Adorazione Eucaristica – Maggio 2014

Adorazione Eucaristica – Maggio 2014

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Canto di esposizione

Introduzione

G. Siamo qui questa sera all’inizio del mese mariano di Maggio per affidare al Signore e a Maria gli amici che saranno ordinati Diaconi.
Ci lasceremo guidare dal cantico del Magnificat. Con il suo canto di lode, Maria, ci ricorda che la vera gioia viene da Dio, dalle meraviglie che lui compie nelle nostre vite e nel mondo. La lieta notizia che il Magnificat trasmette è che il Signore ha attraversato i cieli e ci invita a respirare con il suo respiro, a sognare i suoi sogni, a vivere la sua vita. Riconosciamo tutti i doni di grazia che Dio continua a effondere su ciascuno di noi e con Maria preghiamo e riconosciamo che: «è lui che ha guardato… è lui che ha soccorso… è lui che porta a compimento».

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

C.  “Dio ha compiuto in me cose meravigliose, ha fatto dei miei giorni un tempo di stupore, della mia vita un luogo di prodigi”.

 Tutti: “Ha guardato l’umiltà della sua serva, ha reso integro il mio cammino. Abbiate fiducia: è lui che può tutto, lui solo è il Santo”.

 

Primo momento: Vocazione

“Ha guardato l’umiltà della sua serva”

 

C. Dal vangelo secondo Luca (1, 46b-50)

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono”.

Pausa di riflessione e adorazione

Meditazione

L. Dal tempo della venuta di Gesù, la storia della vocazione è storia della sequela. Noi seguiamo la nostra vocazione in quanto ci mettiamo al seguito di Gesù. E tale sequela è questione che riguarda esclusivamente la nostra libertà, la nostra risposta, ma è anche qualcosa di più di un’azione umana pura e semplice, compiuta con le nostre forze. La sequela di Gesù significa: lasciarsi cadere nelle sue braccia, lasciarsi portare da lui, confidare in lui.

Noi possiamo essere in lui e permettere che lui sia in noi. In lui, la vocazione non è più una pretesa eccessiva e opprimente, ma è un’impossibilità trasformata, redenta.

La via per lasciarsi trasformare e redimere è indubbiamente la via della comunione con Gesù, del fidarsi di lui e del vivere con lui. Ciò significa, in ultima analisi, che la via della vocazione è la via della croce.
Lo stesso Gesù non lascia dubbio in proposito: «Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».

Klaus Hemmerle, Scelto per gli uomini

 

 L. Dal messaggio del Papa per la 51a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Vi invito ad ascoltare e seguire Gesù, a lasciarvi trasformare interiormente dalle sue parole che «sono spirito e sono vita». Maria, Madre di Gesù e nostra, ripete anche a noi: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!» Vi farà bene partecipare con fiducia ad un cammino comunitario che sappia sprigionare in voi e attorno a voi le energie migliori. La vocazione è un frutto che matura nel campo ben coltivato dell’amore reciproco che si fa servizio vicendevole, nel contesto di un’autentica vita ecclesiale. Nessuna vocazione nasce da sé o vive per se stessa. La vocazione scaturisce dal cuore di Dio e germoglia nella terra buona del popolo fedele, nell’esperienza dell’amore fraterno. Non ha forse detto Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri»?

Canto

Silenzio e ad

orazione personale

 

Secondo momento: Lode

“Ha soccorso Israele, suo servo”

 C. Dal vangelo secondo Luca (1, 51-54)

“Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia”.

Pausa di riflessione

Meditazione

L. La prima parola che Maria pronuncia nella casa sul monte è di lode. Modello per i credenti: verso Dio, il primato della lode; verso i fratelli, il primato della benedizione.
Tutte le prime preghiere cristiane nascono attorno a Maria: il Magnificat, la prima parte dell’Ave, il Benedetto, il Gloria degli angeli a Betlemme, il cantico di Simeone. Maria fa nascere preghiere. Il vero devoto di Maria allora impara da lei a lodare e a benedire, a liberare il cuore davanti a Dio, a far entrare nella preghiera la vita, i poveri e gli affamati, a fare della preghiera la casa abitata dalla storia degli uomini. Imparare a pregare come lei: questa è la vera devozione. Ancor più che pregare lei, pregare come lei. Da dove nasce la preghiera di Maria, questo canto esultante? Maria ha capito Dio, ha visto che Dio è un Dio innamorato e compie meraviglie.
Per dieci volte ripete: ‹‹è lui che ha guardato, è lui che ha fatto, è lui che libera, è lui che sconvolge, è lui che solleva, è lui che manda a mani vuote, è lui che colma, è lui…››. Per dieci volte. La fede di Maria, la fede grande, la più grande fede, è quella che pone al centro non quello che io faccio per Dio, ma quello che Dio fa per me. Al cuore del cristianesimo non sono poste le mie azioni buone o cattive, ma l’azione di Dio. La salvezza non viene dal fatto che io amo Dio, ma che Dio ama me. Al centro del cristianesimo è collocato allora come un nuovo decalogo, che non si riferisce più all’agire dell’uomo, ma che elenca le dieci azioni di un Dio appassionato, di colui che altro non fa che eternamente considerare ogni uomo ben più importante di se stesso.

Ermes Ronchi, Le case di Maria

 Dal Salmo 103 (a cori alterni)

Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità,

salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia,

Il Signore compie cose gi

uste, difende i diritti di tutti gli oppressi.

Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore.


Non ci tratta secondo i nostri peccati

e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Come è tenero un padre verso i figli,

così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,

perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere.

Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,

e la sua giustizia per i figli dei figli.

 Canto

 

Terzo momento: Fedeltà

“Per sempre”

 

C. Dal vangelo secondo Luca (1, 55)

“Come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre”.

Preghiera

“Santa Maria, serva del Signore, che ti sei consegnata anima e corpo a lui, e hai fatto l’ingresso nel suo casato come collaboratrice familiare della sua opera di salvezza, donna veramente alla pari, che la grazia ha introdotto nell’intimità trinitaria e ha reso scrigno delle confidenze divine, domestica del Regno, che hai interpretato il servizio non come riduzione di libertà, ma come appartenenza irreversibile alla stirpe di Dio, noi ti chiediamo di ammetterci alla scuola di quel diaconato permanente di cui ci sei stata impareggiabile maestra.

Al contrario di te, facciamo fatica a metterci alle dipendenze di Dio, e stentiamo a capire che solo la resa incondizionata alla sua sovranità ci può fornire l’alfabeto primordiale per la lettura di ogni altro umano servizio. L’affido nelle mani del Signore ci sembra un gioco d’azzardo. La sottomissione a lui, invece che collocarla in un quadro di alleanza bilaterale, la sentiamo come una variabile della schiavitù. Siamo gelosi, insomma, della nostra autonomia. E l’affermazione solenne che servire Dio significa regnare non ci persuade più di tanto.

Santa Maria, serva della Parola, serva a tal punto che, oltre ad ascoltarla e custodirla, l’hai accolta incarnata nel Cristo, aiutaci a mettere Gesù al centro della nostra vita. Fa’ che ne sperimentiamo le suggestioni segrete. Dacci una mano perché sappiamo essergli fedeli fino in fondo. Donaci la beatitudine di quei servi che egli, tornando nel cuore della notte, troverà ancora svegli, e che, dopo essersi cinte le vesti, lui stesso farà mettere a tavola e passerà a servire”.

Don Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni

Silenzio

C.  Sei il pane dell’amore, del perdono, dell’unità.

Tutti: Gesù, pane di vita, fa della tua chiesa la comunità di coloro che cercano in tutto la volontà del Padre.

C. Rendici, a tua imitazione, miti ed umili.

Tutti: Gesù, pane di vita, rendici capaci di far tacere il nostro “io” egoista, orgoglioso e prepotente.

C. Fa’ sentire la bellezza della tua chiamata ad essere servi del tuo regno.

Tutti: Gesù, pane di vita, sostieni la fedeltà di coloro che hai chiamato a seguirti.

Padre nostro – Benedizione eucaristica e conclusione – Canto

 

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