Ciao don Franco. Nei suoi occhi la bellezza, nei suoi versi l’indicibile del mistero di Dio

Ciao don Franco. Nei suoi occhi la bellezza, nei suoi versi l’indicibile del mistero di Dio

articolo ripreso da portalecce

Guardare don Franco Lupo, negli occhi era come fissare lo sguardo nel cuore della bellezza. Egli se n’è andato a stare con il suo Signore.

 

 

A noi ha lasciato la sua fede ardente, il suo amore appassionato per il sacerdozio, il suo immenso affetto per la Chiesa, per la sua gente, la “Gente bbona” del Salento. Don Franco ha dato un volto e un corpo a quella cultura, a quell’arte, a quella poesia (CLICCA QUI ) che la nostra terra del Salento emana, che respiriamo quotidianamente e del cui valore, della cui grandezza, forse, non abbiamo una piena e chiara coscienza, pur gustandone la dolcezza e la amabilità. 

Sì, tutti noi, confratelli sacerdoti,  intellettuali, fedeli, cittadini leccesi, tutti noi sappiamo che don Franco Lupo è come un’incarnazione della cultura, della poesia, della religiosità, della parte più nobile dell’anima leccese e più in generale salentina; ma tanto lui è vicino a tutti noi, in particolare alle persone semplici e umili, da sentirci quasi “autorizzati” a considerare nostra la bellezza della sua poesia, che scaturisce immediatamente dalla bellezza della sua anima, dalla bellezza del suo sacerdozio.

La poesia di don Franco Lupo ha interiorizzato le fibre più intime della gente, della terra, della cultura, dell’arte di Lecce e del Salento.

I suoi versi possono essere considerati la guida più appropriata per una conoscenza di questa splendida città, ci introducono nell’anima dei leccesi, nel cuore della religiosità della nostra gente. Ciò che don Franco ha custodito nei suoi versi per decenni, il mondo lo ha scoperto negli ultimi anni, avvicinandosi alla storia e all’arte della nostra terra, diventata meta di turismo internazionale e di importanti eventi culturali.

Noi stessi ora ci accorgiamo di vivere dentro a dei tesori di arte, di cultura, di spiritualità di altissimo livello; ci accorgiamo che gli occhi del mondo sono puntati sulle nostre bellezze che per noi erano ovvie come l’aria, forse perché nostre, salentine.
 La poesia di don Franco è nobilissima e popolare insieme. Egli l’ha consegnata a noi e noi dobbiamo continuare a farla vivere e a vivere di essa.

Come clero leccese e come cristiani salentini è per noi un dovere riconoscere alla poesia di don Franco Lupo genialità, splendore, profondità; egli sa cogliere i sentimenti più genuini dell’animo della nostra gente riesce a fare del dialetto leccese un potente strumento per comunicare l’indicibile del mistero cristiano.

Foto di Arturo Caprioli

                                                                                                                                                                                                                *vicario generale

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