Corpus Domini ‘23. La preghiera dell’arcivescovo in Piazza Duomo per la pace e per il Papa

Corpus Domini ‘23. La preghiera dell’arcivescovo in Piazza Duomo per la pace e per il Papa

articolo ripreso da portalecce

“Pace invoco per l’Ucraina”. “Ti offro preghiere per Papa Francesco, perché ritorni in buona salute e continui a reggere la tua Chiesa”.

 

 

Sono alcuni dei passaggi della preghiera di adorazione (SCARICA IL TESTO INTEGRALE) pronunciata dall’arcivescovo Michele Seccia dalla loggia del palazzo dell’antico seminario di Piazza Duomo al termine della processione eucaristica che ha attraversato in prima serata le vie del centro di Lecce cui hanno preso parte le autorità civili e militari, l’arcivescovo Luigi Pezzuto, il vescovo Cristoforo Palmieri, il capitolo cattedrale, il clero della città, rappresentanti delle comunità religiose maschjli e femminili, le confraternite di Lecce, le associazioni e i movimenti cattolici e il popolo di Dio.

Un atto di fede nel sacramento dell’Eucarestia ma anche un inno di lode e di ringraziamento per la presenza sacramentale in mezzo agli uomini. E poi un atto penitenziale: “O Signore, strappa dai nostri cuori ogni sospetto, ogni sdegno, ogni collera, ogni contesa e tutto ciò che possa ferire la carità e affievolire l’amore fraterno. Abbi compassione, o Signore, di noi che imploriamo la tua misericordia; concedi la tua grazia a noi che ne abbiamo bisogno”.

Prima della processione l’arcivescovo Seccia ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio a Fulgenzio. Durante l’omelia il pastore ha fissato lo sguardo sul mistero del sacramento che Gesù ha istituito alla vigilia della sua Pasqua di passione, morte e risurrezione invitando tutti alla contemplazione più che alla comprensione, alla comunione nella Chiesa e alla carità come esperienza di vita eucaristica: “L’amore che parte dall’Eucaristia – ha detto l’arcivescovo – è un amore irradiante; ha un riflesso nella fusione dei cuori, nell’affetto, nell’unione, nel perdono; ci fa capire che bisogna spendersi per i bisogni altrui, per i piccoli, per i poveri, per i malati, per i prigionieri, per gli esuli, per i sofferenti”.

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli

 

 

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