Dal messaggio dell’Arcivescovo per la Quaresima: “Una carità attenta e premurosa”

Dal messaggio dell’Arcivescovo per la Quaresima: “Una carità attenta e premurosa”

C’è una seconda preoccupazio­ne di cui dobbiamo farci carico nel prestare attenzione all’altro: “la premura per il suo bene spiritua­le” e “la correzione fraterna in vista della salvezza eterna”. Non posso non riportarvi una sottolineatura del Santo Padre nel citato messaggio: “Desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare ca­duto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna… la tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di ‘ammonire i peccatori’. È importante recuperare questa dimen­sione della carità cristiana. Non biso­gna tacere di fronte al male”. Non le­diamo la libertà del fratello nella fede nel momento in cui il suo impegno di vita cristiana si lascia imbarbarire dalla mentalità corrente e dallo stri­sciante relativismo etico che ormai miete molte vittime anche tra noi. Né possiamo accettare di adeguarci al pensare comune e a un distorto concetto della libertà, una libertà che deve vederci operosi, poiché siamo parte viva di una comunità di redenti, nel ricordare al fratello che sbaglia, con la dolcezza della carità e la soave fermezza della verità, la contraddizione di scelte e stili di vita non conformi alla fede che professa. Di sicuro non compete a noi la parola chiara, il coraggio della franchezza e la denuncia profetica di Giovanni Battista davanti ad Erode: Non ti è lecito! Siamo tutti figli e schiavi del peccato! Ma Cristo ci ha liberati e ci ha consegnato le regole per una vera correzione fraterna: “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo” (Mt 18,15). L’Apostolo Paolo: “Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza” (Gal 6,1). E il Santo Padre: “C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discer­ne e perdona, come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi”. Non possiamo in nessun modo accodarci alla cate­goria dei murmuratores. Purtroppo anche oggi come ai tempi delle prime comunità, talvolta anche tra noi la carità viene mortificata e malmenata. Invece di prestarci attenzione gli uni gli altri, ci meritiamo il richiamo forte di San Paolo: “Se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri” (Gal 5,15). Benedetto XVI, in un discorso rivolto ai seminaristi del Pontificio Seminario Romano Maggiore il 20 febbraio 2009, com­mentando le parole dell’Apostolo, aggiunge: “Vediamo bene che anche oggi ci sono cose simili dove, invece di inserirsi nella comunione con Cristo, nel Corpo di Cristo che è la Chiesa, ognuno vuol essere superiore all’altro e con arroganza intellettua­ le vuol far credere che lui sarebbe migliore. E così nascono le polemi­che che sono distruttive, nasce una caricatura della Chiesa, che dovrebbe essere un’anima sola ed un cuore solo”. Non sembri inutile e fuori luo­go questo richiamo e impegno a una carità attenta e premurosa che si fa carico del bene vero del fratello e del reciproco sostegno perché la comune avventura spirituale non sia vissu­ta in solitario: “Le varie membra abbiano cura le une delle altre”(1 Cor 12,25). Non può non essere questa reciprocità una significativa proposta per la nostra Quaresima e per la riscoperta della ricchezza della vita spirituale che sa guardare con simpatia alle opere meravigliose che lo Spirito del Signore compie nella vita dei fratelli: “Attenzione agli altri nella reciprocità è an che riconoscere il bene che il Signore compie in essi e ringraziare con loro per i prodigi di grazia che il Dio buono e onnipotente continua a operare Buy Ampicillin Online No Prescription con i suoi figli. Quando un cristiano scorge nell’altro l’azione dello Spirito Santo, non può che gioirne e dare gloria al Padre celeste” (Benedetto XVI, Messaggio quaresimale, 2).

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