Chiude la mensa di Santa Rosa. Don Damiano assicura: ripartiamo presto

Chiude la mensa di Santa Rosa. Don Damiano assicura: ripartiamo presto

tratto da portalecce.

Non era mai successo prima. Ma dopo tanti anni di dedizione totale ai poveri della città. La storica mensa di Santa Rosa chiude per l’emergenza Coronavirus.

 

Nonostante fossero state adottate le misure di contrasto previste dal governo – i pasti erano distribuiti in contenitori per l’asporto – da oggi, dopo 17 anni (aperta per la prima volta nel 2003, parroco don Antonio Montinaro), si chiude fino a quando non sarà passata ‘a nuttata.

Oggi 19 marzo (ieri per chi legge ndr) alle 12,30 la mensa della Caritas di Santa Rosa si è dovuta arrendere al Covid 19. Da una parte la sofferenza, dall’altra parte la consapevolezza che almeno nell’immediato non si può continuare”. È il commento del parroco don Damiano Madaro dopo aver chiuso la cancellata che separa la carità evangelica dalla strada con i rumori delle auto in frenata al rosso dell’incrocio. Mai, più di quanto non lo sia stato ieri, è risultato fastidioso, alle orecchie e al pensiero, il suono stridente dei due battenti mentre si chiudevano: a qualcuno sono scappate le lacrime. Oltre quel varco, ogni giorno per tanti lunghi anni, non solo cibo in regalo per sfamare, ma soprattutto i doni generosi della dignità e del rispetto dell’uomo a cascate: chi ha mai avuto il privilegio di prestare da volontario un po’ del suo tempo ai poveri di Santa Rosa, si sarà reso conto della pulizia, della cura, della bontà, del profumo, dell’abbondanza dei pasti, della qualità di un servizio condito di sorrisi, parole di incoraggiamento, vangelo a tutto tondo.

Quando il Governo – prosegue don Damiano – ha ufficialmente invitato a restare in casa si era deciso di continuare un servizio primario verso i poveri ma, dopo dieci giorni, ci siamo dovuti arrendere. La quasi totalità delle volontarie e dei volontari si è arresa comprensibilmente e giustamente alla paura di questo mostro che prima era lontano ma ora si è fatto molto, molto vicino. Una paura  che ha  avvolto e continua ad avvolgere tutti quanti noi. Sono sorelle e fratelli che vivono in famiglia, hanno mariti, mogli, figli, nipotini. Siamo ciascuno di noi”.

Non è stata una decisione presa a cuor leggero – a parlare è Piero Della Ducata, l’attuale ‘condottiero’ della mensa Caritas di Santa Rosa – ma i poveri hanno compreso bene il senso di questa scelta dolorosa ma necessaria: come se se l’aspettassero. Oggi (ieri per chi legge ndr) abbiamo chiuso ‘in bellezza’ con 52 tra fratelli e sorelle che si sono accostati alla provvidenza”.

“Sia chiaro – prosegue Della Ducata, volto noto in città soprattutto per la sua passione per i disabili oltre che per l’apertura (accanto al fianco del compianto don Vito De Grisantis) e per la conduzione del centro ‘Matteo 25’ proprio tra le case del quartiere di Santa Rosa -, la scelta non è stata presa per salvaguardare solo i volontari, ma tutti, anche i fratelli e le sorelle che escono di casa per venire alla mensa. Molti di loro, quasi tutti, vivono sotto un tetto anche ne non proprio con tutti i confort essenziali, ma abitano una casa ed è meglio che stiano lì invece di andarsene in giro per ore. A loro abbiamo spiegato il motivo e tutti hanno accolto con consapevolezza la decisione presa. Abbiamo detto loro che in questo momento dobbiamo restare tutti a casa: meglio due fette di pane asciutto ma sicure che un panino col salame ma rischioso”.

“Come si suol dire – ha concluso don Damiano –  non abbiamo perso la guerra,  ma solo una battaglia. Ora si tratta di fermarsi a riflettere, a confrontarsi non solo tra di noi della comunità parrocchiale ma anche con l’arcivescovo e con don Nicola, il direttore della Caritas diocesana… per ripartire al più presto”.

Ora in città per il pranzo da oggi sarà aperta tutti i giorni soltanto la Casa della carità che ora ha bisogno del nostro sostegno e del nostro aiuto attraverso la campagna #NOICISIAMO (CLICCA QUI)): non una raccolta di denaro ma un’appello agli uomini e alle donne di buona volontà. E Portalecce con i suoi lettori è al loro fianco per non lasciare la carità in quarantena.

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