prezioso per accogliere e approfondire le indicazioni vescovili e improntare il cammino pastorale.

Se i primi anni sono serviti per incontrarsi, ascoltarsi e stabilire le fondamenta, quelli successivi sono stati una esercitazione concreta di quanto ispirato: la sinodalità è comunione in movimento, è consolidamento di legami attraverso l’annuncio e la preghiera, è testimonianza di vicinanza e servizio. Sono anni di grande dinamicità, gli anni della Visita pastorale (2010-2014) – Andiamo a visitare i fratelli (2010).

“Camminare insieme” non è qualcosa che si fa con un decreto e a tempo limitato. Per assumere uno stile sinodale come popolo di Dio, come presbiteri e come comunità parrocchiale è necessaria la consapevolezza di essere popolo pellegrino, messo in movimento da una chiamata personale nella Chiesa. Essa comporta sapersi mettere accanto, accogliere, ascoltare, discernere, scegliere e mettersi in gioco nella missione.

Gli ultimi anni del ministero del card. Semeraro sono stati orientati a discernere e dare concretezza a quanto lo Spirito ha suscitato nella nostra Chiesa, oggi: il ministero dei laici adulti in comunità adulte nella fede; la centralità dell’accompagnamento e il necessario esercizio del discernimento; la ricerca della creatività nello Spirito per vivere nel cambiamento d’epoca.

La sinodalità, così, è divenuta spazio di possibilità e tempo di maturazione per nuovi percorsi da fare in buona compagnia.

*direttore Ucd Albano

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