entrate nelle case dove abitano la solitudine e la sofferenza

entrate nelle case dove abitano la solitudine e la sofferenza

articolo ripreso da portalecce

All’indomani dell’elezione dei nuovi sindaci di Lecce, Campi Salentina, Lequile e Novoli, comuni dell’arcidiocesi di Lecce, l’arcivescovo Michele Seccia ha inviato un suo personale messaggio di auguri indicando loro uno stile di servizio e di condivisione ciascuno con la propria comunità.

Carlo Salvemini, Alfredo Fina, Vincenzo Carlà e Marco De Luca così, all’inizio del loro mandato si ritroveranno sulla scrivania del municipio il biglietto del Pastore: ad ogni nuovo primo cittadino Seccia ha garantito la massima disponibilità e la feconda collaborazione nella continua ricerca del bene comune.

Di seguito, il testo integrale del messaggio.

Carissimo signor Sindaco,

la notizia della sua elezione a primo cittadino, mi offre l’occasione per porgere a lei e alla comunità che si è affidata alle sue cure, il mio personale augurio di buon cammino.

L’impegno che l’attende sarà un’avventura bellissima non solo perché nasce dall’aver maturato la scelta di dedicarsi alla politica come servizio al bene comune e non soltanto perché la sua proposta di governo della città ha incontrato il favore degli elettori.

La nuova esperienza sarà il banco di prova della sua capacità di entrare nella vita delle famiglie e delle persone della sua città, di farsi carico delle esigenze più diverse e, solo dopo aver ascoltato tutti, aver fatto un sereno discernimento ed essersi consultato con gli altri amministratori che saranno al suo fianco e ai quali rivolgo il mio affettuoso incoraggiamento, riscrivere ogni giorno la sua agenda di servizio politico.

So bene che un programma lei l’ha già scritto e presentato insieme con la sua candidatura ma tutto ciò che le suggerirà la convivenza quotidiana con la sua gente, per strada, dentro le case, nei luoghi di lavoro e di aggregazione, negli spazi impenetrabili dove la solitudine non fa rumore e la dignità umana è ferita, lacerata, offesa… Solo incrociando quegli sguardi avrà ancor di più la certezza di aver conosciuto, compreso e abbracciato le attese per cui chi l’ha voluta sindaco si è fidato di lei.

Le chiederanno di rendere più bella e pulita la città ma, soprattutto, forte si alzerà l’invito comune a migliorare nella giustizia sociale le condizioni di vita di ciascuno. La sua comunità esigerà da lei di compiere passi liberi e liberanti, capaci di alimentare la speranza dei giovani che non vedono bagliori di futuro e che purtroppo nutrono nel cuore la dolorosa intenzione di andarsene perché non hanno buoni motivi per restare qui. Ogni ragazzo che decide di partire lascia sempre un vuoto incolmabile nella storia della nostra terra: sia questa la povertà, quella che verrà, a toglierle il sonno e l’impulso più grande a lavorare soprattutto per creare le condizioni perché le nuove generazioni, i bambini di oggi, tra qualche anno, quando lei non sarà più sindaco, trovino una comunità cambiata, una comunità nella quale la crescita e lo sviluppo siano garanzia di benessere per tutti e non per pochi.

In questa sfida, che non è facile da affrontare, mi troverà sempre al suo fianco: troverà la mia casa e il mio cuore sempre aperti all’ascolto e al sostegno. Come, in prima linea per accogliere, aver cura e servire avrà sempre la compagnia, la condivisione e l’impegno delle comunità cristiane presenti nel territorio della sua città. Le troverà sempre pronte non solo ad apprezzare la sua generosità ma anche a collaborare affinché la solidarietà sia il frutto di una vocazione e non di uno spot che accresce il consenso.

Buon cammino, caro Sindaco. E che Dio benedica il suo lavoro.

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