Adorazione vocazionale Febbraio 2021

Adorazione vocazionale Febbraio 2021

Ufficio per la Pastorale Vocazionale – Lecce  

Febbraio  2021

“Festa dell’incontro”

SCARICA IN PDF

Canto

Guida: La presentazione al Tempio è un invito ad entrare nella Chiesa con la fiducia di essere accompagnati dalla presenza di Dio, è uno stimolo a intessere un dialogo tra le generazioni, è un incoraggiamento a vivere la vita nella forma comunitaria a servizio del fratello.
E’, inoltre, un invito a tornare all’origine dell’unità della comunità cristiana, la quale viveva con un cuor solo ed una anima sola, per offrire una testimonianza di amore al mondo, affinché ogni uomo e donna possa credere nella misericordia di Dio.
Già verso la fine del secolo IV, a Gerusalemme, era praticata la processione che costituisce un elemento tipico di questa festa. Festa che poi si è diffusa in oriente e in occidente. Fin dall’inizio è stata caratterizzata da un particolare riferimento alla rivelazione della luce. Festa della «Candelora», secondo quanto canta il vecchio Simeone nel Nunc dimittis: “i miei occhi han visto la tua salvezza, luce per illuminare le genti”, per illuminare tutti i popoli, l’umanità intera.
In Oriente la festa è denominata «Festa dell’Incontro», questa è la denominazione liturgica ufficiale: «Ipapantì», «Festa dell’Incontro». E s’intende l’incontro tra l’Antico e il Nuovo Testamento, tra Israele e Cristo, tra la Legge e lo Spirito, nel tempio di Gerusalemme. Tempio che si allarga a dimensioni cosmiche così da accogliere tutte le creature ormai visitate e attirate da Cristo Signore. La festa è celebrazione del mistero della salvezza in tutta la sua fecondità. Il mistero è cristologico, eppure la festa è stata sovente intesa come una celebrazione mariana e spesso è stata, soprattutto in passato, denominata la «purificazione di Maria». In realtà, il mistero è unico: celebrazione di Cristo salvatore e adesione a lui della creatura salvata.

I MOMENTO

I lettore: Dal vangelo secondo Luca 2,22-39
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore»; e per offrire il sacrificio di cui parla la legge del Signore, di un paio di tortore o di due giovani colombi.
Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest’uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d’Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui; e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, o prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo:
«Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola;
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli
per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
Il padre e la madre di Gesù restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui. E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: «Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione (e a te stessa una spada trafiggerà l’anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati».
Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni.
Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Preghiera: Signore che hai donato a Simeone ed Anna di gustare la dolcezza della Tua Presenza, tanto attesa e desiderata, concedi anche a noi la grazia di riconoscerTi come Luce della nostra vita, l’Atteso della nostra storia. Amen

Riflessione:
II Lettore Se la Chiesa ha scelto questa festa della Presentazione del Signore per celebrare la vita religiosa, non è per caso. Difatti, vivere a lungo nel Tempio per ascoltare la Parola del Signore, rimanere fedele alla preghiera e all’intercessione per il mondo, accettare di dimorare nell’attesa, sono dei tratti essenziali della vita religiosa. Ma c’è soprattutto un altro elemento che è molto più importante ancora. Luca ci dice che Simeone e Anna non erano guidati dai loro pensieri o dai loro sentimenti, ma dallo Spirito Santo. Così, l’evangelista ci ricorda che la spiritualità non è niente altro che vivere sotto la guida dello Spirito di Dio. Questa è la vera fedeltà di chi ha imparato ad ascoltare lo Spirito di Dio! (Dom Guillaume Abate Cistercense)

Canto

 Spunti per una riflessione personale
SIMEONE E ANNA: due anziani in attesa, due laici, che non ricoprono nessun ruolo ufficiale ma sono due innamorati di Dio, occhi velati dalla vecchiaia ma ancora accesi dal desiderio. Che attendevano, dice Luca,
«perché le cose più importanti del mondo non vanno cercate, vanno attese» (Simone Weil).
A testimoniare che la salvezza può sopravvivere anche quando sembra che il tempo sia già tutto consumato, senza portare a nulla. Attendere la consolazione (di Israele) che è collegata alla speranza.
GIUSEPPE E MARIA: giovanissima coppia, arriva portando la povera offerta dei poveri, due tortore, e il più prezioso dono del mondo: un bambino. Anche loro consacrati e timorosi. Maria, si spossessa del Figlio suo per ridonarlo al Padre. Ogni volta che celebriamo l’eucaristia, noi viviamo lo stesso spossessamento In quell’offerta di Gesù c’è anche ciascuno di noi.
Gesù è il primo grande sacerdote, che offre se stesso; entra per essere consacrato, ma è lui che consacrerà. Dio è uscito da se stesso, perché ognuno si ritrovi nell’eternità, anche noi consacrati, se accogliamo tra le nostre mani Gesù e lo consideriamo nostro Tutto.
Lasciamoci illuminare e riscaldare dalla sua presenza, da Lui che è sceso fin negli inferi per salvare tutti.
 

Preghiamo il Salmo 106 (107) a cori alterni Alleluia!
Celebrate il Signore, perché egli è buono,
perché la sua bontà dura in eterno.
Chi può raccontare le gesta del Signore, o proclamare tutta la sua lode?
Beati coloro che osservano ciò ch’è prescritto, che fanno ciò ch’è giusto, in ogni tempo!
O Signore, ricordati di me quando usi benevolenza verso il tuo popolo; visitami quando lo salverai,
perché io veda la felicità dei tuoi eletti, mi rallegri della gioia della tua nazione ed esulti con la tua eredità.

II MOMENTO

Canto
III lettore: Dalla Lettera agli Ebrei 2, 14 – 18
Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Riflessione

IV Lettore “ Dio è venuto per tutti, dice Luca, Dio che si incarna nelle creature, nella vita che finisce e in quella che fiorisce. (‘Luce per illuminare le genti e gloria del popolo Israele’). “ E’ nostro, di tutti gli uomini e le donne. Appartiene agli assetati, ai sognatori come Simeone; a quelli che sanno vedere oltre, come Anna; a quelli capaci di incantarsi davanti a un neonato, perché sentono Dio come futuro e come vita” (M. Marcolini).
“Simeone pronuncia una profezia di parole immense su Maria, tre parole che attraversano i secoli e raggiungono ciascuno di noi: il bambino è qui come caduta e risurrezione, come segno di contraddizione perché siano svelati i cuori. Caduta, è la prima parola. «Cristo, mia dolce rovina» canta padre Turoldo, che rovini non l’uomo ma le sue ombre, la vita insufficiente, la vita morente, il mio mondo di maschere e di bugie, che rovini la vita illusa.
Segno di contraddizione, la seconda. Lui che contraddice le nostre vie con le sue vie, i nostri pensieri con i suoi pensieri, la falsa immagine che nutriamo di Dio con il volto inedito di un abbà dalle grandi braccia e dal cuore di luce, contraddizione di tutto ciò che contraddice l’amore.
Egli è qui per la risurrezione, è la terza parola: per lui nessuno è dato per perduto, nessuno finito per sempre, è possibile ricominciare ed essere nuovi. Sarà una mano che ti prende per mano, che ripeterà a ogni alba ciò che ha detto alla figlia di Giairo: talitàkum, bambina alzati! Giovane vita, alzati, levati, sorgi, risplendi, riprendi la strada e la lotta”.( Ermes Ronchi )

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?

Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario.

Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»; il tuo volto, Signore, io cerco.

Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino,
a causa dei miei nemici.

Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore
Abbracciare Gesù non significa trattenerlo per sé, ma donarlo a tutti.

III MOMENTO

Canto
Guida: NUNC DIMITTIS
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo* vada in pace secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti*
e gloria del tuo popolo, Israele.[3]

Siamo invitati ad andare in pace riempiti dalla grazia attesa: Pace è Gesù che riempie tutto e tutti.

Riflessione:
V lettore: “Chi coglie il cammino di Dio nel nostro tempo se non chi ha il cuore semplice e ha conservato la capacità di meravigliarsi delle bellezze dell’esistenza?
di Dio che si rivela anche nel nostro tempo, perché lo Spirito Santo non ha mai abbandonato l’umanità, ma alita sempre su di essa. Avere questa libertà interiore che ci permetta di cogliere le rivelazioni di Dio in ogni tempo è il pensiero che nasce dalla contemplazione di questi due anziani del tempio che riconoscono nel Fanciullo la nuova rivelazione”.( Giovanni Vannucci, Verso la luce – Un cuore fresco e semplice )

Preghiamo il Salmo 97 (98) a cori alterni Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore, abitanti di tutta la terra!
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza!
Proclamate la sua gloria fra le nazioni e i suoi prodigi fra tutti i popoli!

VI lettore: Diciamo insieme Ascoltaci Signore!
– Dona Signore il gusto dell’attesa a tutti noi ed in particolare alle persone sole, scoraggiate, provate dalla malattia, apri i loro cuori alla Tua Speranza. Ascoltaci Signore!
– Donaci Signore un cuore nuovo capace di accogliere tutti i fratelli: i più poveri, gli emarginati, i profughi e gli esiliati. Ascoltaci Signore!
– Donaci Signore di consacrare il nostro cuore a Te seguendo con gioia e generosità la via che hai tracciato per ognuno di noi. Aiutaci a conoscerla e ad intraprenderla con la fiducia di aprire le braccia al Tuo Amore che sorprende e trasforma la vita. Ascoltaci Signore!

Nel Tempio santo Simeone portava il bambino cantando:
«Sei venuto, o Compassionevole, hai avuto pietà di questo vegliardo, alle mie ossa tu hai concesso
di trovare la pace nello Sheol. Dalle tue mani io sarò elevato fino al cielo dalla mia tomba».
Anna abbracciò il bimbo
e pose la sua bocca sulle sue labbra e lo Spirito riposò su di esse,
 e come Isaia, la cui bocca fu muta
finché un carbone infuocato non si accostò alle sue labbra
e gli sciolse la lingua,
anche Anna ardeva per lo Spirito uscito dalla bocca del Cristo.
E anche lei si mise a cantare:
«Figlio regale e sprezzato, mentre tu taci comprendi, nascosto tu vedi, tenuto all’oscuro tu sai,
Dio-uomo, sia gloria al tuo Nome». (Efrem il Siro, Inni )

Preghiera conclusiva:
O Signore, dammi tutto ciò che mi conduce a te. O Signore, prendi tutto ciò che mi distoglie da te. O Signore, strappa anche me da me e dammi tutto a te. (S. Teresa Benedetta della Croce)

Padre Nostro

Benedizione

Canto finale

*A cura del noviziato delle Benedettine del monastero “S. Giovanni Evangelista” in Lecce

 

 

 

Condividi questo post