Catechesi in parrocchia. Mons. Seccia non chiude ma si affida al buon senso dei parroci

Catechesi in parrocchia. Mons. Seccia non chiude ma si affida al buon senso dei parroci

articolo ripreso da portalecce

Commissione regionale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi i vescovi pugliesi si sono espressi in merito al prosieguo delle attività catechistiche della regione Puglia.

 

 

Il motivo scaturisce dall’ordinanza del governatore della Puglia Emiliano emanata il 28 ottobre scorso con la quale si sospendono in parte le attività didattiche in presenza di ogni ordine e grado. Ma, come si sa, le attività catechistiche, come quelle liturgiche, d’intesa tra Stato e Conferenza Episcopale Italiana, non sono state sospese.

Già questo è un primo dato importante che evidenzia come le realtà ecclesiali della regione e di tutto il territorio italiano siano state attente nell’osservanza delle disposizioni emanate di volta in volta dallo Stato per permettere l’utilizzo dei luoghi di culto e la possibilità di celebrare i santi misteri in sicurezza.

Alla luce di tutto questo la Conferenza episcopale pugliese consiglia “la sospensione delle attività catechistiche nelle realtà ecclesiali dove il rischio del contagio è maggiore o dove la tutela dei ragazzi e dei catechisti non è debitamente garantita”.

Questa esplicitazione non esclude, anzi addirittura chiede di garantire (come si legge nella missiva giunta dalla Commissione regionale ai presuli e ai direttori degli Uffici Catechistici Diocesani) “il sostegno spirituale personale e comunitario con le attività liturgiche e le catechesi o in piccoli gruppi o riutilizzando quelle modalità creative e quei canali già usati nei mesi del lockdown”.

L’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, invita le comunità parrocchiali della diocesi a muoversi tenendo presente quanto la comunicazione dell’Ufficio catechistico regionale propone. In chiave sinodale e in spirito di comunione Seccia non arroga a sé, come ordinario diocesano, una decisione unica per tutta la diocesi, ma chiama ciascun parroco che “ben conosce e sa valutare la situazione del proprio territorio di pertinenza” a individuare la scelta più opportuna e giusta per la propria comunità.

È questo un esempio tangibile di esercizio condiviso del discernimento e dell’agire pastorale della nostra Chiesa diocesana. Un po’ come tradurre quanto proprio nello stesso giorno dell’invio della Lettera dell’Ufficio catechistico regionale la prima lettura della liturgia del venerdì della 30.ma settimana del Tempo ordinario offre a tutta la Chiesa: «E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio» (Ef 1, 11).

Condividi questo post