La luce di Betlemme a Lecce. In Piazza Duomo l’accoglienza dell’Agesci e dell’arcivescovo

La luce di Betlemme a Lecce. In Piazza Duomo l’accoglienza dell’Agesci e dell’arcivescovo

articolo ripreso da portalecce

Anche quest’anno, oggi 16 dicembre alle 20.15, la “Luce della Pace” arriva a Lecce in Piazza Duomo.

 

 

 

Qui sarà accolta dagli scouts delle zone “Lecce Adriatica” e “Lecce Ionica” che insieme all’arcivescovo Michele Seccia vivranno un momento di riflessione, condivisione e preghiera per la pace in Medio Oriente, in Ucraina e per tutti i luoghi e i popoli martoriati dalla guerra.

Nella grotta della natività a Betlemme, nel punto esatto dove si crede fu adagiato Gesù Bambino, c’è una lampada che arde perennemente da molti secoli, alimentata dall’olio donato a turno dalle nazioni cristiane di tutta la Terra. Poco prima di Natale, un bambino austriaco accende una luce dalla lampada della grotta che, attraverso una staffetta ferroviaria messa in atto dagli scouts di tutta Europa, giunge in Italia, nelle nostre città.

L’Agesci condivide e fa propria l’esortazione di Papa Francesco di “chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade” per favorire il dialogo che edifica la pace. Consapevoli della complessità delle tensioni in atto nel mondo, gli scouts cattolici si impegnano nel continuare a costruire esperienze di convivenza pacifica, conoscenza e collaborazione tra i giovani attuandole attraverso il metodo educativo scout, contribuendo alla costruzione di un disegno di pace tra forme e provenienze diverse.

È sempre vivo e attuale l’ammonimento di don Tonino Bello che sprona a non assopirsi nel conforto dei salotti, avvolti nelle giacche da camera, cullati dal tepore dei caminetti e chiede di alzarsi in piedi per essere abili costruttori e artigiani di pace.

Accogliere la Luce di Betlemme ci aiuti a compiere gesti significativi per superare le tante piccole o grandi ostilità di ogni giorno. Donarla a tutti, senza distinzione di religione, razza, sesso, appartenenza politica ci porti a superare le prese di posizione che irrigidiscono e non predispongono al dialogo. Accendere questa luce non può rimanere soltanto il gesto di un attimo, ma bisogna mantenere viva l’attenzione nei valori che essa porta con sé, bisogna vigilare affinché il desiderio di pace, fratellanza ed amicizia non si spenga nel nostro cuore.

La “Luce della Pace” occorre che sia donata al vicino, a chi è solo, a chi soffre. In questi tempi di conflitto, mentre cresce il dolore sociale e si aggravano le crisi economiche, ambientali, politiche e umanitarie, ogni cristiano è chiamato a sviluppare la propria capacità di cura degli altri, partendo dai più bisognosi, dai più fragili e dai più piccoli, allargando lo sguardo e la cura all’intera famiglia umana e al pianeta. Solo attraverso questo lavoro quotidiano con il contributo di ogni persona, sarà possibile rispondere al bisogno umano primario della pace.

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