Al cimitero e in cattedrale nel segno della speranza. Il 2 novembre dell’arcivescovo Seccia

Al cimitero e in cattedrale nel segno della speranza. Il 2 novembre dell’arcivescovo Seccia

articolo ripreso da portalecce

Con le “provocazioni” delle Beatitudini si è conclusa ieri la giornata che la Chiesa, per una antica tradizione nata nei monasteri, dedica alla preghiera per tutti i fedeli defunti.

 

 

Due le celebrazioni più significative che hanno visto coinvolto l’arcivescovo Michele Seccia e tutta la comunità leccese.

Nel primo pomeriggio, nel piazzale antistante la chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, il pastore della diocesi, unitamente al vescovo Cristoforo Palmieri, ad alcuni sacerdoti (il vicario generale don Vito Caputo, mons. Antonio Montinaro, mons. Piero Quarta, mons. Vincenzo Marinaci, mons. Nicola Macculi, il vincenziano Padre Carmine Madalese, don Sebastiano Latino, don Giovanni Serio, don Carlo Calvaruso e don Cosimo Marullo) che prestano il loro servizio nella città e a tanti fedeli convenuti, si sono riuniti per celebrare l’eucarestia in suffragio di tutti coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede e vivono pienamente in Dio

Alle 18, invece, nella chiesa cattedrale, il presule con il parroco e i fedeli presenti, si sono stretti intorno all’altare per la preghiera di suffragio e di ringraziamento per tutti i pastori che e hanno servito la Chiesa come successori sulla cattedra di Oronzo.

Il filo rosso che ha legato le celebrazioni è racchiuso in una parola: speranza. Come ha ricordato l’arcivescovo, “le celebrazioni che si vivono il 2 novembre non sono orientate semplicemente alla riflessione sulla morte, piuttosto hanno una funzione pedagogica, sono utili per riflettere sul dono grande della vita che sarà pienamente realizzata nella vita di Dio”.

“La speranza che deve animare questa giornata, e ogni azione umana – ha aggiunto Seccia -, non è un semplice vocabolo, ma deve diventare uno stile, in un tempo dove non si parla di speranza, dove sembra più facile cedere al dolore e alla tristezza, la speranza ci richiama alle realtà del cielo”.

È la speranza di Cristo che dobbiamo portare nella nostra quotidianità – ha concluso l’arcivescovo -, perché il tempo che viviamo non sia più tempo dell’uomo ma diventi il tempo di Dio”.

L’atto conclusivo della celebrazione in cattedrale è stato l’aspersione con l’acqua benedetta delle tombe dei pastori che tanto hanno servito e amato la Chiesa di Lecce.

E anche in segno di gratitudine verso il loro ministero episcopale che l’arcivescovo ha convocato tutta la comunità diocesana per la celebrazione eucaristica del prossimo lunedì 6 novembre in cattedrale. Sarà una solenne concelebrazione non solo per ricordare la dedicazione a Dio delle pietre ma la consacrazione delle pietre vive che la costituiscono. A presiedere, eccezionalmente, quest’anno sarà il card. Salvatore De Giorgi che nella sua Chiesa Madre vorrà ringraziare il Buon Pastore nel 70° anniversario dell’ordinazione sacerdotale, nel 50° di episcopato e nel 25° anniversario della creazione a cardinale, ricorrenze cadute tutte nel 2023.

Appuntamento, dunque, alle 18 del 6 novembre. La messa verrà trasmessa in diretta tv da Portalecce (pagina Fb) e da Tele Dehon (ch 18).

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli.

 

 

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