Diciotto anni fa moriva don Edoardo Caroppo. Instancabile operaio nella vigna del Signore

Diciotto anni fa moriva don Edoardo Caroppo. Instancabile operaio nella vigna del Signore

articolo ripreso da portalecce

Il 13 luglio 2004 ci lasciava in punta di piedi don Edoardo Caroppo. Nato a Lecce il 17 novembre 1925. Alunno del Pontificio seminario regionale Pio XI di Molfetta. Riceve tutti gli ordini minori da mons. Francesco Minerva.

 

 

 

L’ordine del presbiterato il 10 agosto 1958 in duomo sempre dal vescovo Minerva. Vicario parrocchiale a San Lazzaro dal settembre 1958 al 3 settembre 1966. Vice assistente diocesano dei fanciulli cattolici dal 1° ottobre 1958 al 1° ottobre 1962. Segretario particolare di mons. Francesco Minerva dal 1° ottobre 1966 al 30 settembre 1971. Parroco del Sacro Cuore di Gesù in Lecce, nominato da mons. Francesco Minerva il 1° settembre 1974 ed immesso nel possesso canonico il 5 ottobre seguente. Direttore del Centro diocesano vocazioni nell’aprile 1978. Docente di religione nelle scuole statali. Rinuncia alla parrocchia l’8 settembre 1997. Rettore della chiesa di Santa Maria della Porta e padre spirituale della confraternita di San Luigi dal 21 settembre 1997. Direttore dell’Ufficio missionario diocesano dal dicembre 1997. Nominato canonico del capitolo metropolitano da mons. Cosmo Francesco Ruppi il 25 agosto 1997 e lo stesso giorno immesso nel possesso canonico.

Amava le Dolomiti e ogni estate ci andava in vacanza, spesso con un gruppetto di noi ragazzini dell’Azione cattolica parrocchiale di San Lazzaro, convincendo noi e le nostre famiglie. Amava i canti di montagna, i canti religiosi e la musica sacra in genere. Tanto che mons. Minerva lo nominò membro della Commissione diocesana per la musica sacra. Era un appassionato collezionista di francobolli e amava mostrarci e spiegarci la sua pregevole collezione. Amava fare foto e girare filmini, soprattutto in occasione delle gite e dei pellegrinaggi che con entusiasmo organizzava.

Don Edoardo era convinto del valore altamente educativo dello sport in primis e anche della sua importanza per la promozione del benessere psico-fisico. Così, in particolare, nel 1961 riuscì a fare avere a noi juniores della Gioventù maschile di Ac “San Giovanni Bosco” di San Lazzaro un completo per la squadra di calcio con magliette, pantaloncini, calzettoni, scarpette con i tacchetti (vero sogno per noi ragazzini dell’epoca) e un vero pallone di cuoio a spillo. Ne fummo felici. Nella foto l’inaugurazione del nuovo completo al campo di calcio degli Allievi Ufficiali, adiacente il campo Coni di Santa Rosa.

Ma don Edoardo lo ricordo con grande affetto e gratitudine, soprattutto perché è stato il mio primo direttore spirituale (a San Lazzaro nel 1958, avevo 11 anni). Sosteneva l’importanza della direzione spirituale, l’importanza di avere un padre spirituale che seguisse e alimentasse la crescita nella fede e la gioia di credere. Ricordo che ogni sabato la nostra Associazione parrocchiale della Gioventù maschile di Azione cattolica, intitolata a San Giovanni Bosco, dove avevamo ping pong, calcio balilla, carambola, chiudeva alle 19,30 e si andava in chiesa per il quarto d’ora eucaristico (preghiera, meditazione e confessioni) da lui istituito. Poi, verso le 20,45 tutti a casa per cenare e vedere Il Musichiere di Mario Riva. Che tempi! Un’Italia buona, semplice cresceva economicamente, spiritualmente e civilmente.

 E gli sono profondamente e particolarmente grato perché ci inculcava l’importanza, la bellezza e la necessità dell’amicizia personale con Gesù e ci insegnava che l’amicizia con Gesù , ossia la relazione personale di confidenza con Lui, è il presupposto di ogni crescita nella fede e che come ogni relazione umana ha bisogno di essere alimentata, ravvivata e riscoperta e affermava che ciò poteva avvenire attraverso la riflessione sulla Parola di Dio, essendo Gesù la parola incarnata, la preghiera, i sacramenti, principalmente i sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia, l’amore fraterno e l’evangelizzazione. Tutto questo mi è rimasto indelebile nel cuore e nella mente.

Secondo me don Edoardo è stato un vero sacerdote. Un vero instancabile operaio nella vigna del Signore. Un esempio da imitare. Così, secondo me, deve essere un sacerdote. La Chiesa non è un concerto rock.

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