L’amore familiare: vocazione e via di santità. Gianluca e Chiara: una storia di famiglia

L’amore familiare: vocazione e via di santità. Gianluca e Chiara: una storia di famiglia

articolo ripreso da portalecce

In preparazione alla Festa della famiglia che nella diocesi di Lecce si svolgerà il prossimo 10 giugno nell’anfiteatro della chiesa parrocchiale di Santa Maria della Porta in città (LEGGI) in preparazione all’Incontro mondiale delle famiglie in programma a Roma dal 22 al 26 giugno prossimi, Portalecce ospita alcune testimonianze di famiglie cristiane che si sforzano di vivere l’amore coniugale e genitoriale secondo il vangelo. Oggi si raccontano su queste pagine Gianluca e Chiara Bleve.

 

 

 

Dal momento in cui ci siamo conosciuti, abbiamo capito da subito che potevamo fare un bel percorso insieme. Anche se abbiamo dovuto attendere un po’, siamo arrivati a stringerci in un patto d’amore incrociando i nostri sguardi con la Luce che ci benedice, ci protegge e ci guida. C’è un disegno su noi due: abbiamo intravisto appena appena l’inizio del sentiero e lo abbiamo intrapreso; ora giorno dopo giorno, ma soprattutto attimo dopo attimo, un passo alla volta, senza strattoni, stiamo imparando a camminare insieme. Guardiamo un po’ avanti e un po’ indietro, perché non abbiamo una ricetta che vada sempre bene per tutte le situazioni e la convivenza sotto lo stesso tetto ci provoca al confronto continuo e a trovare il modo di venirci incontro, per smussare le spigolature delle nostre personalità e per dare la stessa importanza e bellezza ai momenti di intesa ed incontro come a quelli in cui si fa sentire più viva la nostra individualità. Non è facile avanzare mantenendo il ritmo una dell’altro, basta tardare a muovere un passo che l’andamento, da armonico diventa sincopato. Potremmo descrivere la nostra vita di famiglia come un gioco di incastri, e noi due siamo fatti di pezzi sempre nuovi che vanno orientati bene prima di essere inseriti nella trama comune che stiamo costruendo, scartando quelli che dopo vari tentativi non possono andar bene.

Abbiamo ricevuto la grazia del dono dei figli. Davanti al miracolo della vita nelle nostre braccia si è sprigionata una tale quantità di amore così grande che abbiamo subito capito che tutto quello che avevamo provato prima era solo una minima parte della capacità che potevano sostenere i nostri cuori. Ma da allora abbiamo anche dovuto cominciare a fare i conti con il senso di responsabilità verso quelle creature che ci sono state affidate. Ma come si fa a fare i genitori? E per di più di una famiglia cristiana?

Capita che nella routine, la velocità a cui si viaggia sia così spinta che ci porta ad alzare troppo la voce, a rispondere in modo sgarbato o poco comprensivo, a respingere in modo seccato una richiesta di gioco da parte dei ragazzi perché presi da altri pensieri o da qualcosa che in quel momento non sta andando per il verso giusto…le linee di tristezza che velano il loro viso sono quanto di più tagliente e affilato possa penetrare fin dentro la profondità più interna del cuore.

E quando chiediamo loro il perdono e ci scusiamo per le brutte reazioni che abbiamo avuto, l’effetto è tutte le volte disarmante e sorprendente…il sorriso e l’abbraccio a tutto tondo che ci danno ci fa sentire tutta la grandezza dell’amore vero e incondizionato di chi si affida totalmente a noi senza paura e allo stesso tempo ci fa vedere chiarissima la piccolezza e fragilità di noi come genitori.

Come trovare le parole per spiegare loro perché per strada si vedono comportamenti maleducati o irrispettosi, accompagnati e sottolineati ancor peggio dalle nostre reazioni istintive? Penso ai pirati della strada, a chi ci blocca dall’uscita dal box o dal parcheggio la mattina per andare a scuola, a chi si frema in tripla fila, a chi strombazza per la fretta, a chi non rispetta la fila… È una dura lotta con noi stessi e nel trovare parole adeguate e non offensive per spiegare loro che non ci si comporta così.

Quante volte noi genitori dobbiamo anche fare i conti con grandi imbarazzi e siamo costretti a mettere delle pezze in modo goffo e impacciato quando pensiamo di parlare in codice o a bassa voce di qualche persona o situazione e invece scopriamo che i nostri figli non solo hanno sentito tutto, ma hanno anche capito di chi o di cosa si parlava?

Che fatica dire di sì e anche dire di no. E capita spesso che noi genitori ci incartiamo da soli, per esempio quando papà da una risposta ad una richiesta e un attimo dopo la mamma alla stessa domanda ne da una opposta e viceversa… i nostri genitori e i pedagoghi ci hanno insegnato che davanti ai figli bisogna fare fronte comune, ma come si esce da situazioni del genere?

Li vediamo crescere a grande velocità e se all’inizio ci dobbiamo sforzare di rendere semplici le risposte alle loro domande, dopo cominciamo a non averne più di risposte e fare i conti con i nostri limiti. Una scappatoia è: chiedi alla mamma o chiedi a papà… ma non è un granché.

Per non parlare dei temi della fede. Cosa dire a un bimbo quando ti chiede come mai se lui ha chiesto diverse volte a Gesù di far finire la guerra, la guerra continua? Come spiegare la violenza, l’aggressività, l’abbandono, la fame, la morte dei profughi in mare? Perché ci sono bambini non battezzati? Perché dobbiamo andare in Chiesa?

Di fronte a queste domande nella stragrande maggioranza dei casi siamo impreparati, diamo risposte inadeguate o qualunquiste che non li convincono per nulla o cerchiamo di sviare l’argomento. La preghiera che rivolgiamo al Signore ogni giorno, dopo quella di ringraziamento per la splendida occasione e opportunità di partecipare della gioia di poter essere una famiglia, è quella di darci la forza di starci accanto e vicini, di prenderci cura gli uni degli altri, di crescere nel rispetto e stima reciproci, di accompagnare i nostri figli lungo la loro strada, nel custodirci a vicenda e nel rimanere aperti all’ascolto piuttosto che dare soluzioni o indirizzi o consigli.

Per noi vivere in famiglia è quel grande amore che si trova nello sguardo di un figlio che ci cerca da lontano per avere cenno di intesa, di assenso, di conforto. Quella tenerezza travolgente e rigenerante di un sorriso e un bacio appena varcata la soglia di casa prima ancora di riuscire a lasciare le chiavi e le borse del lavoro. Quella felicità e pace infusa dal profumo della cena in preparazione e dal vederci tutti intorno al tavolo intenti ad apparecchiare…

 

 

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