inno di lode e di ringraziamento

inno di lode e di ringraziamento

articolo ripreso da portalecce

Una giornata storica quella di ieri 28 ottobre, festa dei Santi Simone e Giuda, per la comunità parrocchiale di San Lazzaro in Lecce, stretta in un abbraccio orante al suo parroco, mons. Pierino Liquori, che ha lodato il Signore per i cinquanta anni di ordinazione presbiterale.

 

 

Tanti anche i confratelli che hanno voluto fare corona al festeggiato: mons. Luigi Manca, don Maurizio Ciccarese, mons. Vincenzo Marinaci, mons. Oronzo De Simone, don Rodny Mencomo, don Vito Caputo, Padre Vincenzo Caretto, mons. Piero Quarta, don Francesco Morelli e don Attilio Mesagne.

Densa e accorata l’omelia di mons. Liquori che ha voluto quasi decentrare da sé l’attenzione dei presenti.

Ha affermato: “celebrare una tappa così bella del proprio cammino sacerdotale non è riconoscere la grandezza della persona ma è il desiderio di ringraziare il Signore che sceglie, chiama, costituisce e invia”.

In questa pluralità di atteggiamenti si cela, però la grande vocazione del presbitero: egli è un solitario.

 

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Ancora don Pierino: “chi è il sacerdote? È un monakós, un contemplativo, un chiamato a stare tra la gente per poi ritirarsi, stare con Dio, parlare con Lui e dire alla gente di Lui; la dimensione pastorale, nella vita del prete, non può avere mai la meglio sulla capacità orante cui il sacerdote non può e non deve sottrarsi”.

Il presbitero, tuttavia, non è mai l’uomo delle molte parole, quanto quello dell’unica Parola di cui è chiamato ad essere eco, testimone e attualizzatore. In un tempo-contesto in cui scegliere di essere presbitero potrebbe far pensare ad un ripiego quasi di comodo don Liquori non ha mancato di far risuonare la vera domanda, origine e fonte di ogni vocazione.

Pregnanti di carica le sue parole: “Prete chi sei tu? Sei il frutto della preghiera del popolo e del Signore, sei la concretezza di quella azione di Cristo che per te ha pregato, con te ha camminato e ti ha reso suo sacramento, suo segno nella storia”.

L’Eucaristia di ieri è stata, altresí, condivisione di due “sí” celebrati: a quello di don Pierino si è unito quello delle coppie di coniugi che, in questo anno, hanno benedetto il Signore per 25, 40 e 50 anni di matrimonio.

 

 

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Belle le parole ad essi rivolte dal festeggiato: “ponetevi sempre in atteggiamento di lode davanti a Colui che vi ha chiesto di essere riflesso del suo amore; insieme, voi e io, abbiamo condiviso e condividiamo la bellezza di essere generatori di vita”

Sacerdozio e vita coniugale: due modi per celebrare Cristo Sposo che nella sua chiesa continua a intessere proposte di nuzialitá.

La festa giubilare non termina ma si avvia al “gran finale”: sabato 31 ottobre, data molto cara a don Pierino perché memoria della sua prima presidenza eucaristica, sarà  l’arcivescovo  Seccia, padre e pastore della Chiesa di Lecce che a don Pierino a vario titolo è  grata e riconoscente,  a porgere a mons. Liquori  i suoi auguri e a delineare la preziosità   del ministero del sacerdote che diviene “collaboratore della gioia” del suo popolo.

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