Adorazione Ottobre 2014

Adorazione Ottobre 2014

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“Periferie, cuore della missione”

 

Canto iniziale di esposizione

 

“Periferie, cuore della missione” è lo slogan per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno, 2014.  Oggi la missione, intesa non solo come aiuto umanitario al terzo mondo ma  missione come “incarnazione” nelle vicende di ogni giorno, ci impegna a dialogare e a confrontarci, in un continuo atteggiamento di esodo, di conversione personale e pastorale, con le persone che spesso sono lontane pur vivendo vicine. Uscire, incontrare, donarsi nella gioia sono i tre verbi che guideranno la nostra preghiera e possono diventare azioni concrete che accompagnano il nostro vivere quotidiano.

 

G. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo       T. Amen

G. La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.                             T. E con il tuo Spirito

 

Primo momento: Uscire

Il primo verbo uscire è presente nella vita di vari personaggi biblici. Questo invito può farci riflettere e richiamare l’attenzione alla difficoltà di un annuncio che diventi reale e attuale. La chiamata, la diffidenza umana verso “le cose di Dio”, il dubbio e la sfiducia nell’uomo e nello stesso Dio hanno caratterizzato il cammino di fede di Giona  ed è presente anche oggi nella nostra vita. Il brano biblico ci insegna che la città dove l’uomo abita, rimane “luogo delle vicende umane e della teofania” e offre sempre e comunque la possibilità del bene: la misericordia, la “conversione” di Dio, la trasformazione dell’umano.

 

Giona ribelle alla sua missione (Gn 1,1-3)

Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola no prescription online pharmacy del Signore: «Alzati, và a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me». Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s’imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore.

 

Evangelii Gaudium  di Papa Francesco

La nuova Gerusalemme, la Città santa (cfr Ap 21,2-4), è la meta verso cui è incamminata l’intera umanità. È interessante che la rivelazione ci dica che la pienezza dell’umanità e della storia si realizza in una città. Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze. La presenza di Dio accompagna la ricerca sincera che persone e gruppi compiono per trovare appoggio e senso alla loro vita. Egli vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia. Questa presenza non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata. Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero, sebbene lo facciano a tentoni, in modo impreciso e diffuso. (n.71)

 

Preghiamo a due cori il Salmo 122  

Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore».

E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!

 

Gerusalemme è costruita come città salda e compatta.

Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore,

secondo la legge di Israele,

per lodare il nome del Signore.

 

Là sono posti i seggi del giudizio, i seggi della casa di Davide.

Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano,

sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi.

 

Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su di te sia pace!».

Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene.

 

Silenzio di meditazione a cui segue un canto.

 

Secondo momento: Incontrare

Incontrare le persone in modo autentico diventa opportunità per lasciarci interrogare dal modo di vivere, dalla storia che ciascuno porta dentro di sé. Vivere una relazione vera crea l’occasione per superare i contrasti, le diversità, e l’incontro diventa così luogo di Verità, di stupore e di con-versione (possibilità di volgersi verso l’altro). La donna Cananea del vangelo ci è modello e testimone non di una fede che deriva dalla legge e dalla lettera, bensì dall’incontro personale e autentico con Gesù.

 

Gesù incontra la donna Cananea (Mc 7,24-30 )

Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

 

Evangelii Gaudium  di Papa Francesco

La Chiesa “in uscita” è una Chiesa con le porte aperte. Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada. (n. 46)

 

È indispensabile prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci porta vantaggi tangibili e immediati: i senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, ecc. I migranti mi pongono una particolare sfida perché sono Pastore di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti. Perciò esorto i Paesi ad una generosa apertura, che invece di temere la distruzione dell’identità locale sia capace di creare nuove sintesi culturali. Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti, e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro! (n. 210)

 

Silenzio o Canone meditativo

 

Terzo momento: Donarsi nella gioia

Divenire dono per gli altri ci fa essere persone gioiose se ogni giorno impariamo a vivere “agganciati” a Gesù. E’ Lui che ci insegna a mantenere il nostro cuore piccolo e umile, per non dimenticare che è la mano di Dio che prende l’iniziativa inviandoci ma anche rassicurandoci e sostenendoci con il dono dello Spirito Santo, come ci ricorda Luca, nel suo vangelo.

 

Il vangelo rivelato ai semplici (Lc 10,21-23)

In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».

 

Messaggio di Papa Francesco per la giornata missionaria mondiale 2014

L’evangelista racconta che il Signore inviò i settantadue discepoli, a due a due, nelle città e nei villaggi, ad annunciare che il Regno di Dio si era fatto vicino e preparando la gente all’incontro con Gesù. Dopo aver compiuto questa missione di annuncio, i discepoli tornarono pieni di gioia: la gioia è un tema dominante di questa prima e indimenticabile esperienza missionaria. Il Maestro divino disse loro: «Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.

I discepoli erano pieni di gioia, entusiasti del potere di liberare la gente dai demoni. Gesù, tuttavia, li ammonì a non rallegrarsi tanto per il potere ricevuto, quanto per l’amore ricevuto: «Perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). A loro infatti è stata donata l’esperienza dell’amore di Dio, e anche la possibilità̀ di condividerlo.

Dio ha nascosto tutto ciò a coloro che sono troppo pieni di sé e pretendono di sapere già tutto. Sono come accecati dalla propria presunzione e non lasciano spazio a Dio. Si può facilmente pensare ad alcuni contemporanei di Gesù che egli ha ammonito più volte, ma si tratta di un pericolo che esiste sempre, e che riguarda anche noi. Invece, i “piccoli” sono gli umili, i semplici, i poveri, gli emarginati, quelli senza voce, quelli affaticati e oppressi, che Gesù ha detto “beati”.

 

Silenzio meditativo

 

Invocazioni libere  a cui segue a cori alterni la preghiera a Maria

 

Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede, totalmente donata all’Eterno, aiutaci a dire il nostro “sì” nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.

Tu, ricolma della presenza di Cristo hai portato la gioia a Giovanni il Battista, facendolo esultare nel seno di sua madre. Tu, trasalendo di giubilo, hai cantato le meraviglie del Signore.

Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione, hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Dacci la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti  il dono della bellezza che non si spegne.

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno.

Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi. Amen. Alleluia.

 

Canto finale

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