Feste Patronali…il senso?

Feste Patronali…il senso?

Riti religiosi e manifestazioni civili al tempo della crisi devono condividere le urgenze della carità.

A colloquio con il Responsabile Diocesano dell’ufficio turismo, pellegrinaggi e sport. 

IL SENSO VERO DELLE FESTE PATRONALI 

Con l’approssimarsi dei mesi estivi, il calendario si intensifica con gli appuntamenti legati alle feste patronali salentine, sempre capaci di richiamare a se l’attenzione di religiosi e semplici curiosi. “Per l’or­ganizzazione di tali feste – ci spiega don Damiano Madaro, Direttore dell’Ufficio Dioce­sano Turismo, Pellegrinaggi e Sport – esistono norme e punti di riferimento validi dettati sia dalla Diocesi di appartenenza, sia dalla Conferenza Episcopa­le Pugliese di cui tutti i parroci sono o dovrebbero essere a co­noscenza”.

La festa in sé, il cui confine tra aspetto religioso e aspetto pagano risulta flut­tuante, deve ispirarsi ai valori dell’autenticità e dell’essen­zialità, lasciando ai parroci il difficile compito di educare al senso religioso, foriero di con­tribuiti importanti e imprescin­dibili. È quindi impensabile che, nell’organizzazione di tali feste, vi siano manifestazioni che non abbiano nulla in co­mune con lo spirito evange­lico di cui sono portatrici, un aspetto sul quale l’Arcidiocesi leccese si è sempre impegnata con coscienza.

I pur sempre criticati aspetti “esteriori”, in­fatti, non sono solo una trovata recente, ma hanno radici forti nella tradizione di una festa e, specialmente in questo pe­riodo di forte crisi economica, non possono eccedere nello spreco. “Per non imbattersi in questo tipo di errori – os­serva ancora don Damiano – è necessario mantenere viva la collaborazione tra le parrocchie, i comitati festa e le singole amministrazioni, non solo per fare il punto sull’aspetto economico, ma anche per far si che la festa sia veicolo di temi religiosi e non solo meramente spetta­colari”.

Ogni parroco, quindi, deve poter avere voce in capitolo nell’organizzazione delle manifestazioni, porgendo particolare attenzione anche alle prescrizioni della Cep che vietano esplicitamente alcune prassi, in uso in altre regioni d’Italia, come l’asta pubblica per portare la statua di un san­to, la richiesta di offerte duran­te la processione e l’esibizione di denaro sui simulacri.

Don Damiano auspica che in dio­cesi cresca la collaborazione pastorale tra le comunità par­rocchiali e i comitati feste, an­che attraverso momenti di for­mazione che aiutino a cogliere il senso e il valore delle feste religiose. In alcune delle vica­rie leccesi questa attività già si svolge con successo.

La pietà popolare, crocevia di cultura, liturgia, tradizione e strumento privilegiato di aggregazione e di fede, costituisce per le co­munità una ricchezza inestima­bile e, attraverso l’osservanza di tempi e spazi rituali, apre la strada alla cosiddetta religione del cuore, autentica adesione di fede alla proposta di Dio.

IL VALORE SIMBOLICO

Le feste patronali hanno un altissimo valore simbolico, poiché si collegano ad antichi riti propiziatori e di purificazione legati indis­solubilmente ad antiche cerimonie pagane. Nei primi anni del cristianesimo, infatti, la Chiesa ha disposto le proprie feste nelle date di quel­le pagane rendendo possibile, da parte del popolo contadino, l’accettazione della nuova religione. Non è un caso, quindi, che molto spesso le feste patronali si svolgano nei periodi a ridosso di importanti avveni­menti legati soprattutto all’agricoltura, come la semi­na dei campi, la raccolta o la vendemmia.

RADICI PROFONDE

Il Salento, esposto da sempre ai contatti con gli altri popoli del Mediterraneo, è una terra ricca di cultura e tradizioni, dove Sacro e profano, paganesimo e Cristianesimo convi­vono nelle numerose sagre e feste patronali che animano per lo più i mesi estivi.

Le feste pa­tronali sono tante; ogni paese ha il proprio santo protettore che viene ce­lebrato, venerato e por­tato in gloria con grande partecipazione da parte della cittadinanza. Pur conservando le proprie peculiarità, queste ma­nifestazioni presentano dei caratteri comuni quali la processione, la banda operistica e i fuo­chi pirotecnici.

IL CALENDARIO E I PAESI

GENNAIO dal 6 al 18

SANT’ANTONIO ABATE

NOVOLI  dal 26 al 27

SANT’ANTONIO ABATE

VILLA CONVENTO

GIUGNO dal 22 al 23

SAN VITO MARTIRE 

LEQUILE dal 27 al 29 SAN PIETRO AP.

SAN PIETRO VERNOTICO

LUGLIO Prima domenica

SANTISSIMO CROCIFISSO

ARNESANO Prima domenica

SAN PIETRO APOSTOLO

SAN PIETRO IN LAMA  dal 15 al 16

MADONNA DEL CARMINE

BORGAGNE  dal 25 al 26

SANT’ANNA E SAN GIOACCHINO

VERNOLE  dal 27 al 29

SAN CESARIO –SAN CESARIO DI LECCE

AGOSTO dal 3 al 4

S. DOMENICO DI GUZMAN

CAVALLINO Prima domenica

S. ANTONIO DA PADOVA

MONTERONI Prima domenica

S. MARIA DELLA NEVE

STRUDÀ  dal 9 al 10

SAN LORENZO –LIZZANELLO dal 14 al 16

MARIA SS. ASSUNTA

TREPUZZI  dal 14 al 16

MARIA SS. ASSUNTA –MERINE dal 14 al 16

MARIA SS. ASSUNTA –VANZE  Terza domenica

SAN GREGORIO – ACQUARICA DI LECCE  dal 17 al 20

MADONNA NOSTRA

CARMIANO Terza domenica

SAN FOCA  dal 24 al 26

SS. ORONZO, GIUSTO E FORTUNATO

LECCE  dal 28 al 29

S. ANTONIO DA PADOVA

BORGAGNE dal 31 ago. all’1 sett.

SANT’ORONZO – CAMPI

SETTEMBRE  dall’1 al 9

MADONNA NOSTRA  E SAN VITO MARTIRE

MAGLIANO  Seconda domenica

SANT’ORONZO

ACAYA  dall’11 al 13

MATER DOMINI

PISIGNANO  dal 13 al 16

SANT’ORONZO

SURBO  dal 15 al 16

SAN NICETA – MELENDUGNO

DICEMBRE  dal 2 al 6

SAN NICOLA – SQUINZANO

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