‘E noi, cosa dobbiamo fare?’. Di più se Caritas e Cisl lavorano insieme per il bene comune

‘E noi, cosa dobbiamo fare?’. Di più se Caritas e Cisl lavorano insieme per il bene comune

articolo ripreso da portalecce

Una mattinata di speranza, prossimità e accoglienza, quella vissuta ieri presso il Centro mediterraneo di pastorale e di cultura ‘Giovanni Paolo II’, sito a Lecce in Via Stomeo, in occasione dell’evento dal titolo: “E noi, cosa dobbiamo fare? Le sfide della prossimità per uno sviluppo sociale della comunità”, organizzato da Cisl Lecce, insieme alla Caritas diocesana.

 

 

 

Gli invitati sono stati accolti con un caffé di benvenuto proposto da due azioni concrete connesse con le peculiarità del territorio cittadino: ‘Defriscu’, la prima attività di impresa sociale della Fondazione di comunità del Salento, prevista dal progetto Ri-Partenza in Salento, e l’enogastronomia sociale del Salento, ‘Fattacasa’ la quale, oltre a valorizzare le risorse umane, vuole valorizzare i prodotti tipici locali; due progetti che hanno lo scopo di contrastare il fenomeno della povertà e dell’emarginazione sociale, attraverso opportunità di formazione e lavoro per minori, neo-maggiorenni (ex affidatari in condizioni di povertà e difficoltà d’integrazione) e persone con disabilità.

Dopo i saluti dell’arcivescovo Michele Seccia, Ada Chirizzi, segretario generale della Cisl di Lecce ha introdotto il tema del seminario con la celebre icona di Bansky, ‘There is always Hope’, una bambina con un palloncino rosso che rappresenta un messaggio di speranza, “guadando al futuro con fiducia e moderazione, ma camminando insieme, perché il rinnovamento parte sempre dal basso”.

Di seguito, è intervenuto Franco Riva, professore di Filosofia morale e etica sociale all’Università Cattolica di Milano, che ha esposto le sue riflessioni contrapponendo le definizioni delle parole esclusione ed inclusione “per rimuovere l’esclusione, bisogna capire da dove nasce l’esclusione, il rifiuto… come si muove l’esclusione? Nella menzogna del rifiuto, nell’esclusione immorale, quella nel grido del dolore e poi nell’ipocrisia, come se quel male non riguarda noi”.

inoltre ha aggiunto “L’inclusione nasce dove c’è l’esclusione, mette l’altro al centro, procede negando di escludere la malafede, di inserire l’etica di giustizia e il richiamarci da parte. L’inclusione e l’ospitalità sono scomode, è molto più comodo difendere, al contrario è scomodo operare in progetti creativi di inclusione”.

Successivamente, don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, in collegamento video e don Nicola Macculi, direttore della Caritas diocesana di Lecce hanno esposto le loro considerazioni sulle tante sfide economiche e sociali che abitano il nostro tempo ponendo una serie di interrogativi di non facile soluzione. Ed è proprio la latenza di risposte a generare insicurezza. Da questo, scaturisce l’esigenza di Caritas e Cisl di intrecciare i propri passi perché la comunità si viene formando, consapevoli che “il fare da sé” non funziona più.

Infine l’intervento di Emanuele Perlangeli, coordinatore di Inecoop, che partendo dal messaggio di Papa Francesco sul lavoro e sull’impegno dei giovani vivono il mondo, si è soffermato sulle realtà diocesane degli animatori di comunità del Progetto Policoro, quei giovani che cercano di impegnarsi nei loro territori secondo i principi di prossimità, accoglienza, solidarietà e etica sociale. Ha presieduto e coordinato l’incontro Antonio Nicolì, già segretario generale della Cisl di Lecce.

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