Centro mediterraneo di pastorale e cultura. Primo ritiro del clero con Padre Annicchiarico

Centro mediterraneo di pastorale e cultura. Primo ritiro del clero con Padre Annicchiarico

articolo ripreso da portalecce

Con il canto dell’ora terza e l’adorazione eucaristica, è iniziato il nuovo itinerario di formazione spirituale dei presbiteri leccesi.

 

 

 

A presiedere la liturgia introduttiva nella cappella del Centro mediterraneo di  pastorale e cultura intitolato a San Giovanni Paolo II, finalmente tornata fruibile,  è stato l’arcivescovo Luigi Pezzuto, che per motivi pastorali ha sostituito l’arcivescovo Michele Seccia, fuori diocesi (in Abruzzo e nelle Marche alla guida di un pellegrinaggio per santuari di ammalati e volontari della diocesi), sottolineando così come la comunione nella Chiesa non sia solo di carattere esteriore ma sostanziale, e seppur a chilometri di distanza, tutto il presbiterio in unione spirituale con il proprio vescovo è realtà costituita in unità dal Sommo Pastore.

A guidare il clero leccese per il nuovo anno pastorale, in questo itinerario di ascolto, formazione, condivisione e preghiera sarà il gesuita Padre Franco Annicchiarico, Grottagliese di origine ma Barese di adozione per l’ impegno pastorale a servizio della diocesi del capoluogo di regione.

Annicchiarico, partendo dalla parola di Dio, (in riferimento a Gn 11,27-27; Gn 12,1-8) attraverso la figura di Abramo, ha fornito a presbiteri e diaconi, una chiave di lettura nuova rispetto all’impegno pastorale e alla vita spirituale. Il predicatore si è soffermato sull’importanza di non intendere questo spazio di riflessione come un corso di aggiornamento, ma di viverlo come occasione di ritiro, di allontanamento dalle impellenze e dagli impegni quotidiani, come atto di fede per mettersi in ascolto dell’unico necessario. Padre Franco, ha proseguito la riflessione (con una conversazione dinamica e spigliata), incentrando l’attenzione sul valore e sul dono della fraternità presbiterale, sull’importanza dell’ascolto e sulla necessità di esercitare e vivere una paternità che è immagine di quella divina. Dopo il tempo di silenzio per la riflessione personale, tutti i convenuti hanno condiviso ciò che lo Spirito aveva suscitato.

Prima della conclusione il vicario generale, don Gigi Manca, ha ricordato alcuni appuntamenti importanti per la vita diocesana: il centenario della nascita al cielo del santo dei sordomuti, San Filippo Smaldone, della ricorrenza del 6 novembre prossimo in occasione della Dedicazione della Chiesa Cattedrale e dell’avvio della Scuola diocesana di formazione teologica il prossimo 10 novembre.

Per tanti sacerdoti leccesi, il Centro mediterraneo (ex nuovo seminario), rimane luogo del cuore, di formazione, di crescita e per questo, l’arcivescovo Seccia, coadiuvato da don Antonio Montinario (vicario episcopale per l’economia) e da don Sandro D’Elia (nuovo direttore del Centro) hanno espresso con sentimenti di gioia ed entusiasmo la vocazione di questo luogo, luogo da vivere, casa comune per tutta la diocesi, disponibile per incontri, preghiera, formazione e convivialità. Si restituisce in questa maniera alla collettività un bene, eredità dell’episcopato dell’arcivescovo Cosmo F. Ruppi, struttura che per anni è rimasta in stand-by. A tutta la Chiesa diocesana, in base ai propri carismi e doni, spetta la custodia e la valorizzazione di questo luogo benedetto di persona da San Giovanni Paolo II nel lontano 1994.

La giornata di ritiro, si è conclusa con l’affidamento a Maria attraverso la recita comunitaria dell’Angelus presieduta dal vescovo Cristoforo Palmieri.

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