#INSIEMENONOSTANTE. La Settimana Santa della Chiesa di Lecce. L’articolo dell’arcivescovo

#INSIEMENONOSTANTE. La Settimana Santa della Chiesa di Lecce. L’articolo dell’arcivescovo

articolo ripreso da portalecce

Sarà una Pasqua diversa. E una Settimana Santa particolare. Ma sarà Pasqua. Per noi cristiani sarà Pasqua, nonostante.

 

 

Non sono lontani i giorni in cui, nel giorno dell’Epifania, in tutte le chiese dopo la proclamazione del vangelo dell’arrivo dei magi a Betlemme, vennero annunciate le date del Triduo pasquale. Chi mai l’avrebbe immaginato, che una volta che i magi “per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”, avremmo dovuto vivere e celebrare una Pasqua così sobria e in isolamento totale?

Ho pensato tanto in questi giorni ai tanti Natale e alle tante Pasqua dei cristiani che vivono nei Paesi assediati da guerre, guerriglie e persecuzioni. Ma anche da epidemie e catastrofi naturali. Quanti credenti, recandosi in chiesa per celebrare i santi misteri hanno rischiato di non tornare più a casa? Quanti martiri sotto le macerie di chiese assaltate e fatte esplodere o incendiate da terroristi criminali? Non si contano più.

Non avremmo mai immaginato che anche qui da noi sarebbe stato “rischioso” per sé e per gli altri entrare in chiesa per pregare con la nostra comunità. Eppure… quest’anno “il centro di tutto l’anno liturgico” subirà gli effetti dell’emergenza e della conseguente quarantena planetaria.

Come ho scritto, chiudendo un documento inviato ai sacerdoti (e qui allegato) per dare indicazioni circa i riti della Settimana Santa: “Anche nell’emergenza sia per tutti noi una Pasqua di Passione, Morte e soprattutto di Risurrezione”.

Certo, più che mai una Pasqua di passione e di morte. In piena tempesta e con milioni di naufraghi, come ha detto Papa Francesco l’altra sera commuovendo il mondo intero. Ma il porto e la luce, rinchiusi per adesso da un macigno pesante, non attendono altro che “l’alba del primo giorno dopo il sabato”.

Noi tutti, siamo in trepidante attesa appena fuori da quel sepolcro e con le braccia alzate attendiamo l’ora della Risurrezione. Che non tarderà ad arrivare, c’è la speranza che non ha mai smesso in queste settimane di alimentare le nostre certezze di credenti.

Noi vivremo ugualmente i misteri della nostra salvezza: celebreremo la vittoria del peccato sulla morte e anche sul virus che ha messo in ginocchio l’umanità e miete vittime su tutta la terra.

Celebrerete i divini misteri con il vostro vescovo e con tutti i sacerdoti che senza la partecipazione della comunità offriranno il “sacrificio pasquale” pregando con voi e per voi anche se a porte chiuse. E voi, ne sono certo, ci sarete vicini, presenti anche se distanti: tutti in preghiera e in comunione dalle vostre case.

Vi raggiungeremo attraverso i media, attraverso Portalecce che ha già predisposto il palinsesto delle celebrazioni e che a giorni pubblicherà su queste pagine. Tutti i riti prodotti dalla web tv diocesana andranno in onda anche su Telerama.

Sarà, inoltre, una Settimana Santa nella quale, né a Lecce, né negli altri paesi della diocesi sarà possibile organizzare le tradizionali processioni che aiutano a meditare – grazie alla forza delle immagini – sui misteri della Passione e Morte del Signore Gesù e sui i dolori di Maria. Il prossimo 15 settembre, se tutto sarà tornato alla normalità, si potrà svolgere la processione dell’Addolorata.

Sarà comunque Pasqua. E anche se sarà difficile accostarsi al Sacramento della Riconciliazione per confessare i nostri peccati e ricevere il perdono sacramentale, né ricevere l’Eucaristia, offriremo al Cristo che soffre, muore e risorge per noi il nostro “digiuno” perché Egli ci liberi presto da questo male. Ripetiamolo con forza più volte alla fine di ogni “Padre nostro”: liberaci dal male, liberaci dal male, liberaci da questo male.

Egli non avrà paura dei muri e delle porte e, come fu per i discepoli rinchiusi nel Cenacolo, verrà a visitarci e a portarci la pace nel cuore. Facciamoci trovare pronti anche come famiglia, piccola Chiesa chiamata, più che mai quest’anno, a celebrare la propria mensa eucaristica pasquale sulla mensa domestica. Sara una Pasqua “a tavola”, come nell’ultima cena.

Allora, fratelli miei e sorelle mie: buona strada, #insiemenonostante.

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